Il sistema combinatorio delle 5 ruote di Giordano Bruno

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view post Posted on 5/5/2018, 21:34     +4   +1   -1

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CITAZIONE
Salve a tutti. Potreste spiegarmi in maniera dettagliata come funziona questo sistema e come impararlo? Grazie >>(Leonardo Izzo , 14.04.2018)

Ciao Leonardo. Per spiegare il suo innovativo e potente sistema Giordano Bruno ha scritto nel 1582 un libro intero, il << De Umbris Idearum>>, dedicandolo al re di Francia Enrico III di Valois.

Per capire di cosa stiamo parlando, vanno fatte delle premesse di ordine metodologico e va compreso in quale contesto si inseriscono i precetti e le invenzioni di Giordano Bruno
Le tecniche illustrate da Giordano Bruno sono di livello molto avanzato. Bisogna avere le giuste “fondamenta mnemoniche”: in caso contrario, si corre il rischio di non comprendere proprio o di capire solo parzialmente la portata e l’efficacia delle sue tecniche innovative.
Dovrai leggere e rileggere questo post diverse volte per iniziare a comprendere l’essenza di quello che spiegherò veramente in dettaglio.

Mi ero imbattuto anni fa nella sua opera, quando ancora non ero pronto.
Non avevo capito quasi nulla e stavo per gettare dalla finestra un capolavoro della mnemonica, che avrei riscoperto solo anni dopo, nel momento giusto.

Leonardo, non so quale sia il tuo livello in questo campo: è chiaro che se sei agli inizi, voler padroneggiare il sistema combinatorio delle 5 ruote è come dare in mano una Ferrari a chi ha appena iniziato scuola guida: non ha molto senso
In ogni caso, inquadrato il contesto in cui si inserisce il suo sistema e delineato come si è arrivati a Giordano Bruno, illustrerò concretamente come ho costruito e memorizzato il sistema combinatorio delle 5 ruote.

Per la sua costruzione ho impiegato circa due mesi, per la sua memorizzazione altri due, per acquisirne la padronanza altri 2: totale di ca 6 mesi dedicandovi almeno 30 minuti al giorno.

Giordano Bruno, nel De Umbris Idearum, spiega in dettaglio due tecniche da lui chiamate “Praxis”: sia la prima - sistema delle 3 ruote - che la seconda Praxis - sistema delle 5 ruote - hanno a che fare con la memoria per le parole. La prima Praxis è propedeutica alla seconda, costituisce un’ utile palestra e allenamento per arrivare a comprendere e padroneggiare la seconda, che consente di memorizzare qualunque parola, di qualsiasi lingua, con un'unica immagine unitaria in un unico loco.

Facciamo un passo indietro.
Vi sono due tipi di memoria: la memoria cosiddetta naturale, insita in ogni individuo, e la memoria artificiale, che si rafforza con l’insegnamento –metodo- e con un certo tipo di stimolazione ed educazione , e che si basa su due pilastri:
• Le immagini
• I luoghi

La memoria , naturale od artificiale, serve a ricordare IDEE E CONCETTI – cosiddetta “MEMORIA RERUM”_ o parole – cosiddetta “ MEMORIA VERBORUM”.

La memoria Verborum è sicuramente più complessa di quella Rerum. Per il primo tipo di memoria è piu’ agevole ricorrere a immagini sensibili ossia direttamente visualizzabili , mentre per la memoria verborum è richiesto un maggior ricorso a parole che la memoria ricerca in virtù della loro somiglianza fonetica con le parole da ricordare-

La “bibbia della memoria artificiale” è rappresentata dall’AD HERENNIUM - datato circa nel 90 A.C. , attribuibile ad un certo Cornificio: nell’opera vengono descritte nel dettaglio le regole per la costruzione dei luoghi e delle immagini.

Il lirico e poeta Simonide di Ceo aveva scoperto , anni prima (556 a.C- 468 a.C.) che una disposizione ordinata è essenziale per una buona memoria . Simonide una sera stava cenando a casa del re tessalo Skopas, cantando delle odi , esaltando le due divinità Castore e Polluce. Secondo il re nel suo componimento aveva dedicato troppo spazio alle due divinità invitando Simonide ad esigere la metà del suo compenso da Castore e Polluce; ad un certo punto Simonide fu chiamato fuori da due giovani che chiedevano di lui; appena uscito, la sala in cui si teneva il banchetto crollò uccidendo tutti i presenti , maciullati e resi irriconoscibili sotto le macerie.
Simonide riuscì a riconoscerli tutti ricordando la posizione che i commensali avevano occupato durante il banchetto. Simonide di Ceo aveva compreso che di tutti i sensi quello della vista è certamente il più forte per fissare i ricordi.
Da questo episodio , richiamato in quasi tutti i libri sulle mnemotecniche, si fa risalire la nascita della memoria artificiale.

Chi quindi voleva addestrare la memoria, doveva scegliersi alcuni luoghi, formarsi delle immagini mentali delle cose da ricordare e collocare quelle immagini in quei luoghi, in modo che l’ordine dei luoghi garantisca l’ordine delle cose , ovvero, usando le parole di Cicerone -“De Oratore”- << .. i luoghi saranno per noi come le tavolette di cera e le immagini come le lettere >>.

I Luoghi , nelle regole classiche fissate nell’Ad Herennium, devono essere:
Numerosi, ordinati, memorizzati, contrassegnati ogni cinque, ubicati in posti poco frequentati, diversi per forma e per natura, di grandezza limitata e media, adeguatamente illuminati, mediamente distanti, anche immaginari-


Le immagini, per stimolare la memoria devono essere:
Indecenti, ripugnanti, insolite, grandi, incredibili, , d’effetto, bruttissime o bellissime, abbellite, adornate, insanguinate, sporche di fango, ridicole, sulle quali ci si è esercitati abitualmente..

<< …dobbiamo dunque fissare immagini di qualità tale che aderiscano il più a lungo possibile nella memoria>> (L’arte della Memoria di Frances A. Yates, tratto dall’ Ad Herennium).

Queste immagini impressionanti, belle o disgustose o insolite , suscitando urti emozionali , aiutano la memoria.
L’immagine classica di memoria è rappresentata da figure umane, in impressionanti e insolite situazioni -imagines agentes, attive e suggestive.
L’autore dell’ Ad Herennium consiglia a tutti di formarsi le proprie immagini mnemoniche personali.

E’ opportuno utilizzare contemporaneamente la memoria naturale e la memoria artificiale. L’ars memoria è una tecnica volta al miglioramento della memoria naturale: entrambe devono essere viste in connubio - “l’arte viene in aiuto alla natura, poiché l’una separata dall’altra avrebbero meno efficacia” (Ad Herennium).

I capi saldi dell’arte classica della memoria sono rappresentati dalle seguenti opere:
L’ Ad Herrenium (90 a.C) inizialmente ed erroneamente attribuito a Cicerone ;

Il De Oratore di Cicerone (55 a.C.): nel testo si parla dei vantaggi della memoria artificiale. La memoria viene considerata come una delle cinque parti della retorica-

L’Institutio Oratoria di Quintiliano (95. a.C.): illustra le tecniche per memorizzare e recitare in pubblico, basandosi fondamentalmente sulle regole sulle immagini e sui luoghi contenute nell’Ad Herennium.

Tra le fonti greche, anni prima, si distinguno le opere di Aristotele (384 a. C.:- 348 a.C.) :
<<de Anima >> : contiene la celebre espressione “senza l’immaginazione non è possibile nemmeno pensare”;

<<de Memoria et Reminescenza>> : richiama l’importanza di due principi tra loro connessi: l’associazione e l’ordine. La memoria artificiale appartiene alla parte razionale dell’anima essendo collegata alla reminescenza.

Nel MEDIOEVO l’ars memoria si rifugia nei monasteri: i precetti per le immagini e per i loci rimangono però sostanzialmente immutati.

Le figure di spicco, appartenenti ai cosidetti “scolastici” , sono due frati dominicani e dottori della Chiesa:
Alberto Magno: con il << De Bono>> tratta delle virtù cardinali che sono: fortezza, temperanza, giustizia e prudenza; parte della prudenza è rappresentata dalla memoria (assieme all’intelligenza ed alla provvidenza); consiglia l’uso di soli luoghi di memoria reali e non immaginari;

Tommaso d’Aquino: come Alberto Magno, nella monumentale <<Summa Theologiae>> (opera sterminata che si dice abbia prima composto mentalmente e poi dettato attraverso la memoria ) tratta della memoria artificiale come parte della virtù della prudenza.
“La memoria è nella parte sensitiva dell’anima che accoglie le immagini delle impressioni sensorie” ( Frances A. Yates – “L’arte della memoria”).

Tommaso D’Aquino raccomanda di:
creare immagini mentali delle cose da ricordare;
utilizzare l’ordine e l’organizzazione dei loci;
concentrarsi ed indugiare sulle immagini intenzionalmente;
rivedere e ripassare frequentemente le cose da ricordare (“Repetition is the mother of memory” - Kevin Vost Psy. D. in << Memorize The Faith>>)

Si arriva così al grande Pietro da Ravenna con la sua << Phoenix Sive Artificiosa Memoria>> (1491) che porta la mnemonica nel mondo laico.
Diventa presto il trattato mnemonico più famoso dell’ epoca . Per Pietro le immagini devono eccitare la fantasia, non devono essere statiche ma sempre nell’atto di fare qualcosa; se un oggetto è fermo, dovrà essere mosso da qualcuno. Se un’immagine è piccola, la si può ingrandire. Le immagine “erotiche” inoltre hanno una grande efficacia mnemonica . Le "imagines agentes" sono sempre quindi nell’atto di fare qualcosa.

Per Pietro i migliori luoghi mnemonici sono le chiese e luoghi di culto non frequentati; nel corso dei suoi viaggi continua così a stabilire nuovi luoghi in monasteri o chiese.

La grande novità consiste nell’utilizzo di alfabeti visivi per la memoria verborum: sistemi che consistono nella collocazione di immagini la cui iniziale del nome coincide con la lettera da memorizzare ovvero in oggetti dalla forma somigliante alla lettera stessa (ad esempio compasso per la lettera A)
Per rappresentare una sillaba di tre lettere, Pietro prescrive l’utilizzo di una persona ed un oggetto o animale , con precise regole legate al posizionamento della vocale.

Es. bar : Raimondo (r) percuote il luogo con un bastone (ba);
bra: Benedetto (b) è con delle rane (ra) nel luogo.
Se la vocale è all’inizio della sillaba, si avrà:
amo: Antonio (a) fa girare una mola (mo).

Per Pietro da Ravenna una sillaba di tre lettere dà il gancio mnemonico che , con l’ausilio della memoria naturale, farà recuperare l’informazione da ricordare nella sua interezza.
Per memorizzare i casi latini, Pietro fa corrispondere gli stessi a parti del corpo umano: testa per il nominativo, mano destra per il genitivo, sinistra per il dativo, piede destro per l’accusativo, piede sinistro per il vocativo: il ventre per l’ablativo.

Pietro da Ravenna enfatizza la collocazione di più immagini in un unico locus, a cui connettere oggetti ed azioni; la partizione di un argomento viene affidata alle diverse immagini collocate in un medesimo loco.

