L'innovativo sistema dei LOCI VERBALI

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Muriel1
view post Posted on 10/12/2017, 21:03     +1   -1




Un problema da molti avvertito quando si memorizza testi parola per parola - ad esempio citazioni particolari, poesie, frasi di un discorso o di un libro, contenuti di leggi, articoli del codice civile ecc. - è quello di avere loci a sufficienza e sempre nuovi.

Un sistema molto interessante in cui mi sono imbattuto è quello usato dall'israeliano SKARD
Ha individuato una tecnica particolare che di fatto rende illimitata la disponibilità dei loci, sempre diversi e vari.

In estrema sintesi: devo memorizzare qualcosa? Utilizzo come loci le immagini delle parole che devo memorizzare , con una metodologia , da me parzialmente modificata, che illustrerò di seguito.

Il concetto di loco verbale significa dunque : utilizzare come loci le immagini stesse delle parole da memorizzare.

Il punto di partenza è sempre una preliminare analisi del testo (questa è in realtà un’attività che va effettuata per tutte le tipologie di materiale da memorizzare).

Supponiamo che voglia memorizzare una parte di una pagina di un libro, composta da circa 60 parole, da recitare a memoria.
Ipotizziamo anche che tutti i percorsi usati per memorizzazioni a m/l siano già completamente utilizzati: mi si pone pertanto la problematica di creare nuovi loci, con una certa rapidità

Utilizzo quindi l’espediente innovativo dei loci verbali

Il testo del libro da recitare “verbatim”, ossia parola per parola, è il seguente:
<< La stanza delle torture è una invenzione del nuovo spionaggio industriale.
La Cia ha secretato tutti i file relativi a tale presunta manipolazione
La rete di intelligence russa ha comunque sottratto quei report top secret
Un generale americano ha quindi ordinato il codice rosso, con priorità assoluta
La fuga di notizie potrebbe pregiudicare tutto il nuovo progetto con conseguenze devastanti
>>

Ogni 12 parole ca (o quello che ritengo opportuno, a seconda del tipo di testo) individuo 5 parole chiave.
Trovo la prima parola chiave – KA-, poi la 2^ parola chiave kb , la 3^ parola chiave kc, , la 4^ parola chiave kd , la 5^ parola chiave ke , e le traduco in "immagini mnemoniche".

Ho una parola chiave principale – KA - e 4 parole chiave secondarie : kb, kc, kd, ke
Con il principio del "loco orologio", abbino kb, kc, kd e ke a KA (parola chiave principale)

Il principio del loco orologio è un ‘ordinamento spaziale all’interno del loco, che va a toccare 4 punti partendo da ore 12, passando per ore 3 ed ore 6, arrivando ad ore 9.

La prima parola chiave, detta principale, diventa il loco di ambientazione del primo verso; a tale immagine associo, sfruttando la dimensione spaziale ad orologio , le 4 parole chiave secondarie: la prima parola chiave secondaria è inserita in tale loco ore 12 (sopra), la seconda ore 15 (destra), la terza ore 6; (sotto) ; la 4^ a sinistra ore (9). Ci si muove in senso orario (“clockwise”).

Prendiamo la prima riga da memorizzare del testo
<< La stanza delle torture è una invenzione del nuovo spionaggio industriale.>>
Individuo la prima parola chiave: stanza, e la trasformo in immagine loco: es . la stanza degli ospiti
;

Determino le 4 parole secondarie: torture, invenzione, nuovo spionaggio, industriale.
Le converto in immagini secondarie (torture = borchie di ferro), invenzione (= lampadina lampeggiante), nuovo spionaggio (= 007 con un uovo in mano ), industriale (=G. Agnelli) .
Con il principio del loco orologio le associo alla parola chiave principale

Nella stanza (KA) degli ospiti , ore 12, delle enormi borchie (kb) spuntano dal muro; ore 15 una enorme lampadina (kc) lampeggia una luce fosforescente; ore 6 James Bond (kd) è incastrato nel muro con la sua pistola; ore 9 il busto di Umberto Agnelli (ke) sfonda il quadro alla parete

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Individuo altre 12 parole del testo da memorizzare ed estrapolo 5 parole chiave, 1 principale e 4 secondarie.

YB (parola chiave principale del 2° verso) +Yc (2^ parola chiave ), + Yd (3^ parola chiave), +Ye (4^ parola chiave) + Yf (5^ parola chiave).

