Aumentare la velocità nella memorizzazione

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Muriel.
view post Posted on 23/1/2019, 22:24 by: Muriel.     +2   +1   -1

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CITAZIONE
Non mi è tanto chiaro questo tuo modo di vedere la “memoria artificiale" da quella naturale (Massimiliano)

CITAZIONE
Tuttavia non mi è molto chiaro cosa intendi per memoria naturale (Antonio)

Vi sono due tipi di memoria: la memoria cosiddetta naturale, insita in ogni individuo, e la memoria artificiale, che si rafforza con l’insegnamento, il metodo e con un certo tipo di stimolazione ed educazione .

La memoria, naturale o artificiale, serve a ricordare idee, concetti, cose - cosiddetta MEMORIA RERUM - o parole – MEMORIA VERBORUM.

La memoria artificiale si basa su immagini, luoghi, e sull’adozione di una serie di accorgimenti “artificiali “ diversi a seconda che si voglia ricordare o raffigurare idee, concetti, cose (memoria rerum) o parole (memoria verborum)
La “bibbia” della memoria artificiale è rappresentata dall’AD HERENNIUM – opera risalente al 90 A.C. ed attribuita a Cornificio.
Nell’opera vengono descritte nel dettaglio le regole per la costruzione dei luoghi e delle immagini; quelle stesse regole sono state riprese e tramandate nel corso dei secoli e sono giunte sino a noi, sostanzialmente immutate nella loro essenza, nel loro contenuto e nella loro efficacia.

L’ars memoria è una tecnica volta al miglioramento della memoria naturale: entrambe devono essere viste in connubio :“l’arte viene in aiuto della natura, poiché l’una separata dall’altra avrebbero meno efficacia” (<<ad Herennium>>)
L’arte è inefficace senza un intenso e assiduo esercizio; nella mnemonica vale ben poco la dottrina se non è avvalorata dalla operosità, dallo studio, dal lavoro, dalla diligenza.

La Yates, nella sua famosissima opera “L’arte della memoria”, sottolinea bene tale concetto … << questo metodo per fissare il verso nella memoria non funzionerà da solo. Dobbiamo leggere il verso tre o quattro volte, cioè impararlo a memoria al modo usuale, e quindi rappresentare le parole con immagini.
In questo modo il sapere verrà in aiuto alla natura>>.


Le implicazioni pratiche di questa impostazione sono molto importanti, dai più completamente ignorate.
Prima di memorizzare un paragrafo di un testo con le mnemotecniche, lo stesso paragrafo andrebbe studiato normalmente con il metodo usuale. In un secondo momento, l’applicazione delle mnemotecniche consente di rafforzare la memorizzazione in un perfetto connubio con la memoria naturale .

La memorizzazione è comunque la fase terminale di un processo articolato che richiede ex ante :
una preventiva analisi del materiale da studiare, che in un momento successivo sarà organizzato in spazi mnemonici strutturati, che andranno a replicare la struttura ed il contenuto di ciò che deve essere ricordato;
una preventiva pianificazione delle tempistiche di studio , una sorta di “crono programma” che tenga conto di inevitabili ritardi ed imprevisti;
la “compattazione del materiale “, eliminando i fronzoli e le ripetizioni , adottando ad esempio il metodo della scala di compressione del testo, che richiede perfetta padronanza nella tecnica di sottolineatura.
Una volta sottolineato - il righello è assolutamente vietato altrimenti si sottolinea tutto - non leggerò più il libro di testo, ma solo ciò che ho “scremato” con la sottolineatura.

E’ possibile poi “trasferire” quelle stesse informazioni sottolineate e contenute ad esempio in 10 pagine di testo in un unico foglio
La memorizzazione di un testo di 300 pagine, “sgrezzato e sottolineato”, con la scala di compressione del testo si tramuta in 30 pagine da studiare , che contengono però lo stesso contenuto informativo , distribuito in modo sparso e non omogeneo in ben 300 pagine del libro.

La trasposizione/compressione si tramuta quindi in fogli scritti , che assumono visivamente sembianze sempre diverse e particolari, che consentiranno di maneggiare l’impalcatura del libro”, con la perfetta comprensione della gerarchia delle informazioni e della ripartizione dei diversi argomenti, generali e specifici.
Il tutto sarà poi cementato da una strutturazione organizzata degli spazi mnemonici , che non può basarsi meramente sulla sequenzialità.

L’aver preventivamente sfruttato la memoria naturale, nella fase di utilizzo delle mnemotecniche, richiederà un minor utilizzo di parole chiave ed anche un minor sforzo associativo.
Le parole chiave individuate, applicando il link - metodo della storia, link di tipo “fisico” , link con il metodo di sostituzione, - il peg, la tecnica dei loci non strutturati, i loci strutturati (alla Dean Vaughn, alla Gregor von Veinagle ecc), la creazione di indici visivi , la combinazione di più tecniche, richiameranno all’occhio della mente intere porzioni di testo, collocate prima e dopo ogni parola chiave, tramutata in una sorta di “torcia mnemonica” e gancio d’appiglio del contenuto da ricordare.

Mnemotecniche quindi per rafforzare e stimolare il ricordo fissato in prima istanza con la memoria naturale, con migliore comprensione delle interrelazioni e sfumature informative.

Memorizzare ad esempio un articolo del codice civile partendo subito dalla mnemotecniche non consente, a mio avviso , di sfruttare appieno le potenzialità della memoria: quella innate -memoria naturale - e quelle costruite con le diverse tecniche mnemoniche.
Tutti possono provare il seguente esperimento: memorizzare tre pagine di un qualunque testo utilizzando in primis le mnemotecniche ; memorizzare altre tre pagine di un testo similare, sfruttando prima la memoria naturale ed in seconda battuta le tecniche di memoria.
C’è , a mio avviso, la stessa differenza che sussiste tra una tartaruga ed Usain Bolt.