Per i numeri individua diciannove immagini con cui rappresentare i numeri immaginabii: 10 immagini per le decine (10-20-30-40-50…100) e 9 immagini per le unità da 1 a 9.
I diversi numeri vengono a crearsi con la combinazione di tali immagini fra di loro.

Publicio (1482) con <<Oratorie Ars epitome>>: tra i luoghi di memoria utilizza luoghi immaginari quali le sfere dell’universo. Le immagini di memoria ricalcano lo schema ormai noto delle "imagines agentes": ridicole, sorprendenti e via dicendo
Johannes Romberch (domenicano) con la sua <<Congestiorum Artificiosae memoria>> (1520:): le regole mnemoniche sono basate su quelle di Tomaso D’Aquino.

Romberch considera tre tipi di sistemi di luoghi: il cosmo; i segni dello zodiaco, luoghi reali in edifici reali. Questo manoscritto presenta dei modelli di stanze per la memoria contrassegnate da 5 luoghi: quattro negli angoli ed uno nel centro, nei quali devono essere memorizzate le immagini .

Sono presenti gli alfabeti visivi: immagini prefabbricate con lettere dell’alfabeto per rappresentare le cose da porre nei luoghi.

Cosmo Rosselli (domenicano ) con la sua <<Theasurus Artificiosa Memoria>> (1579): si muove su linee simili a quelle di Romberch. Per i luoghi reali propone abbazie, chiese, e parla di immagini umane come luoghi su cui collocare immagini secondarie.

Arriviamo così al 1582, anno in cui Giordano Bruno ha scritto il De Umbris Idearum

Come già anticipato, l’opera del nolano si occupa principalmente della tecnica relativa alla memorizzazione delle parole, la memoria <<verborum>>, che viene considerata come uno strumento che consente di migliorare la memoria in generale: un ottimo allenamento per la mente, basato su processi mentali che a lungo andare giovano alla memoria naturale e a quella delle cose.

In tema di loci, Giordano inserisce un precetto completamente innovativo: i loci devono rispecchiare sempre la struttura del materiale da memorizzare, adattandosi quindi ad esso: questo implica quindi la costruzione di luoghi anche immaginari nonché la realizzazione di interconnessioni tra spazi- loci che in natura non lo sono, con l’utilizzo ad esempio dell’ormai noto espediente dell’impaginatore (<<.. niente ti impedisce di poter connettere all’ultimo di una serie di luoghi situati a Roma il primo di un complesso di luoghi situati a Parigi, purchè tu abbia fissato e stabilito una volta per tutte che a quella determinata estremità faccia sempre seguito quel preciso inizio>> (Giordano Bruno, Canto Circeo).

Non è il materiale che devo memorizzare che deve adattarsi alla mia struttura di loci, ma viceversa: E’ una differenza sottile ma molto importante che voglio brevemente approfondire
L’utilizzo ad esempio di un percorso sequenziale di loci mi consente si il recupero delle informazioni chiave da memorizzare ma può non rappresentarmi bene la partizione logica e strutturale del materiale stesso.

Ecco che invece la apposizione di immagine afferenti argomenti simili in luoghi omogenei , per tipologia e grandezza, consente di ottenere questo risultato, conferendomi una sorta di bussola mnemonica per orientarmi nel recupero e nella comprensione istantanea del materiale da ricordare.

Per memorizzare : le premesse di un argomento, i punti cardine, gli effetti principali, gli effetti con conseguenze economiche, gli effetti con conseguenze sociali nonchè gli effetti secondari, posso allora immaginare in sequenza 4 saloni susseguentisi in verticale, collegati l'uno all’altro con delle porte posizionate ore 12.
Nel primo salone inserisco tutte le immagini relative alle premesse, nel secondo le immagini relative ai punti cardine, nel terzo le immagini relative agli effetti principali.
Gli effetti con conseguenze economiche e conseguenze sociali si pongono allo stesso livello degli effetti principali, creo quindi due stanze ulteriori, una alla destra ed una alla sinistra del terzo salone in cui piazzerò le relative immagini, che avranno lo stesso grado gerarchico. La parità di gerarchia informativa mi viene sempre rivelata dalla conformazione della struttura mnemonica, in questo caso da tre stanze poste in orizzontale l’una con l’altra, quindi aventi tutte la stessa importanza.
Proseguendo in verticale accederò all’ultimo salone, di dimensioni più contenute, in cui collocherò le immagini relative agli effetti secondari.
Questi saloni posso essere luoghi completamente immaginari, nulla mi vieta di utilizzare, cosa che preferisco, luoghi reali (ad esempio il primo salone è la mia chiesa , collegata con una porta alla mia cucina, collegata attivando i meccanismi dell’impaginatore, animato o inanimato, al mio ufficio (terzo salone), alla cui destra c’è l’ufficio di un mio collega ed alla sinistra l’ufficio di un altro collega. La porta ore 12 del mio ufficio mi conduce al quarto salone, l’aula di seconda elementare . Queste architetture mnemoniche sono immaginarie nella loro composizione ma reali nei loro componenti. E’ una specificazione molto importante da comprendere.

Una volta metabolizzata la loro struttura (bastano pochi ripassi), ho una visione “dall’alto” della complessiva struttura gerarchica delle informazioni. La comprensione di questi meccanismi consente una vera esplosione della fantasia, posso veramente costruire a piacimento qualsiasi architettura mnemonica per rappresentare qualunque tipologica di materiale, sia esso una libro con 20 capitoli e 40 paragrafi, sia esso un discorso con diversi punti principali e secondari.

Per Giordano Bruno i sostrati – termine da lui utilizzato per identificare i loci- devono essere sensibili, naturali, artificiali o misti, di adeguata estensione e visibilità, proporzionali per numero alle cose da memorizzare, differenti, distinti, capaci di conservare una disposizione adatta alla ricezione delle immagini che si devono apporre ad essi, ordinati e separati da intervalli convenienti.

Giordano distingue inoltre i sostrati in comuni, come potrebbero essere città o edifici utilizzati come sistema di loci, dai sostrati specifici, ossia composti da 4- cinque elementi , come potrebbero essere le stanze, per arrivare ai sostrati atomi, ossia formati da un solo elemento.
Tutte queste parti, comuni e specifiche devono essere percepite senza esitazione nel loro ordine, reale o fittizio (nel caso di creazione di loci artificiali). L’importante è che l’occhio della mente li veda sempre come loci reali.

Questi loci atomi << vanno ingranditi, allargati, aumentati di dimensione fino a farli divenire dell’ordine di grandezza dei subiecta più specifici>>, ossia di quelli formati da 4-5 elementi.

Questo vuol dire che i loci atomi andranno ingranditi a misura di scena per contenere qualunque immagine che vi si debba ambientare.

Cosa mi vieta di collocare un elefante su una saponetta? Nulla, basta dilatare le dimensioni della saponetta per contenere l’elefante. Cosa mi vieta di usare una tazzina per ambientare la scena “Una donna che ha delle serpi attorcigliate ad ognuna delle corna, delle braccia e delle gambe ed è a cavallo di una enorme pantera nera”?.
E’ sufficiente ingrandire questi loci atomi sino alle dimensioni di una stanza per ospitare dunque questi quadri mnemonici.

E’ una radicale innovazione introdotta da Giordano Bruno, introduce nuovi meccanismi associativi ed una nuova concezione dei loci

Il nolano introduce inoltre il concetto innovativo di loco attributivo: persone od oggetti , andranno a caratterizzare gli spazi mnemonici – i loci – costituendone di fatto le anime, animate (in caso di persone) o inanimati (in caso di oggetti, come il famoso esempio più volte riportato del berretto).
<< Senza i sostrati attributivi i luoghi mnemonici si reputano morti, mentre la loro presenza li rende vivi>>

Giordano insegna a vivificare i luoghi attraverso le immagini e le immagini attraverso i luoghi, conferendo compattezza granitica alle strutture mnemoniche

Il nolano introduce poi il concetto di loci semimatematicio: luoghi che rappresentano immagini di numeri su cui fissare capitoli, discorsi, leggi, paragrafi e qualsiasi cosa.

<< destiniamo dieci immagini di tessuti di lino per rappresentare i numeri della prima decina; dieci immagini di manufatti in legno per la seconda decina; dieci immagini di utensili di ferro per la terza decina; oggetti di bronzo per la quarta, d’argento per la quinta, d’oro per la sesta, di seta per la settima, di panno per l’ottava, di cuoio per la nona, di pelle per rappresentare la decima. In alternativa possiamo usare strumenti dell’agricoltura per la prima decina, della lavorazione del ferro per la seconda, dell’arte militare per la terza, della sartoria per la quarta, dalle lavorazione della lana per la quinta, dell’orticultura per la sesta, della cucina per la settima, della medicina per l’ottava, dell’arte tonsoria per la nona, dei riti funebri per la decima>> (Canto Circeo).

Le immagini che servono a rappresentare i numeri si richiamano agli espedienti di autori precedenti – in primis Pietro da Ravenna, Romberch, Cosmo Rosselli. Consistono in oggetti o figure che richiamavano le sembianze dei numeri : un cigno per il 2, un paio di occhiali per il nr. 8 ecc..
La differenza in Giordano Bruno è che queste immagini posizionate nei loci fungono sia da indice numerico che da elemento attributivo del loco, dove viene rafforzata la visibilità ed il legame di ciò che vi è collocato

Di fatto Bruno con questi espediente ha anche creato i primi schedari , i cosidetti locks ,che verranno introdotti secoli dopo con la conversione fonetica.

In tema di immagini, Giordano Bruno parte dalla considerazione che un’ immagine mnemonica è sempre il risultato di un nostro processo mentale di costruzione, essa quindi rimane sempre in qualche modo impregnata del procedimento per mezzo del quale l’abbiamo ottenuta.

Il nolano distingue le immagini di esseri animati da quelle di esseri inanimati, sottolineando la superiorità delle prime rispetto alle seconde. Alle prime infatti possiamo attribuire ogni azione, movimento e funzione.

Nei loci Giordano Bruno sottolinea poi l’importanza dell’interazione immagine/loco:<<..si deve intendere che la forma (sinonimo di immagine) compia una qualche azione nel luogo cui inerisce, ovvero che il luogo stesso eserciti una particolare azione sulla forma, compiendo qualcosa di adatto o inadatto, di lieto o triste, di utile o inutile. Su questo si radicano infatti la forza e la stabilità della connessione istituita tra l’immagine aggiunta e il sostrato cui inerisce, vale a dire quel principio che è assimilabile alla materia e quello che invece può essere assimilato alla forma>>.