La parola YB viene tramutata subito in un’ immagine, che diventa il loco di ambientazione del secondo verso.

Con il principio del "loco orologio", associo Yc, Yd, Ye e Yf a YB (parola chiave principale) .
Creo delle interazioni tra le singole parole secondarie con la parola chiave principale o loco di ambientazione.

La frase da memorizzare è:
<<la Cia ha secretato tutti i file relativi a tale presunta manipolazione>>

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YB = CIA = la stanza della Cia della serie “Alias”; Yc= secretato= una valigia d’acciao con mille lucchetti; Yd = file= l’interprete della serie “X file”;¸Ye = presunta= un prete tutto unto; Yf= manipolazione= delle mani giganti in movimento.

Nella stanza della Cia (YB) ore 12 spunta un’enorme valigia d’acciaio piena di lucchetti (Yc). Alla destra della stanza (ore 3) l’interprete della serie di telefilm “X file” si sta travestendo (Yd); all’ingresso della sala (ore 6) il mio prete è tutto unto di olio ( Ye); alla sx (ore 9) delle mani giganti in movimento spuntano dal muro (Yf).

Individuo altre 5 parole chiave, di cui WC è la principale.
WC viene convertito istantaneamente in immagine mnemonica, che diventa il loco di ambientazione del terzo verso; poi associo Wd, We, Wf e Wg a WC (parola chiave principale), con il principio del loco orologio

La frase da memorizzare è:
<<la rete di intelligence russa ha comunque sottratto dei report top secret>>

Individuo le parole chiave e le trasformo in immagini: rete = la rete in una porta di calcio (WC) ; intelligence russa (Wd) = Putin (ex KGB); sottratto (We) = un topo sotto terra; report (Wf)= la conduttrice di report; top secret (Wg)= una cartellina con il classico timbro rosso.

La rete della porta di calcio della mia squadra del cuore diventa il loco di ambientazione della scena.

In fondo alla rete (ore 12) c’è Putin con un pallone in mano, sotto il palo alla dx (ore 3) un topo ha scavato una galleria ; sul calcio del rigore (ore 6) la conduttrice di Report prende la ricorsa per calciare; al posto del palo a sx della porta (ore 9) c’è una enorme cartellina con un grande timbro rosso (in questa associazione utilizzo la ormai nota tecnica di sostituzione).

Con lo sguardo della mente vede dall’alto questa immagine unitaria

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Individuo altre 5 parole chiave del testo da memorizzare. Poi associo Je, Jf, Jg e Jh a JD (parola chiave principale) con il principio del loco orologio
L'immagine di JD è il loco di ambientazione del 4° verso

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La frase da memorizzare è:
<<Un generale americano ha quindi ordinato il codice rosso, con priorità assoluta >>

Tramuto le parole chiave in immagini, ambientate sull’immagine di Kolin Powell (JD), il famoso generale americano della guerra del Golfo, parola chiave principale e loco di ambientazione delle scene.

Ordinato (Je) =cameriere; codice rosso (Jf) = Jack Nicholson (interprete di tale film); priorità (Jg -un frate priore); assoluta (Jh - il dittatore Coreano Kim ).

testa di Kolin Powell c’è un cameriere con un vassoio; Jack Nickolson (ore 3) gli sta morsicando la mano con uno sguardo feroce (stile Shining); ai piedi di K. Powell (ore 6) c’è un frate priore inginocchiato e paralizzato. Ore 9 il dittatore Kim sta lanciando un razzo nucleare verso la mano dx di K. Powell.

Collego poi Rf, Rg , Rh e Ri a RE (parola chiave principale del 5° verso) sempre con il principio del loco orologio.

L'immagine della parola chiave principale RE è il loco di ambientazione del 5° verso

La frase da memorizzare è:
<<la fuga di notizie potrebbe pregiudicare tutto il nuovo progetto con conseguenze devastanti >>

Fuga è la parola chiave, loco di ambientazione del verso. L’immagine per me è il campo di prigionia (RE) del film Fuga per la vittoria. In questo caso utilizzo come loco un’immagine di un film, che è un buon ricordo a m/l.