Per materie come il diritto la memoria uditiva è un qualcosa di molto rilevante . Questa particolarità mi era stata evidenziata alle superiori da una formidabile insegnante.
Rileggere velocemente e ripetutamente un articolo ad alta voce, ad esempio, consente l’acquisizione della “musicalità” del testo e la padronanza lessicale specifica della disciplina.
L’utilizzo successivo della arte mnemonica rende il processo di apprendimento estremamente efficace e, al tempo stesso, divertente.
La strutturazione degli spazi mnemonici , replicanti la struttura del testo nelle sue diverse partizioni – capitoli – paragrafi- sotto paragrafi, argomenti specifici, l’individuazione ed il richiamo di ganci mnemonici specifici condurranno ad un efficace processo memorizzativo – connubio perfetto tra memoria naturale e memoria artificiale, completato e cementato successivamente con ripassi scadenziati , che andranno a sfruttare i “ritmi naturali” della memoria

All’università, nell’ affrontare “mattoni “ come il diritto privato o il diritto commerciale, ho sfruttato appieno questa impostazione.
Leggevo gli articoli del codice velocemente , poi diventavano come il testo di una canzone che “fluisce spontaneamente” senza averla mai studiata a memoria.
Alla memoria uditiva associavo l’usuale studio del testo giuridico sfruttando in primis la memoria naturale.
Dopo lo studio approfondito di una molteplicità di pagine ( per il diritto non applicavo in modo sistematico il metodo della scala di compressione del testo) individuavo due o tre parole chiave per pagina.
Avendo già sfruttato appieno la memoria naturale, i ganci mnemonici rappresentati dalle parole chiave mi consentivano veramente di scorrere visivamente con l’occhio della mente il materiale studiato e memorizzato.
Applicavo in quel tempo il link ed i loci in modo del tutto inconsapevole

Costruivo più storie , ognuna rappresentativa di argomenti omogenei; ogni storia , simboleggiata da un’immagine chiave, veniva collocata in una stanza, come indice visivo di quell’argomento, assieme ad altre immagini rappresentative di altre storie appartenenti al medesimo capitolo/argomento , con una chiara visione di insieme ed analitica delle informazioni.

Prima di dormire ripercorrevo le stanze con le storie presenti, venendo proiettato su intere porzioni di testo, che scorreva sotto gli occhi della mente, fissando ulteriormente il ricordo. I ripassi mirati cementavano tutto il processo.

Applicavo senza saperlo l’abbinata loci – link, una delle cose più potenti ed efficaci in campo mnemonico
Risultati: codice civile imparato davvero a memoria, non a pappagallo, ma con padronanza della struttura, dei collegamenti, delle sfumature di ogni argomento, grazie al contributo fondamentale e formidabile della memoria artificiale, in perfetta simbiosi e sinergia con la memoria naturale.

Studiare schemi a cascata sinceramente mi lascia perplesso. Se il materiale da studiare è stato strutturato ed organizzato in modo efficace, avrò sempre una visuale delle informazioni su molteplici livelli : di insieme, specifica , con possibilità di estrapolare correlazioni informative altrimenti difficilmente rilevabili

Sono perfettamente d’accordo con Massimiliano sulla necessità di privilegiare la qualità nel processo memorizzativo , che si manifesta in più direzioni:
in primis si parte dalla qualità delle immagini e associazioni create. Le prime associazioni che vengono in mente sono in genere le più efficaci. Possono bastare anche semplici accorgimenti per rafforzare associazioni normalmente deboli: aumentare o esagerare le dimensioni, creare maggior movimento, applicare la tecnica di sostituzione.
Spesso le associazioni vengono dimenticate perché semplicemente “appoggiate” in un loco, senza la giusta interazione reciproca e con gli oggetti presenti nel loco stesso .
Una associazione va poi cementata con una corretta e scadenziata attività di revisione, finalizzata ad estrapolare e migliorare ciò che non si ricorda bene .
Perché quei termini vengono dimenticati ? Perché in quel loco dimentico sempre le immagini?
Il tutto deve essere organicamente inserito in una impalcatura mnemonica efficace , con una corretta e chiara gerarchia delle informazioni , che una mera sequenzialità dei loci , senza una loro strutturazione su diversi livelli, difficilmente è in grado di garantire

Anki a mio avviso è un esempio perfetto di fusione o connubio tra memoria naturale e memoria artificiale.
La memorizzazione delle flash card avviene inizialmente semplicemente sfruttando la memoria naturale.
Poi entra in campo la memoria artificiale: immagini – in questo caso rappresentate da file di qualunque tipo (foto, video, audio) - , ripetizioni scadenziate e personalizzate dal programma sulla base delle risposte date, con particolari algoritmi che sfruttano i principi ed i meccanismi della curva dell’oblio/ritenzione di Ebbinghaus.

L’apprendimento su più sessioni distanziate nel tempo favorisce la memorizzazione rispetto al tentativo di voler apprendere massivamente tutto in una volta sola .
La stimolazione è sempre attiva: non si legge mai passivamente qualcosa, si devono sempre dare delle risposte precise a delle domande mirate.
Deve quindi esserci costantemente una focalizzazione ed una attenzione in quello che si sta facendo.

Si evita inoltre un altro errore comune: continuare a ripeter quello che già si conosce perfettamente, non intervenendo invece sui reali punti di debolezza.

Viva
 
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14 replies since 19/1/2019, 22:50   2036 views
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