Per la fissazione delle immagini nel loco , inoltre suggerisce di << non cadere in errore credendo di aver collocato l’immagine quando non l’hai collocata, e non credere di averla fissata ad un sostrato quando non l’hai fissata. In molti casi ti può pertanto capitare – o per aver posto una connessione fragile o per aver poco inteso il concetto – di affidare alla memoria naturale quel contenuto che credi invece di aver affidato a un luogo mnemonico, vale a dire quando impedisci all’immagine di fissarsi su un sostrato, quasi disperdendo nell’aria l’immagine composta con il pensiero. Contro questo inganno adotta il rimedio che segue. Abituati ad avere sempre presenti davanti agli occhi la vera forma del luogo e una forma affine all’immagine che vi devi collocare, di modo che tu possa scorgere in un vecchio i capelli bianchi, il busto curvo, le mani tremolanti e altre caratteristiche simili; e con tutti questi elementi definirai l’associazione dell’immagine al luogo e la disposizione del luogo rispetto all’immagine, quasi tu dica: ecco dove può situarsi un simile uomo, ecco che cosa può essere accolto da un simile luogo>> (Giordano Bruno, Canto Circeo).

Giordano Bruno inoltre consiglia, in caso di ripetuto uso della medesima immagine, di collocarla in loci differenziati alterandone anche l’aspetto .

Per la memorizzazione delle immagini delle parole, come indicato nel mio ultimo post, Bruno individua trenta regole principali. Quando non sono applicabili, ecco che scatta il suo sistema innovativo per memorizzare parole di uso non comune, per citarle in modo preciso e letterale (citazioni, classificazioni, parole straniere ecc).

1^ PRAXIS O SISTEMA COMBINATORIO DELLE TRE RUOTE

La prima pratica è finalizzata alla memorizzazione di qualunque sillaba di tre lettere, detta appunto trielementare.

Giordano Bruno introduce un precetto rivoluzionario, quello dell’ASSOCIAZIONE ARBITRARIA o SOGGETTIVA: non si richiede necessariamente che la prima lettera del nome dell’agente sia la stessa che si vuole esprimere .
Questo svincola completamente Bruno dagli alfabeti visivi utilizzati da Romberch, Rosselli o Pietro da Ravenna.

Inventa il P.A., Person - Action (utilizzato ad esempio dal pluricampione di memoria Dominic O’Brien).

Per colpire l’immaginario collettivo, Bruno utilizza delle immagini conosciute un po’ da tutti in quel tempo e tratte dal libro “La metamorfosi di Ovidio”.
Recupera quindi una lista di personaggi, nello stesso ordine in cui si susseguono nel libro, a cui viene abbinata la loro azione peculiare; personaggi noti, pronti a fare e subire qualunque azione: trasmutazioni, gesti eclatanti, nella stessa successione appunto in cui compaiono nelle Metamorfosi

L’accostamento Personaggio con azione appropriata è proprio un’ invenzione di Giordano Bruno. “Agens e actio” si rafforzano a vicenda. A ogni personaggio, rappresentativo di una lettera dell’alfabeto, Giordano associa quindi la sua azione tipica.
Giordano sfrutta l’esatto ordine temporale di comparizione dei personaggi nel libro . Tale successione e quindi ordine era sicuramente noto ai lettori del tempo vista la diffusione dell’opera.

Giordano Bruno comunque, oltre all’ordinata successione, inserisce anche dei puntelli mnemonici per ricordarsi esattamente la corrispondenza lettera /personaggio: la coppia CC è rappresentata da Apollo che combatte il pitone; ma C è anche una lettera che assomiglia ad un serpente; ZZ: Dedalo costruisce ali; ma la Z ha una forma associabile ad un’ ala e così via.

Esempi pratici
Il personaggio rappresentativo della lettera A è Licaone, il primo a comparire in ordine temporale nel libro, che nell’opera banchetta .
A= Licaone (personaggio o agens)
A= banchetta (azione);

Il personaggio rappresentativo della lettera B è Deucalione che come azione lancia pietre
B= Deucalione (personaggio o agens)
B= lancia pietre (azione).

C= Apollo (personaggio o agens)
C= lotta col pitone (azione)

F= Cadmo (personaggio o agens)
F= semina denti (azione)

R= Nettuno (personaggio o agens)
R= va a cavallo (azione)

Il segreto per imparare un sistema combinatorio è quello di memorizzarne la struttura sempre a ruote ferme: devo quindi memorizzare tutte le coppie di lettere: AA , BB, CC, …ZZ , ognuna delle quali rappresenta un personaggio che fa un ‘azione tipica, sino ad averne una perfetta padronanza.
Cosa succede quando le lettere si mescolano, ossia quando parte il sistema combinatorio ovvero le “ruote” -in senso metaforico- iniziano a girare?
Il personaggio identificato dalla prima lettera della sillaba prenderà l’azione della seconda lettera creando quadri associativi sempre diversi.
Es.: AB diventa Licaone (personaggio per la lettera A) che lancia pietre (azione della lettera B);
BR diventa Deucalione (personaggio per la lettera B) che va a cavallo (azione della lettera R)
AF? Licaone che semina denti; AC? Licaone che lotta con il pitone.

Sin da subito Giordano Bruno invita il lettore a costruirsi i propri personaggi e le proprie immagini, per il vincolo di affettività che renderà ancora più memorabili tali associazioni.

Giordano Bruno a questo punto potenzia ulteriormente il sistema, inventando Il famoso P.A.O. (Persona – Azione- Oggetto).
Al PA precedentemente creato inserisce, per ogni personaggio rappresentativo di una lettera, uno strumento od un tratto distintivo (che possa comunque essere adattato a tutte le azioni che possono intervenire).

AAA diventa LICAONE (Personaggio) banchetta (azione) incatenato (strumento/tratto distintivo)
BBB diventa Deucalione (Personaggio) lancia pietre (azione) bendato (strumento/tratto distintivo).
CCC diventa Apollo (Personaggio) lotta con il pitone (azione) col balteo (strumento/tratto distintivo)

Il punto cruciale è questo: la struttura associativa a tre variabili va memorizzata a ruote ferme: AAA, BBB, CCC, DDD …
Quando ho acquisito la perfetta padronanza di tali immagini , posso allora far partire il sistema combinatorio che mi consentirà di creare l’immagine per qualunque terzina di lettere con il seguente principio:
Il personaggio rappresentativo della prima lettera farà l’azione propria della seconda lettera con lo strumento proprio della terza lettera
CAB diventa Apollo (Personaggio) banchetta (azione) bendato (oggetto/tratto distintivo)-
Lo strumento si inserisce nella scena in modo attivo, aiutando l’azione, ostacolandola, alterandola e via dicendo.
L’immagine delle tre ruote non è altro quindi che la rappresentazione visiva del PAO: la ruota esterna corrisponde al Personaggio, la ruota mediana all’azione, la ruota interna al tratto distintivo/oggetto.
Giordano Bruno trae spunto dallo spagnolo Raimondo Lullo , vissuto circa trecento anni prima, per l’utilizzo delle ruote concentriche come sistema di rappresentazione dell’arte combinatoria

[IMG]tre-ruote[/IMG]

Con il sistema combinatorio appena illustrato, in realtà è possibile memorizzare sillabe anche di 4 o 5 lettere, senza la necessità di aggiungere altre ruote o variabili.

Non tutte le lettere infatti possono essere aggiunte ad una sillaba trielementare (ossia di tre lettere) ma solo le lettere S e T in posizione finale e le lettere L, R, N, in posizione intermedia.

Alla scena quindi creata con il sistema combinatorio di tre lettere, va aggiunta per la S e T finali un oggetto rappresentativo di tali lettere .
Io ho utilizzato il sistema della forma della lettera: serpente per S e martello per T , da inserire come elementi aggiuntivi nella mani del Personaggio.
Per le lettere L, R, N, si può immaginare il personaggio L= seduto; R= ritto ; N= piegato a 90°; oppure può essere inserito un ulteriore personaggio in tali pose.
In tutti i casi queste “aggiunte” balzano subito all’occhio rispetto ai quadri mnemomici codificati e già memorizzati con il Pao a tre lettere
Giordano introduce poi una ulteriore innovazione: una stessa lettera può essere impersonificata da diverse persone, che faranno la stessa azione con lo stesso tratto distintivo. In pratica diversi attori per una stessa lettera. Questo stratagemma , applicato alle lettere di maggior utilizzo, conferisce una ulteriore varietà e versatilità al sistema.

Potrei quindi stabilire che per AAA, ossia Licaone che banchetta incatenato, ci siano anche altri attori:
mia cugina Augusta che Banchetta incatenata (AAA), la mia amica Anna che banchetta incatenata (AAA), oppure il mio amico Paolo che banchetta incatenato (Paolo ad esempio è associato non in base ad una scansione alfabetica ma in modo arbitrario perché è il moroso di Anna , quindi a lei riconducibile e quindi mi farà sempre risalire ad A).
Persone di diretta conoscenza aumenteranno il vincolo affettivo con i quadri mnemonici creati e quindi la loro efficacia
Il nolano risolve inoltre un’altra questione: se tutti conoscevano le azioni dei diversi personaggi della metamorfosi di Ovidio, non tutti erano in grado però di dare una rappresentazione visiva di tali volti.
Inserire quindi dei personaggi noti che fanno e impersonificano quelle azioni migliora l’efficacia del sistema.
Immaginare mia moglie che scaglia pietre incatenata crea una forza associativa sicuramente importante ed efficace.
Giordano raccomanda quindi la pratica e l’esercizio costanti, per arrivare nel modo più spedito possibile alla creazione dei quadri mnemonici che scaturiscono dal sistema combinatorio.

Le possibili combinazioni di immagini che si possono generare con la prima praxis sono pari a 27.000 (30 lettere x 30 azioni x 30 oggetti/tratti distintivi).
La prima praxis per me, in realtà, è stata un qualcosa di abbastanza semplice: nel mio memory system avevo infatti già da tempo utilizzato sistemi combinatori: per potenziare la memorizzazione dei numeri, ero passato dapprima dalla conversione fonetica al PA con il Dominic System, senza quindi la conversione fonetica, per convergere poi su un sistema ancora più potente come il PAO per i numeri, con cui ho memorizzato le 4110 cifre del pigreco.
Per tutte le combinazioni di tre lettere, inoltre, come già rilevato in un mio post di qualche tempo fa, avevo già implementato un sistema combinatorio a tre variabili

2^ PRAXIS O SISTEMA COMBINATORIO DELLE 5 RUOTE

Con questa tecnica è possibile memorizzare qualunque parola, di qualunque lingua, con la creazione istantanea di un’immagine unitaria in un unico loco.
Questa Praxis annienta tutti i precedenti tentativi , ad opera di altri autori, di utilizzo degli alfabeti visivi per la memoria verborum; tali sistemi prevedevano il posizionamento di un’immagine rappresentativa di una sola lettera per loco, generando una conseguente ridondanza delle medesime immagini che rendevano inefficiente il sistema; una parte della memorizzazione era comunque affidata alla memoria naturale, con la permanenza quindi di un certo grado di imprecisione.

Per il sistema di Giordano Bruno bisogna sfoderare tutto l’armamentario mnemonico composto da : moltitudine di loci, molteplicità di personaggi attori , perfetta padronanza del sistema combinatorio, che nella tecnica sarà a 5 variabili e che pertanto richiede come pre requisito la perfetta padronanza dei meccanismi associativi propri del PA e del PAO; il tutto “condito” con una istantanea capacità di creazione di questi quadri mnemonici .