Notizie=Rf= Bruno Vespa; pregiudicare= Rg= i bassotti incoronati; progetto= Rh= il progetto di ristrutturazione in A/3 della mia casa; conseguenze devastanti=Ri= il fungo della bomba atomica di Hiroshima

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Nel lato Nord del campo di prigionia (RE) vedo Bruno Vespa con il camice dei lavori forzati; sulle reti a dx (ore 3) i bassotti con una corona luccicante in testa (Rg) stanno cercando di tagliare le reti per fuggire;

All’ingresso del campo (ore 6) c’è un enorme progetto di ristrutturazione della mia casa (Rh) al posto del cancello di ingresso (creo questa associazione con la tecnica di sostituzione)

Sulla sinistra (ore 9) c’ è una voragine , da cui esce il fumo a fungo di Hiroshima (Ri)

Prima di procedere, devo essere sicuro di aver ben memorizzato le 5 scene unitarie rappresentative delle parole chiave di tutti e 5 i versi. Le rivedo ad una ad una onde fissare bene la visualizzazione delle immagini

Il primo verso è ambientato nell'immagine della prima parola chiave da memorizzare (Stanza).
Il secondo verso è ambientato nell'immagine della prima parola chiave da memorizzare di quel verso (CIA)
il terzo verso è ambientato nella prima parola chiave da memorizzare di quel verso (rete porta di calcio).
Il quarto verso è ambientato nella prima parola chiave da memorizzare di quel verso (K. Powell) , il quinto nella prima parola chiave da memorizzare del 5° verso (campo di prigionia)

Sfruttando il principio del loco orologio, devo trovare un sistema per associare a KA tutte le parole chiavi, principali e secondarie, di tutti i versi, che mi consentiranno di ricordare “verbatim”, ossia parola per parola, il testo complessivo

Rivedo le immagini memorizzate per il primo verso: a KA (la Stanza) ho associato le parole chiave secondarie kb (borchie di ferro =torture), kc (lampadina lampeggiante= invenzione) , kd (007 con un uovo in mano = nuovo spionaggio) , ke Gianni Agnelli =(industriale) :
la stanza delle torture è un invenzione del nuovo spionaggio industriale”.

Quando con l'occhio della mente arrivo a ke, ecco che scatta lo stratagemma: attacco a ke le 4 immagini delle parole chiave principali degli altri 4 versi, ossia YB (CIA) , WC (rete porta di calcio) , JD (Kolin Powell),RE (campo di prigionia), sempre secondo il principio del loco orologio.

Vedo quindi Agnelli che nei capelli con il gel ha la scritta Cia, nella mano sinistra (ore 3) ha una rete di una porta di calcio, ai suoi piedi (ore 6) disteso c’è il generale K.Powell, nella mano destra (ore 9) G. Agnelli ha una foto del campo di prigionia del film fuga per la vittoria.

Rivedo Agnelli, a cui è associato Cia, rete porta di calcio , K.Powell , campo di prigionia.

Rivedo l’immagine indice complessiva, che mi servirà poi per la recitazione “verbatim” di tutto il testo.

Stanza ospiti (KA), enormi borchie (Kb- ore 12), enorme lampadina (Kc- ore 3), James Bond (Kd – ore 6), Umberto Agnelli (ke- ore 9).

Arrivato all’immagine di Agnelli, rivedo Cia (YB- ore 12 sui capelli), rete porta di calcio (WC- ore 3), Kolin Powell (JD – ore 6), la foto del campo di prigionia di fuga per la vittoria (RE) ore 9 nella sua mano destra).

Rivedo ancora una volta questa immagine indice : con una rappresentazione sintetica ho creato visivamente la struttura del contenuto di tutto il testo da ricordare parola per parola

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Rivedo in sequenza tutte le immagini . Ogni immagine, ormai fissata nella mente, mi richiamerà la parola/e corrispondenti. Volando visivamente in queste sequenze ad orologio riuscirò quindi a richiamare ogni parola del testo da memorizzare

Parto dal loco KA (Stanza) a cui ho associato 4 immagini (che richiamano il contenuto mnemonico da memorizzare del primo verso - << La stanza delle torture è una invenzione del nuovo spionaggio industriale.>>);
arrivato alla fine dell'orologio, a ke (Agnelli) so che allo stesso sono abbinate 4 immagini rappresentative delle 4 parole chiave principali (YB, WC, JD, RE) dei versi 2, 3, 4, 5., che ho già precedentemente memorizzato.