A) Il sistema prevede la presenza di 5 variabili che sono :
1) Persona; 2) azione; 3) aggettivo o insigna ( specificazione dell’attore/persona); 4) oggetto ,che prende parte all’azione o che si oppone; 5) determinazione circostante .
Sulle prime 4 variabili non c’è molto da aggiungere. La 5 ^ invece è una innovazione totale nella concezione degli spazi, è un secondo piano all’interno dell’immagine, che fa da sfondo, da secondo piano, senza interferire con la scena principale onde evitare confusione.

B) Ogni immagine ora è associata ad una sillaba di due lettere e non più ad una sola lettera:
la persona alla prima sillaba, l’ azione alla seconda, l’ aggettivo alla terza; l’ oggetto alla 4^, la determinazione circostante alla quinta. E’ sempre l’associazione tra persona e azione che cementa il sistema e consente l’immediato recupero di tutte le informazioni

Per la prima immagine, quella dei personaggi attori, vanno utilizzati volti noti e familiari, avendo anche più di un volto per la medesima sillaba. . << I vessilli che vanno più spesso in battaglia si prenderanno le truppe maggiori>>

Bisogna quindi richiamare un vero esercito di personaggi, dove per ogni lettera, ce ne devono essere almeno 5, uno per ogni vocale, per un totale quindi di 30 lettere*5 vocali = 150 attori personaggi.

Per la lettera B avremo : BA, BE, BI, BO , BU; per la lettera C avremo CA, CE, CI, CO , CU e così via. Giordano ricomprende anche i gruppi con la lettera k (KA, KE, KI, KO, KU) , x ( XA, XE, XI, XO, XU), y (YA, YE, YI, YO ,YU) e altre lettere riferite alla lingua greca (4) ed ebraica (3) per gestire tutte le possibili lettere esistenti (30).

Sono quindi previste le combinazioni di sole vocali : AA, AE, AI, AO, AU; EA, EE, EI, EO, EU; IA, IE, II, IO, IU; OA, OE, OI, OO, OU.
Quando le prime sillabe della parola iniziano per vocale, non è necessario costruire un altro set di personaggi: è sufficiente usare lo stratagemma suggerito da Giordano: mantenere gli stessi personaggi ma con una caratterizzazione opposta: ossia se BA equivale al personaggio Baudo vestito, AB equivale a Baudo nudo; altre caratterizzazioni possibili: seduto o in piedi per distinguere BA da AB, voltato da una parte o dall’altra e via dicendo.
Personalmente ho optato per la nudità. Nel sistema che ho costruito, quando la prima sillaba bielementare è chiusa, ossia finisce per consonante, come ad es ER, equivale all’immagine del personaggio della sillaba aperta RE – che per me è Renzi - visto però nudo.

PA = immagine di mio papà vestito; AP= immagine di mio papà nudo-

Giordano Bruno, se nella prima Praxis aveva utilizzato le immagini della Metamorfosi di Ovidio, nella seconda Praxis utilizza immagini recuperate da un’opera di Polidoro Virgilio, “De Rerum Inventoribus”, che tratta di inventori raggruppati per gruppi tematici, con le loro correlate azioni ed invenzioni, conosciute ai più dell’epoca.

Avremo quindi ad esempio per la B cinque immagini di inventori, associati a BA, BE, BI, BO, BU, che fanno la loro azione tipica, legata alla loro invenzione, in uno stato dell’essere (aggettivo), con un oggetto correlato ed un elemento di sfondo all’immagine così creatasi.
Tutti questi inventori sono persone per me perfettamente sconosciute e non visualizzabili con l’occhio della mente. Quindi ho semplicemente applicato l’insegnamento di Giordano Bruno, che invita ripetutamente a costruirsi i propri quadri e le proprie immagini. Ai loro busti ho sostituito quello di volti familiari o di personaggi famosi, a cui ho mantenuto però le stesse azioni, caratterizzazioni, oggetti ed elementi circostanti forniti da Giordano Bruno (anche e soprattutto per testare la qualità delle immagini create dal nolano)
Nell’elenco di Bruno EA viene declinato in Aristeo (personaggio), apicultore (azione), colpito (aggettivo) da una cometa (oggetto). Immagine circostante: Un arciere feroce con molte frecce, seguito da un uomo che tiene in mano un pane e una coppa di vino , preceduto da un altro uomo completamente nudo
Ad Aristeo ho semplicemente sostituito gli EAgle, il complesso musicale rock, vedendo la stessa scena con l’occhio della mente ma impersonificata dalla band musicale

C) Devono poi essere codificati tutti i casi in cui vi siano lettere eccedenti, ossia terminali oppure che stanno nel mezzo (dette liquide) di ogni singola sillaba; andranno quindi adottati degli accorgimenti specifici a seconda che queste lettere eccedenti siano nella prima sillaba, nella seconda, nella terza, nella 4^ o nella quinta sillaba, e a seconda appunto che siano terminali o nel mezzo, in modo da creare le diverse associazioni con le sillabe stesse.

Le lettere terminali sono la : C, G, L, M, N, P, NS, NT, R. S, T, B, e tutte le vocali; le lettere liquide (che stanno nel mezzo ) sono la L, N, R, (sono le stesse della prima Praxis) e raramente la Q e T.

Bruno dà dei suggerimenti concreti per le prime due sillabe: per le lettere terminali della prima sillaba, suggerisce di metterle sulla testa dell’attore personaggio ; le lettere liquide vanno invece posizionate sulla schiena o sul fondo schiena dell’attore; per la seconda sillaba suggerisce di inserire le lettere liquide nelle mani o nelle braccia di chi compie l’azione, e di alterare l’azione se sono lettere terminali .
Per la terza e quarta sillaba lascia di fatto all’inventiva ed arguzia personale la ricerca della soluzione pratica <<..provvederai con il tuo zelo, amico mio>>.
Per la quinta fa intuire che sono applicabili i medesimi espedienti utilizzati per la prima sillaba.
Vediamo di dare concretezza a questi ragionamenti apparentemente astrusi.

Il primo passo che ho dovuto compiere è la codificazione di queste lettere in una qualche immagine, che dovrà essere agganciata alla sillaba per portare tale elemento informativo e di differenziazione.
Queste immagini aggiunte sono inoltre diverse a seconda della sillaba in cui si trovano, tranne alcune.

Io ho creato questo sistema
1^ sillaba – lettere liquide, da inserire nella schiena del personaggio:
L= lama rotante; R= Rastrello; N= Neo rosso; Q= retino; T= martello
Lettere finali da apporre sulla testa dell’attore:
C= cesto; G= gel; L= lama rotante; M= macchia alopecia; N= neo; P= piume indiano; NS= nastro su orecchio sx; NT= net (rete); R= rastrello; S= seta (turbante); T= martello; B= berretto; D= arpa; F= stampella; Y= fionda: MP= mappa; ST= stuoia;
vocali: A= compasso o maschera; E= pettine; I = lampione; O= salvagente; U= ferro da cavallo (ho utilizzato la forma della vocale).

Esempio : SAr DO NI CO; nella prima sillaba c'è una lettera terminale, la R, ossia un rastrello in testa a Salvatore. Quindi l’associazione globale sarà Salvatore con in testa un rastrello (personaggio) cura i giardini (azione per DO) irritato (aggettivo per NI) da un corno (oggetto per CO).

2^ sillaba;
Le lettere liquide da apporre nelle mani dell’agente sono :
L= lucchetto; R= rubino; N= noce; ST = stuoia
Per le lettere terminali della seconda sillaba, ho deciso che chi compie l’azione si sporca con qualcosa rappresentativo della lettera terminale, oppure ha a che fare con un animale nel piede (del personaggio)
C= catrame; G= gelatina; L= letame; M= marmellata-melma; N= nutella; P= pozzanghera; NS = nastro; NT = net; R= rospo; S= salamandra; T= topo; B= bisonte; d= dromedario; F= stampella, Y= fionda; le immagini delle vocali sono le stesse della prima sillaba (forma della vocale)

Esempio: CO RIa CEo. In questa parole ho due lettere terminali, sia nella seconda (la a) che nella terza sillaba (la o)
Cornelio (CO) copre il volto di una donna mascherato (RI+ a) + l’immagine della terza sillaba con ulteriore aggiunta

Per le lettere liquide della terza sillaba, ho determinato che l’attore assuma determinate ed ulteriori caratterizzazioni
L= seduto ; N= piegato a novanta gradi; R= ritto; NT = tonto. Ho preferito non inserire un personaggio aggiunto
Per le lettere terminali della terza sillaba, ho assunto ulteriori specificazioni dell’attore
C= capelli dritti per corrente elettrica; G= gocciolante; L= luccicante; M= magnete (attira l’oggetto successivo); N= nero; P= puzzolente (fumi scuri); NS= annusante; NT= pulente con lo straccio; R= ragnatela; S= strillante con bocca spalancata; T= triturato; B= bollente; D= divorante; F= filante (bava); Y= yoyo;
vocali: A= arreso (mani alzate); E= escremento; I= illuminante; O= ordinante (braccio teso); U= urinante

Es. AL CA LOi DE.
Carmen Lasorella nuda (AL) travasa fiori (CA) provata e illuminata (LO+ i) da un buffone (DE)

Per la quarta sillaba, che riguarda l’oggetto, ho creato questo accorgimento:
L, R, N vengono tradotte nell’immagine LaNaRossa, che viene posizionata prima dell’oggetto (L), in mezzo (N) , in cima all’oggetto (R). La posizione di Lanarossa rispetto all’oggetto mi rivelerà quale è la lettera liquida presente nella sillaba
Per le lettere finali, ho stabilito che l’oggetto subisca una trasformazione:
C= colorato; G= gigante; L= lucido (quasi bianco); M= moccolo; N= nano; P= peloso; NS = neonato; R= ruvido (carta vetrata); S= sassoso; T= terroso; B= barricato; D= con dinamite accesa; F= ferroso; Y= yogurt;
vocali: A= appiccicoso (come l’alga); E= erboso; I= inchiostro; O=ossuto; U= uvato (macchie)

Per l’ultima sillaba, la 5^, in caso di lettere liquide o terminali, applico i medesimi accorgimenti utilizzati per la prima sillaba (perché l’immagine aggiunta ha la stessa struttura ; una persona che fa qualcosa con delle caratterizzazioni ed elementi accessori).
Applicando il principio che tutto ciò che è superfluo non va memorizzato, Giordano Bruno suggerisce di non considerare mai la U dopo la Q: il suono della Q infatti non muta, con o senza la U.

Vi sono poi altre casistiche, che Giordano Bruno non ha trattato lasciando al lettore le sue specifiche soluzioni : è il caso ad esempio delle parole che iniziano per ST seguita da consonate e per S seguita da un’altra consonante.
Ho stabilito che quando si presenta ST in prima posizione, equivale ad una stuoia su cui si svolgerà l’azione del personaggio.
Es. stramazzare viene così scomposta: ST RA MAz ZA RE. Sulla stuoia il personaggi RA farà l’azione MA (MA + caratterizzazione aggiuntiva z) con l’elemento distintivo previsto per ZA con l’oggetto previsto per RE.

Se la parola inizia per S seguita da un’altra consonante, S diventa un serpente sul quale il personaggio fa la sua azione. Es. sparare viene scomposta in S PA RA RE : sul serpente il personaggio PA fa l’azione RA con la specificazione dell’essere (aggettivo) prevista per RE.

Vediamo ora come ho allestito concretamente il sistema complessivo
Gran parte del lavoro è stato già preparato da Giordano Bruno, in quanto nel De Umbris Idearum ha fornito un elenco di oltre 35 pagine ricomprendenti 150 inventori (un altro precetto importante di Bruno è di inserire sempre il personaggio in un loco; << gli adiecta si applichino ai subiecta, connessi gli uni agli altri>>) che fanno 150 azioni, con 150 caratterizzazioni (aggettivi), con 150 strumenti e 150 figure di sfondo.

Il sistema, come sempre, va memorizzato a ruote ferme: ci sono 150 loci ed almeno 750 quadri mnemonici o momenti visivi scanditi in ordinata sequenza :in realtà sono molti di più in quanto ogni singola figura di sfondo è scomponibile a sua volta in 4- 5 momenti visivi.

Il sistema combinatorio in movimento diventa qualcosa di davvero impressionante: le possibili combinazioni di parole che si possono creare con questa tecnica sono pari a 75,9 miliardi (150*150* 150* 150 * 150).

A questo punto avevo la necessità di crearmi 150 personaggi rappresentativi delle sillabe bi elementari aperte (con l’accorgimento della nudità avevo già risolto in automatico il problema delle sillabe bielementari chiuse) da inserire in 150 loci, attribuendo loro i “vestiti già preconfezionati “ da Giordano Bruno.
Per ogni lettera dell’ alfabeto ho identificato quindi, in via preliminare, i personaggi rappresentativi delle singole sillabe. Per quelle che sono più ricorrenti ho utilizzato diversi personaggi per rappresentare la medesima sillaba. Il criterio selettivo che ho utilizzato è quello della scansione alfabetica. Esempi:
Ba= Baresi; Battiato ; BE = Beppe (mio amico); Beppe (Bergomi il calciatore) ; Bi = Bisio (il comico); Bo = Boldi; Bu = Buccino (il cognome di un amico).
Tutti questi personaggi dovevo poi collocarli in luoghi facilmente richiamabili e tra loro interconnessi.
Ho utilizzato il criterio della scansione alfabetica dei loci, utilizzato in modo sistematico da Metivier per la memorizzazione delle parole straniere
Ad esempio ho identificato come loco principale della lettera B la Banca (la prima cosa che mi è venuta in mente) nello specifico la filiale in cui ho fatto il direttore per diversi anni.

Alla banca ho associato diversi sotto loci: l’ingresso della filiale in cui ho ambientato la scena che coinvolge Baresi (e Battiato; anche Battiato infatti farà esattamente le stesse cose di Baresi);
il lato opposto della strada, in cui ho ambientato la scena in cui viene coinvolto Beppe (sia il mio amico che Beppe Bergomi il calciatore);
l’ingresso di un bar vicino alla banca in cui ho collocato la scena che coinvolge BI (Bisio) e così via.

Da un loco principale facilmente richiamabile per la corrispondenza delle sue iniziali, collego dei sotto loci o loci adiacenti, già presenti nella memoria a m/l e spontaneamente selezionati dall’occhio della mente . Una volta scelta la Banca, ho chiuso gli occhi e mi sono fatto guidare nella scelta di questi loci adiacenti, sulla base di quello che la mia mente ha recuperato spontaneamente e senza sforzo, in quanto informazioni già sedimentate nella memoria a m/l.

Altro esempio: D= Diana = mia moglie = casa dove viveva quando eravamo morosi
Nel loco D= casa di Diana, ambienterò tutte le scene degli attori DA (Damiano), DE (Dennis , amico di scuola), DI (Dinarda , professore delle superiori), DO (= Dolores, mia cugina) , DU (= D’URSO la presentatrice)

Sono partito quindi con la costruzione di un file excel composto da diverse colonne.
Esempio: cosa ho scritto con la B nel file excel:
Prima riga composta da due colonne: nella prima colonna ho inserito il nome della lettera (vessillo - B) con a fianco il nome del loco generale di ambientazione di tutte le 5 scene riferite al vessillo (Banca)
Nella seconda riga, disposte su sette colonne ho scritto:

SILLABA (BA) ; LOCO (ingresso Filiale); Personaggio (Baresi/Battiato); azione (sul carro) ;ggettivo (assonnato) ;strumento (con ulivo in mano) . Immagine di sfondo (Un cavaliere che tiene nella mano sinistra un serpente e nella destra una lancia; davanti a lui una lampada di fuoco accesa e una brocca d'acqua).
Così via sino alla sillaba Bu.

Vessillo L = LATTERIA
………
Sillaba (LU) ; LOCO ( Gioielleria vicina alla latteria) ;Personaggio (Luciano , mio zio) – azione (imbottiglia) ; aggettivo/insegna (trafitto) ;oggetto (da uno sciame di vespe) ; immagine di sfondo (Un uomo rossiccio vestito di abiti rossi che porta un pesante scettro di ferro e cavalca un lupo).

Per memorizzare efficacemente le diverse immagini, bisogna abituarsi ad andare nel dettaglio. L’uomo vestito di abiti rossi deve essere identificato con qualcuno di specifico, non deve essere pensato come un uomo qualunque. Il particolare, è noto, aiuta sempre la memoria (questo accorgimento è usato in via sistematica da Dominic O’Brien)

Vessillo H = Hospital (loco di ambientazione di tutte le sillabe HA, HE, HI, HO, HU)

Es: sillaba (HE) ; LOCO (Monumento nell’area informazioni) ;Personaggio (Heather Parisi);azione (martella) ;aggettivo/insegna (povera) ;oggetto (sotto la pioggia) ;immagine di sfondo (Un uomo dal volto di cervo sopra un drago tiene nella destra un gufo che inghiotte un serpente).

Per quanto concerne gli aggettivi, la difficoltà sta nell’ abituarsi a renderli visibili, con accorgimenti che sono sempre del tutto personali. Nella scena di Heather Parisi, immaginarla povera per me significa vederla con dei pantaloni bucati e rotti.

Lentamente si entra in logiche di memorizzazione del tutto nuove e particolari. Con l’occhio della mente dapprima bisogna scandire bene i diversi momenti visivi corrispondenti alle diverse sillabe, aiutandosi con i dettagli e usando molte specificazioni (non un uomo qualunque, ma Mario; non un vestito qualunque, ma un vestito rosso sgargiante, non un bambino incatenato qualunque ma Riccardo il bambino vicino di casa incatenato ecc. )
E’ un sistema che va sperimentato concretamente sul campo , altrimenti tutte le dinamiche che si creano, a livello visivo e di formazione delle immagini , non sono minimamente immaginabili e quindi descrivibili

Il tutto deve poi essere “amalgamato” in una visione unitaria, con la comparsa defilata dell’innovativo elemento di sfondo.

Le scene scelte da Giordano Bruno come sfondo colpiscono molto la fantasia. Sono un elemento distaccato ma che al proprio interno presenta ulteriori articolazioni visive. La scena di sfondo infatti presenta quasi sempre, al suo interno, un personaggio, che fa qualcosa in uno stato dell’essere con qualcosa/qualcuno
Esempi per capire di cosa parliamo.
Un uomo sta uccidendo Argo; impugna una lancia nella mano destra e un bastone nella sinistra; vicino a lui una giovenca si pasce dell'erba verde

Un uomo armato cavalca un leone, il cui elmo è beccato da un avvoltoio. L'uomo è di aspetto truce
Anche in questo caso, fornisco un volto a questo uomo, che per me diventa Lerch della famiglia Adams.

Una vergine che tiene nella mano sinistra uno scudo rotondo e scaglia un dardo con la destra, seduta sopra un coccodrillo.

Un uomo di colore fulvo (Vanni il mio vicino ) vestito di abiti rossi che porta un pesante scettro di ferro e cavalca un lupo.

Un uomo rossiccio (Paolo soprannominato il ros), vestito di abiti gialli, con la testa cinta d'oro, con un gallo nella mano destra, cavalca un leone.

Un uomo che lancia con la mano destra dei tizzoni di zolfo ardente e con la sinistra tiene salda la testa di un leopardo che di malavoglia si fa cavalcare da lui.

La prima immagine dell’ariete riporta: “Ascende un uomo nero, di smisurata statura, con occhi ardenti, volto severo, in piedi cinto da un candido mantello ”.
Un’immagine mnemonica questa potente già di suo, da porre in debole relazione con l’attore/personaggio principale: immaginando magari l’uomo nero che fissi l’agens con i suoi occhi ardenti; o che fissi con il suo volto austero la scena che si svolge davanti a lui.

Le immagini di sfondo sono state scelte da Bruno dal De occulta Philosophia di Agrippa: immagini di decani dello Zodiaco, di case astrologiche, dei diversi pianeti ecc. Questo materiale era di grande diffusione e conoscenza e di forte “impatto visivo “, ecco perché è stato utilizzato.
Nessuno scopo occulto, ermetico, magico, o talismanico, semplicemente un modo di far comprendere a tutti la sua tecnica innovativa. La Yates, insigne studiosa dell’arte della memoria, in questo caso ha preso una cantonata pazzesca, attribuendo al sistema delle ruote di Giordano influssi astrali, magici ed occulti.

Niente di tutto questo, le ruote sono una rappresentazione delle variabili (sillabe) di una parola, che consentono con il meccanismo combinatorio descritto di tramutare qualunque parola in qualcosa di visibile all’occhio della mente.

L’insigne studiosa ha tratto delle conclusioni errate, basate su presupposti teorici non suffragati dalla sperimentazione pratica.
Il tutto è confermato dal fatto che della prima Praxis, che è propedeutica alla corretta applicazione e comprensione della seconda, la Yates non dica proprio nulla

5ruotegiordano

Appare evidente che la memorizzazione di questi quadri mnemonici implica, nella fase di costruzione della tecnica, una meticolosa e scientifica attività di revisione, scadenziata in modo rigoroso, per sfruttare ed ottimizzare al massimo i ritmi della memoria.
Quindi man mano che procedevo con la costruzione delle mie scene ambientate nei loci da me scelti, contestualmente programmavo su file excel i ripassi programmati, sapendo da subito che la fase iniziale sarebbe stata la più impegnativa. Maneggiare a livello visivo cinque variabili non è uno scherzo, bisogna affinare e sviluppare certe abilità.
Solo provando, sbagliando, riprovando e correggendo si riescono a trovare i giusti automatismi. Nella fase iniziale, come in tutte le cose nuove, ho incontrato non pochi ostacoli e difficoltà, ma non mi sono mai perso d’animo.
Il bello è trovare poi le proprie contromisure e soluzioni a casi che non sono magari neanche codificati (ad esempio la S+consonanti o le casistiche delle lettere eccedenti).
Giordano Bruno , come già precisato, fornisce solo generiche indicazioni di come trattare le lettere eccedenti, lasciando all’inventiva del lettore la ricerca delle appropriate soluzioni. Questo modo di impostare le cose aiuta lo spirito di iniziativa, la ricerca di soluzioni anche non convenzionali, la sperimentazione, un approccio insomma che favorisce la crescita mnemonica e personale.

Col tempo e l’esercizio costante , le associazioni acquisiscono velocità e si incastrano tra di loro in modo omogeneo e rapido.
L’applicazione di questo sistema, per maneggiare il quale ho dovuto scalare una montagna, in senso metaforico, mi ha portato però enormi benefici in campo mnemonico.

<<… cosa avverrà in questa, per la quale l’abitudine richiede un periodo di esercizio oltremodo breve? Qui tre o quattro mesi ti arrecheranno migliori e più corrette capacità rispetto a quelle che là potresti ottenere di sicuro in sei anni . Stiamo infatti scoprendo il modo di collocare in qualsivoglia dei singoli subiecta ciascuno dei termini che vogliamo ritenere a memoria, nella loro interezza, e molte altre cose più importanti, come appare evidente nei SEGRETI della CLAVIS MAGNA>>

Quando ti abitui a scomporre e ricomporre articolati e diversi quadri visivi, la capacità e velocità di associazione in generale aumentano esponenzialmente.

Il sistema combinatorio di Giordano Bruno mi ha consentito di estendere ulteriormente il mio memory system: al sistema Pao che avevo già creato per memorizzare qualunque combinazione di tre lettere, ho aggiunto un sistema combinatorio a 5 lettere semplificato, con lo schema proposto da Bruno, ma con immagini e figure di sfondo di mia esclusiva costruzione, per prevedere anche i casi di lettere senza un significato (es WTRYS; PZXRT, YYZVQ ecc.)

La velocità di creazione delle immagini PAO nella memorizzazione delle carte da poker o delle immagini PAO dei numeri in generale ha avuto un beneficio notevole.

Nella memorizzazione della sequenza rosso e nero di un mazzo da poke di 54 carte, ho più che dimezzato i tempi (sono sceso a 32 secondi, utilizzando la logica binaria che converte le 54 carte di un mazzo in tre sole immagini posizionate in 3 loci); ma di questa tecnica particolare parlerò eventualmente in un altro post.

Quando ci si è impadroniti del sistema, si può inoltre sfruttare la strutturazione gerarchica insita nella sequenza delle immagini a ruote ferme. Mi spiego meglio.
Le ruote sono la rappresentazione di personaggi, azioni, stati dell’essere, oggetti, elementi circostanti, la cui successione è ordinata e scandita da un ordine alfabetico e cristallizzato nelle scene ambientate nei diversi loci.

Posso utilizzare tutte queste immagini, aventi tale articolazione gerarchica, come loci esse stesse, per strutturare ed ordinare qualunque tipo di materiale informativo –
<< Non c’è nulla che possa impedirti di usare gli adiecta alla stregua dei subiecta>> (adiecta sta per immagini, subiecta per loci).

Ad esempio in una stanza al centro inserisco il personaggio BA con l’immagine del titolo del capitolo, ai 4 angoli i personaggi BE, BI, BO, BU, rappresentativi dei paragrafi di quel capitolo.
Per il contenuto del paragrafo 1, ossia BE, abbino le parole chiave del paragrafo, precedentemente estrapolate, ai loci/immagini relativi alla sillaba BE; abbinerò una o due parole chiave del primo paragrafo al personaggio attore Beppe, altre parole da ricordare alla sua azione, altre all’oggetto, altre parole ancora allo stato dell’essere di Beppe.
Per gli elementi di sfondo posso accontentarmi di due parole o addirittura posso senza problemi arrivare ad una sotto strutturazione di ulteriori 10 elementi :ogni scena di sfondo è costituita infatti da 4-5 diversi momenti visivi a cui abbinare coppie di parole da memorizzare.

Il sistema delle cinque ruote mi garantisce minimo 750 immagini , già ben collocate nella memoria.
In realtà le immagini sono ben di più, perché la scena di sfondo si articola, come già evidenziato, in ulteriori momenti visivi scomponibili in sequenza

Ecco un passaggio che eleva alla ennesima potenza la tecnica di Giordano Bruno .

Se necessito di 75.000 concetti ed informazioni da ordinare e memorizzare, come posso estrapolare o creare una simile struttura mnemonica, apparentemente irrealizzabile?

Il passaggio chiave, che non tutti coglieranno nelle sue complete sfumature, è invece questo.

Introduco 100 personaggi itineranti, rappresentativi dei numeri che vanno da 00 a 99. Questi personaggi possono essere stati costruiti con la conversione fonetica, il Dominic System, con associazioni arbitrarie, come ognuno vuole.

Alle immagini /loco della 2^ praxis -750 per difetto - faccio interagire in sequenza i diversi personaggi rappresentativi dei numeri, ad uno ad uno, che interverranno nei diversi quadri mnemonici che costituiscono l’essenza della 2^ praxis ;

Ogni personaggio interagirà con ogni immagine loco, generando un unico elemento informativo , sempre diverso. Vengono quindi creati dei segni mnemonici a partire da un materiale visivo già sedimentato, avendo metabolizzato il sistema combinatorio delle 5 ruote, trasformando e adattando queste scene alle informazioni che devo raffigurare

Posso quindi organizzare qualcosa come 75.000 concetti, perfettamente ordinati e strutturati gerarchicamente
Non è una costa sbalorditiva poter ricordare 75.000 concetti, ben distinti e richiamabili, sempre ricostruibili nella loro perfetta sequenza e gerarchia ?
Il loro richiamo mi sarà garantito sia dalla scansione numerica del personaggio itinerante, che è esso stesso un numero, sia dall’ordine incontrovertibile delle scene e dei momenti visivi della 2^ praxis, sia dalle particolari interazioni che si generano, portatrici esse stesse di contenuto informativo sempre diverso

E’ questo un altro modo incredibile per dilatare a dismisura i loci e gli spazi della fantasia .
E’ un'altra notevole applicazione dei meccanismi combinatori insegnati da Giordano Bruno, da pochi compresi nella loro reale portata operativa.

A mio avviso, Giordano Bruno è il vero genio della mnemonica, il più grande in assoluto. Qualcosa come 600 anni fa (non oso pensare cosa avrebbe concepito ai nostri tempi con le moderne tecnologie informatiche):

• ha inventato il Person Action (PA), utilizzato in modo sistematico dall’8 volte campione mondiale di memoria Dominic O’ Brien;

• ha inventato il PAO. Il vincitore del World Memory Champion 2017 utilizza il Pao; i primi 5 atleti nelle prime 10 posizioni nel
ranking mondiale utilizzano questa arte combinatoria (segnalo la scuola della Mongolia, davvero forte nell’utilizzo del PAO )

• era perfetto conoscitore del link – da lui denominato catena

• è stato assoluto anticipatore del meccanismo dei locks (o schedari) della conversione fonetica;

• ha introdotto una nuova concezione dei loci , vedasi il concetto di loco atomo e di di loco attributivo, nonché innovative
modalità di interconnessione degli spazi mnemonici (impaginatore);

• ha creato strutturazioni dei loci molto articolate e sofisticate, di profondità e complessità notevolmente superiori a quelle
utilizzate ad esempio dal contemporaneo e da me più volte citato Dean Vaughn ( vedasi ad esempio la organizzazione a base
quattro di Giordano Bruno spiegata in Explicatio Triginta Sigillorum); strutturazione degli spazi con tali livelli di complessità li ho
trovati unicamente in Gregor Von Feinagle (1760-1819);

• ha introdotto il principio delle associazioni arbitrarie ed è stato fautore di una nuova concezione ed organizzazione degli spazi,
usando le immagini stesse come loci per accogliere ulteriore materiale informativo ;

• ha concepito ulteriori sistemi combinatori sia per la memoria verborum che per la mermoria rerum;

• ha ideato espedienti incredibili , enunciati sotto la forma di sigilli da scoprire, che posso in questa sede solo elencare e contenuti in Explicatio Triginta Sigillorum:
Il campo; il cielo; la catena; l’albero; la selva; la scala; l’innestatore; il coltivatore; la tavola; l’impaginatore (questo ormai penso sia noto a quasi tutti in questo forum); il vessillo; Zeusi ovvero il pittore; Fidia ovvero lo scultore; Dedalo; il propagatore od il personaggio; il numeratore; il centurione; l’organizzazione a base quattro; l’organizzazione binaria o circolare; la sillaba e la lettera; la ruota del vasaio (ho tratto spunto da questo sigillo ad esempio per risolvere il quesito pratico di Antonio sulle IPA - vedasi mio recente post in merito) ; la fonte e lo specchio; il medico empirico; il dado o l’azzardo; il cielo; i campi, i giardini e gli antri di Circe; il pellegrino; l’accampamento e il tempio della Cabala; il combinatore di sillabe; l’interprete.

Trattasi di tecniche enunciate come sigilli o segreti da scoprire, da usare singolarmente od in modo combinato, con possibilità di sempre nuove applicazioni ed utilizzi, come sempre suggerito dal nolano nelle sue opere-

Il sistema combinatorio delle 5 ruote di Giordano Bruno, al di là del campo mnemotecnico, in tempi non sospetti poteva essere utilizzato anche come una forma di linguaggio cifrato.
Se dovevo impartire l’ordine : AT TAC CA RE, era sufficiente scrivere in una missiva : TArdelli nudo (AT) accende i ceri di catrame (TA +c) calpestando (CA) stoffa (RE), certo che nessuno avrebbe potuto capire tale messaggio, tranne coloro che avessero interiorizzato tale “linguaggio mnemonico.

Ritornando alla mnemotecnica, penso che la cosa importante sia l’efficacia di uno strumento o di una tecnica, non tanto la data di concepimento o genesi. Non esistono tecniche antiche o moderne, esistono tecniche efficaci che funzionano e tecniche inefficaci.

I fondamenti della memoria artificiale sono stati tramandati per oltre 2500 anni e ancora funzionano; ritengo che loci ed immagini continueranno ancora ad accompagnarci per lungo tempo.
Oggi non scorgo “invenzioni” sostanziali o radicali. Spesso vengono spacciate come nuove tecniche che di innovativo presentano ben poco, essendo sovente la composizione o ricomposizione di insegnamenti e precetti già codificati nel tempo, ma magari poco conosciuti ai più.

Alla conversione fonetica Bruno non ci era arrivato, probabilmente non ne aveva bisogno: con l’espediente del numeratore aveva già risolto il problema della memorizzazione dei numeri.

Interessanti al giorno d’oggi sono a mio avviso le tecniche utilizzate per “comprimere” le informazioni, tradotte sempre poi in immagini apposte in loci con metodologie particolari: alludo al Ben System ed alla sua derivazione Shadow System, funzionali alla memorizzazione di carte e numeri ordinari e binari in lunghissime sequenze, che ben si prestano per la fonetica anglosassone ma che mal si sposano con la lingua italiana.

Leonardo, spero di averti chiarito , almeno in parte , il meccanismo di funzionamento del sistema combinatorio di Giordano Bruno, in questo mio post che è il più complesso di quelli da me scritti in questo forum, estremamente articolato vista la necessità di inquadrarne i presupposti metodologici e le estensioni operative.
Indirettamente, nel corso della trattazione, ho anche dato una possibile risposta ai quesiti di Massimiliano Masala sulle modalità di memorizzazione dei numeri prima della conversione fonetica.

Non posso quindi che terminare questo post usando le stesse parole usate da Giordano Bruno: << ecco dunque che quest’arte annulla tutte quelle che l’hanno preceduta in questo genere, e non teme di essere annullata un domani da quelle che seguiranno>>

Viva

Edited by Muriel. - 17/5/2020, 09:17
 
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view post Posted on 5/5/2018, 21:55     +1   -1
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AndrewAre
view post Posted on 8/5/2018, 11:27     +1   -1




Ti ringrazio moltissimo Muriel!! Davvero fantastico!
 
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AndrewAre
view post Posted on 10/5/2018, 11:16     +1   -1




CITAZIONE
Alla conversione fonetica Bruno non ci era arrivato, probabilmente non ne aveva bisogno: con l’espediente del numeratore aveva già risolto il problema della memorizzazione dei numeri.

Questo espediente sarebbe il PAO?
 
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view post Posted on 11/5/2018, 18:27     +1   -1

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<<questo espediente sarebbe il PAO?>> (AndrewAre)

Ciao AndrewAre, la tua domanda mi dà lo spunto per fare alcune considerazioni.
Il numeratore è l’espediente utilizzato da Giordano Bruno per memorizzare i numeri. Il nolano fornisce alcune soluzioni, nella cui versione più avanzata convergono verso il Pao System.

La prima variante, contenuta in “Explicatio Triginta Sigillorum”, prevede di associare a ciascun numero figure differenti che per la forma delle stesse richiamano il numero
Una colonna ad esempio per indicare l’unità, un portico per il numero due, uno sgabello per il numero 3, una cassapanca per il numero 4, una sedia per il numero 5, una tavola per il 6, un altare per il 7, un letto per l’otto, un patibolo per il 9, un albero per il 10.

Alle stesse figure , a seconda delle diverse decine, sono associate diverse caratterizzazioni consistenti in materiali differenti: alla prima il lino, alla seconda la lana, alla terza il cuoio, alla quarta decina il legno, alla quinta la pietra, alla sesta il cristallo, alla settima il ferro, all’ottava il bronzo, alla nona l’argento, alla decima l’oro.

Avrò quindi ad esempio :
sgabello =3.
3= di lino; 13= di lana; 23= di cuoio, 33= di legno; 43= di pietra; 53= di cristallo; 63= di ferro; 73= di bronzo; 83= d’argento; 93= d’oro

La forma del numero nella concezione di Giordano Bruno non ricomprende solo quell’oggetto con tre gambe ma tutto ciò che per conformazione, connessione ecc. è in grado di essere nominato come caratterizzante del numero tre.
Ad esempio il tre non è solo lo sgabello, ma anche un tricorno , un tripode o tutto ciò che porta nella sua configurazione esteriore un qualcosa di ternario.
Lo stesso ragionamento viene applicato ai materiali: può essere concepito di lino non solo ciò che è tale ma tutto ciò che vi può essere aggiunto, applicato o associato . Pertanto, anche attraverso un chiodo conficcato in una colonna, realmente o per fantasia, possiamo intendere una colonna come fatta di ferro (ossia il numero 61); anche uno sgabello arrugginito quindi può essere inteso come fatto di ferro ( nr 63).
Una tavola (nr 6) luccicante può essere concepita come di cristallo , quindi corrispondente al numero 56.

Ho quindi diverse immagini delle unità combinate con altrettante caratterizzazioni che andranno a rappresentare le diverse decine.
Questo modo di specificare le forme ed i materiali determina la necessaria varietà per comporre con immagini specifiche tutti i primi 100 numeri , come fossero locks o schedari della conversione fonetica.

Le molteplici figure sono raggruppate per valore tematico, in modo omogeneo, all’ombra dei “vessilli” rappresentativi delle diverse categorie.

Alla modalità appena descritta , contenuta nell’opera Explicatio Triginta Sigillorum, Giordano Bruno aggiunge una variante nel libro Canto Circeo; le decine, invece che per il tramite di materiali, vengono espresse per mezzo di strumenti legati alle categorie dei mestieri ; avremo quindi strumenti dell’agricoltura per la prima decina, della lavorazione del ferro per la seconda, strumenti dell’arte militare per la terza, della sartoria per la quarta, della lavorazione della lana per la quinta decina, dell’orticoltura per la sesta, della cucina per la settima, della medicina per l’ottava, dell’arte tonsoria per la nona, dei riti funebri per la decima .

Per ampliare ulteriormente la portata del sistema, è sufficiente inserire ulteriori elementi caratterizzanti , espressione delle centinaia - combinati con le immagini delle unità e delle decine.

In De Imaginum Compositione l’espediente del numeratore trova la sua manifestazione più elevata: alcuni personaggi agenti – per le unità – sono messi in relazione con degli oggetti – le decine – e con delle caratterizzazioni sotto forma di azioni – per le centinaia - con delle figure assistenti per le migliaia.

Questi gruppi di elementi vengono mescolati fra di loro per raffigurare, in una scena unitaria, il numero da memorizzare.

E’ come comporre una parola con le tecniche per la memoria verborum illustrate nella descrizione delle Praxis di Giordano Bruno: l’agente unità compie un’azione – espressione delle centinaia - assieme all’oggetto delle decine, in relazione alla figura assistente scelta per le migliaia.
E’ l’arte combinatoria, applicata in questo caso alla memorizzazione dei numeri.

Una tecnica avanzata che sgretola letteralmente i più rudimentali sistemi introdotti da Pietro da Ravenna, Romberch e Rosselli, che non avevano quella varietà e mutevolezza di immagini proprie del sistema combinatorio del nolano e che soffrivano quindi del problema della ridondanza delle medesime immagini.

La logica di raggruppamento in categorie omogenee utilizzata da Giordano Bruno ha trovato pratiche applicazioni in tempi moderni.
Mi riferisco in primis alla tecnica utilizzata da Tony Buzan, il suo famoso SEM al cubo

Tale sistema sfrutta il principio del cosiddetto “fattore ghiaccio”, in modo definito e strutturato , per conservare e recuperare una notevole quantità di informazioni .
Le immagini schedario che ognuno si è personalmente costruito con la conversione fonetica, vengono utilizzate in 100 modi diversi, raggruppate per omogenee categorie, cercando di coinvolgere tutti e 5 i sensi , utilizzando i principi della conversione fonetica.

L’ambientazione dello stesso personaggio in scenari e contesti diversi creerà sempre quadri associativi differenziati ;immaginare Belen ad esempio, espressone del nr 12 (t, d) in un blocco di ghiaccio è ben diverso che immaginare la stessa Belen nella lava incandescente od in uno stagno melmoso o con in sottofondo il suono di un tamburo assordante

Il risultato è la possibilità di avere qualcosa come 10.000 punti di partenza, definiti , strutturati , sempre richiamabili nel loro perfetto ordine, a cui attribuire diverse aree del sapere

sem3_1[/IMG]

L’applicazione del principio delle categorie omogenee introdotto da Giordano Bruno è stato concretamente utilizzato anche dal campione americano di memoria Nelson Dellis, per estendere il suo originario Pao a mille personaggi e mille oggetti, il cosiddetto Millenium Pao: 1000 Personaggi che fanno 100 azioni con 1000 oggetti.

In pratica è passato da un Pao cosiddetto 2-2-2- , ossia con un personaggio portatore del valore di due numeri , con una azione rappresentativa di 2 numeri ed un oggetto a cui sono abbinati altre 2 cifre , ad un sistema più evoluto : un Pao 3-2-3.
Questo significa abbinare 3 numeri a personaggio, due numeri ad azione e tre numeri ad oggetto.

In un loco quindi, l’immagine unitaria di un personaggio che compie un’azione con un oggetto, ingloba 8 numeri invece di 6 (3+2+3). In una stanza strutturata secondo la metodologia di Dean Vaughn, posso memorizzare 80 numeri invece di 60 . Un incremento dell’efficienza del sistema di oltre il 33%.
In caso di lunghe memorizzazioni vengono quindi ulteriormente compresse le informazioni numeriche con risparmio di immagini e di loci da utilizzare . A parità di immagini mnemoniche utilizzate, aumentano in maniere considerevole quindi i numeri memorizzati
Cerco di rendere concreti questi concetti.

Nelson Dellis dopo aver per anni utilizzato un Pao tradizionale, ha esteso progressivamente il suo set di personaggi da 100 a 1000; dopo aver metabolizzato tutti i 1000 personaggi, ha aumentato il set di oggetti da 100 a 1000 . Le azioni tipiche vengono invece sempre mantenute (è praticamente infatti impossibile differenziare efficacemente 1000 azioni).

Esempio pratico tratto dal mio millenium Pao in corso di costruzione
Nel mio sistema Pao originale, costruito senza la conversione fonetica (ma in caso di conversione fonetica il principio rimane comunque il medesimo), il numero 04 corrisponde ai Minions del film-cartoon.
Estendendo il Pao tradizionale verso un millenium Pao, a tutte le centinaia che finiscono per 04 saranno associati personaggi dei cartoons (categoria per il numero 04)
Quindi: 104, 204, 304, 404, 504, 604, 704, 804, 904 corrisponderanno a personaggi di cartoni animati; 004 rappresenta sempre l’originaria figura 04 dei minions, vessillo di questa categoria omogenea di personaggi attori

Per sfruttare ulteriori marcatori mnemonici, posso utilizzare la scansione alfabetica del dominic system o della conversione fonetica.
Col primo sistema 1 sta per A, quindi 104 = A= Apemaia (cartone che inizia appunto per a); 2 nel dominic system = B, quindi 204 = Bia (cartone dei miei tempi che inizia per B); 3= C; 304 = Cattivissimo Me (cartone che inizia per C) 4=D; 404 = Doraemon (cartone che inizia per D); 5= E; 504 = Eta beta (personaggio dei cartoni che inizia per E); 6= S; 604 = Scooby (cartone che inizia per S); 7 con il Dominic System = G= 704 = Goldrake (cartone che inizia per G); per l’8 utilizzo i codici della conversione fonetica, dove al numero 8 corrispondono le lettera f o v; quindi 808 sarà F = Flinstones (cartone animato che inizia per F);
9, ritornando al Dominic System = N; 909 = Ninja (cartoon moderno).

Questo è anche un esempio concreto di uso combinato di due diverse tecniche, la conversione fonetica ed il Dominic System, sempre perfettamente sovrapponibili fra di loro.

Ogni personaggio del Pao tradizionale diventa rappresentativo di una categoria , che consentirà in modo omogeneo la dilatazione del set dei personaggi : es. 05 nel mio sistema è un calciatore, quindi tutti i numeri che finiscono per 05 saranno calciatori: 105, 205, 305, 405, 505, 605, 705, 805, 905. Ad esempio 105 corrisponderà ad Altobelli in quanto A=1;= 105; 805 (per gli 8 utilizzo sempre la conversione fonetica) sarà V = il calciatore Virdis = 805.

Attualmente sono arrivato alla costruzione di 800 personaggi. Una volta raggiunti i mille, proverò a testare le performance del nuovo sistema mantenendo il resto dell’impianto originario, ossia i 1000 personaggi faranno le loro 100 azioni tipiche con gli originari 100 oggetti. In caso di responsi positivi, dovrò dilatare gli oggetti da 100 a mille.

Non necessariamente un sistema più evoluto funziona meglio. Prendiamo due esempi opposti; l’ex campione del mondo di memoria Wang Feng ha vinto i campionati memorizzando migliaia di numeri utilizzando sistemi quasi elementari , costituiti da un mix del sistema della forma del numero e del sistema della rima. L’americano Alex Mullen invece è diventato campione del mondo con sofisticatissimi sistemi per la memorizzazione dei numeri e delle carte

Viva
 
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view post Posted on 12/5/2018, 10:53     +1   -1
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Attualmente sono arrivato alla costruzione di 800 personaggi. Una volta raggiunti i mille, proverò a testare le performance del nuovo sistema mantenendo il resto dell’impianto originario, ossia i 1000 personaggi faranno le loro 100 azioni tipiche con gli originari 100 oggetti. In caso di responsi positivi, dovrò dilatare gli oggetti da 100 a mille.

Vogliamo la lista dei personaggi!!!! Scherzo ovviamente, io mi fido al 100% perché ti ho conosciuto di persona e ho impiegato poco a capire chi eri quando sei arrivato qui. :D

Di seguito i miei due schedari personali di personaggi (il terzo lo sto costruendo nella sezione sviluppo), sono gli Screenshot di una cartella, in realtà sono tutte singole immagini jpeg, li metto in uno spoiler perchè sono cento immagini tutte ordinate ed è possibile vederle bene con il PC, con lo smartphone bisogna allargare troppo. Se penso che tu sei a 800 personaggi e vuoi arrivare a 1000, mi chiedo quanto tempo ci vorrà fisicamente per consolidare questa tua struttura. Perché una mnemotecnica così "estesa" se inutilizzata, tenderà a frammentarsi nel tempo. Anche l'ordine dei personaggi mi è poco chiaro e mi chiedo quanto potrebbe sopravvivere se tu poi smettessi di usare questo tuo schedario visivo per oltre un anno.
Schedario visivo di personaggi 1-100 prima serie Ken il guerriero

Schedario visivo di personaggi 1-100 prima serie Lie to me.

Non è che ho capito bene cosa vuoi fare con questa super tecnica che stai costruendo, ma sei riuscito a incuriosirmi parecchio, non tanto per la tecnica che stai sviluppando ma per quello che stai cercando.
E' evidente che professiamo la stessa arte ma abbiamo metodi e scopi differenti per quanto riguarda il raggiungere obbiettivi pratici.

CITAZIONE
Non esistono tecniche antiche o moderne, esistono tecniche efficaci che funzionano e tecniche inefficaci.

Ogni mnemotecnica sviluppata da mnemonisti della storia o da persone che avevano bisogno di tenere a mente più informazioni del normale, ha un suo periodo di riferimento storico in uno specifico contesto ambientale. Per me (ma è solo un mio punto di vista), tutta la mnemonica che risale a prima del secolo scorso e tutti quei trattati dei personaggi che hai citato di periodi parecchio lontani dai nostri, è un qualcosa di incomprensibile per la maggior parte delle persone oggi.
Ma credo anche che ci si potrebbe dedicare per reinterpretare questi metodi antichi, modificandoli e adattandoli ai modi di pensare che abbiamo oggi.
Comunque da prima di Gesù Cristo ad oggi ogni mnemotecnica sviluppata segue sempre ed esclusivamente la stessa logica: punti di partenza ordinati che seguono un percorso reale, inventato o chiuso come ad esempio questa ruota. E' un po come creare dei binari per la coscienza per muoversi in una parte della propria memoria.
5ruotegiordano


CITAZIONE
Il risultato è la possibilità di avere qualcosa come 10.000 punti di partenza, definiti , strutturati , sempre richiamabili nel loro perfetto ordine, a cui attribuire diverse aree del sapere

Anche se qualcuno riuscisse a creare qualcosa si simile e a memorizzare qualcosa in ogni punto di partenza, ci sarebbe il problema della gestione di tutto quello memorizzato nel tempo, un qualcosa che richiede conoscenze che non trovi su nessun libro. Credo che forse uno su un milione sarebbe in grado di utilizzare una roba da 10 mila punti di partenza. Un qualcosa paragonabile da realizzare come la fisica teorica.
Inoltre più si cerca di associare memorie linguistiche tipo: numeri, parole concetto, ragionamenti logici-concettuali, pezzi di frasi, ecc.., più sarà richiesto un dispendio di energie mentali per la memorizzazione e ovviamente per la loro sopravvivenza nel tempo di ciò che vuoi ricordare.

Muriel quello che stai sviluppando con i 1000 personaggi per me è un qualcosa di assolutamente incredibile e non vedo l'ora di leggere ciò che scoprirai, spero tanto che lo condividerai nella "sezione sviluppo".
Grazie per tutti questi ricchi post che hai pubblicato, il tuo contributo a questo forum è un qualcosa a parer mio di introvabile a livello internazionale nel web(e non scherzo!!!),
 
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AndrewAre
view post Posted on 12/5/2018, 12:18     +1   +1   -1




E io che credevo di aver fatto una domanda stupida! Stavo per cancellare il commento! :(
Davvero il top del top, ti ringrazio moltissimo per la risposta!
A mio parere dovresti considerare seriamente di scrivere un libro sull'argomento, una bella rivisitazione moderna del De Umbris Idearum del nolano, in modo tale da screditare definitivamente tutti quei ciarlatani che ben conosciamo.
E poi mi sembra giusto che ti rientri qualcosa visto tutto il lavoro fatto :D :D
 
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view post Posted on 12/5/2018, 13:09     +1   -1
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Con immensa fatica posto questa cosa!!! :D :sick:

Qualcuno ha mai letto o anche solo sfogliato questo?

Lo so che questi due nomi vicini possono apparire come un sacrilegio ma al di la dei pregiudizi c'è qualcuno che "dice" e scrive che quest' "autore" sui mnemonisti della storia abbia dedicato molto tempo alle loro opere, soprattutto quelle di Giordano Bruno. Poi ovviamente dopo quello che è accaduto è normale rimanere diffidenti ma forse proprio questo qui, potrebbe aver già provato a rivisitare alcune mnemotecniche del passato.

Attached Image: Screenshot_6

Screenshot_6

 
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AndrewAre
view post Posted on 12/5/2018, 13:35     +1   -1




Io volevo acquistarlo qualche tempo fa! Ma poi ho scoperto questo forum e mi sono fermato per fortuna!
Del Manuale di Mnemonica del Professor Aureli invece cosa ne pensate? Ho visto sulla pagina di Wikipedia dedicata alla conversione fonetica una sua rivisitazione adattata alla lingua italiana.

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Conversione_fonetica

Edited by AndrewAre - 12/5/2018, 15:07
 
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view post Posted on 12/5/2018, 14:06     +1   -1
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Io volevo acquistarlo qualche tempo fa! Ma poi ho scoperto questo forum e mi sono fermato per fortuna!

Io non scoraggio l'acquisto di nessun libro, dico solo di cercarsi un anteprima o comunque trovare il modo di sfogliarlo prima di comprarlo per non pentirsi dopo.
Questo forum tratta la storia delle mnemotecniche e di mnemonisti del passato da quando c'è Muriel, quindi da poco, io personalmente dei mnemonisti del passato e dei loro metodi conosco solo il nome e le tecniche per "sentito dire". Senza Muriel non credo che qualcuno ti avrebbe risposto, questo forum non ha mai trattato questi argomenti in modo approfondito come stai leggendo ora.
Direi che sei molto fortunato!
 
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AndrewAre
view post Posted on 12/5/2018, 14:13     +1   -1




Beh direi proprio di sí, mi state davvero salvando la vita, non smetteró mai di ringraziarvi, mi avete fatto scoprire un mondo fantastico a cui mi sono appassionato e che di sicuro mi permetterá di raggiungere i miei obiettivi, davvero grazie infinite!
 
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view post Posted on 14/5/2018, 08:44     +1   -1

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Grazie Muriel e complimenti davvero per l'esposizione.
 
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raf07
view post Posted on 25/5/2018, 21:25     +1   -1




Io sinceramente rimango sempre più sconcertato, è fantastico, assolutamente. Complimenti vivissimi, troviamo un modo per formare un percorso di questo tipo adatto a tutti che porta ciascuno secondo le proprie possibilità all'uso di questa cultura, magari anche dal vivo, anche a pagamento.Sarebbe bellissimo se ognuno degli aspiranti avesse la possibilità di imparare una cosa del genere con un percorso scandito giorno per giorno, una traccia da affiancare ai nostri impegni giornalieri. Io ad esempio ho provato ad imparare un libro con i consigli di muriel e l'esperimento ha avuto i suoi frutti anche se non sono riuscito a gestire per tanto tempo le informazioni ed ho impiegato tempo a fissarle.Però mi ha fatto capire che questo è effettivamente possibile e non so voi ma io lo trovo fantastico, tuttavia con gli impegni di ogni giorno da solo non riesco a trovare il percorso giusto per gestire ed imparare in modo saldo queste tecniche in un periodo ragionevole e redo che questo sia un problema di molti in questo forum.
 
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view post Posted on 26/5/2018, 10:41     +1   -1
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Complimenti vivissimi, troviamo un modo per formare un percorso di questo tipo adatto a tutti che porta ciascuno secondo le proprie possibilità all'uso di questa cultura, magari anche dal vivo, anche a pagamento.

Perchè pagare quando puoi ottenere le stesse cose (o addirittura molto di più) a gratis?

CITAZIONE
tuttavia con gli impegni di ogni giorno da solo non riesco a trovare il percorso giusto per gestire ed imparare in modo saldo queste tecniche in un periodo ragionevole e redo che questo sia un problema di molti in questo forum.

L'unica verità è che se manca il fattore continuità l'apprendimento non si attiva.
Per quanto riguarda il tempo, credo che questa sia solamente una scusa. Il tempo durante una giornata lo si trova sempre, il problema è che sino a che si "vede" l'apprendimento delle mnemotecniche come un percorso di tipo scolastico, o si crede che certe abilità si apprendono grazie a un percorso pianificato, la maggior parte delle volte si può solo ottenere come risultato il fallimento.

CITAZIONE
in modo saldo queste tecniche in un periodo ragionevole

E' questo "l'errore" della maggior parte delle persone, le mnemotecniche sono solo un "preconfezionamento" di un modo di pensare per ricordare, purtroppo pochissimi riescono a intuire come articolare il pensiero per impressionare la memoria a livello cosciente. Questo non dipende da quanto ti eserciti ma da quanto intuisci.
 
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raf07
view post Posted on 16/7/2018, 12:04     +1   -1




Grazie per la fiducia Maaax :D in ogni caso non ci scoraggiamo anche se non riuscissi mai a padroneggiare il mio pensiero in questo modo è comunque un onore misurarsi con un'impresa del genere. Il tempo non è né una scusa né un impedimento ma semplicemente un fattore limitante. Grazie ancora a tutti per questa possibilità!
 
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