Arrivato quindi a ke ore 12 vedo YB (Cia); entro nel loco YB dove sono posizionate le 4 immagini rappresentative delle 4 parole chiave del verso nr. 2; mentalmente seguo “clockwise” le immagini posizionate su quel loco (valigia d’acciaio; interprete x file; un prete tutto unto; mani giganti in movimento) che richiamano il contenuto da memorizzare del secondo verso <<La Cia ha secretato tutti i file relativi a tale presunta manipolazione>>

Completato il giro mentale, il mio indice visivo generale mi riporta a WC (porta di calcio);
WC mi fa entrare con l'occhio della mente in tale loco con le sue 4 immagini disposte sempre ad orologio (Putin, un topo sotto terra, la conduttrice di Report, una cartellina con un enorme timbro rosso top secret) che mi richiamano il contenuto del terzo verso <<La rete di intelligence russa ha comunque sottratto quei report top secret>>

Passo a JD (Kolin Powell) , a cui ho collegato 4 immagini ( cameriere con il vassoio, Jack Nicholson, frate inginocchiato, dittatore Kim) che con la sequenza del loco orologio mi richiamano il contenuto del 4° verso.
<<Un generale americano ha quindi ordinato il codice rosso, con priorità assoluta>>

Proseguo con RE (campo di prigionia), a cui sono collegate le ultime 4 immagini secondarie memorizzate (Bruno Vespa, con il camice dei lavori forzati; bassotti con lo scettro luccicante, progetto di ristrutturazione casa, fungo Hiroshima), e riflettenti il contenuto del 5° verso << La fuga di notizie potrebbe pregiudicare tutto il nuovo progetto con conseguenze devastanti >>

Quello che non è stato codificato in immagini (proposizioni , congiunzioni ecc.) sarà la memoria naturale a farmelo ricordare dopo aver recitato un paio di volte a memoria il testo.

<< La stanza delle torture è una invenzione del nuovo spionaggio industriale. La Cia ha secretato tutti i file relativi a tale presunta manipolazione. La rete di intelligence russa ha comunque sottratto quei report top secret .Un generale americano ha quindi ordinato il codice rosso, con priorità assoluta. La fuga di notizie potrebbe pregiudicare tutto il nuovo progetto con conseguenze devastanti>>

Mettere in pratica questo sistema è molto più semplice e veloce che spiegarlo.

L’espediente illustrato consente di memorizzare agevolmente qualunque testo, creando degli indici visivi da esplodere nella fase successiva di richiamo delle immagini stesse.

L’immagine indice unitaria mi farà ripescare progressivamente tutte le informazioni del testo : seguo semplicemente con l’occhio della mente la struttura di loci ad orologio creata; questo percorso visivo mi farà recuperare con semplicità tutto il testo da ricordare.

Alcune considerazioni
Ho creato una struttura di loci collegati ed interdipendenti , con una logica spaziale ben definita.
Tali loci sono stati “generati” dal materiale stesso da memorizzare.
Ogni testo da memorizzare mi fornirà loci sempre diversi e vari, che si collegheranno tra loro con la struttura ad orologio su più livelli che ho illustrato sopra.
Ho una sorta di loci sempre variabili e non pre definiti a priori che diventano interconnessi fra di loro con una precisa strutturazione
.

Questa strutturazione dell'informazione diventa particolarmente utile se devo poi inserire il testo in un processo di memorizzazione ancora più ampio.
Qualora debba memorizzare a memoria 600 parole, dovrei usare molti loci seguendo l’impostazione tradizionale.
In questo caso replico l’espediente descritto per 10 volte (ipotesi di 60 parole alla volta), utilizzando loci sempre diversi che mi saranno forniti in automatico dal testo stesso da memorizzare, senza andare ad intaccare i miei classici percorsi o stanze e senza stare a scervellarmi su quale sistema di loci utilizzare.

Elaborati questi dieci indici visivi sintetici , li posso poi collocare tutti in una stanza, strutturando quindi su un ulteriore livello quelle informazioni .
Ecco che quindi 10 loci ordinari mi consentiranno di accedere ai loci verbali variabili (ho realizzato quindi una potente interconnessione tra loci ordinari e loci verbali), collegati tra di loro con la sequenza spaziale del loco orologio, che mi permetterà di ricordare parola per parola tutte le 600 parole del testo

Posso poi estendere il meccanismo sin qui illustrato dalla memorizzazione verborum (ossia parola per parola) alla memorizzazione rerum (idee e concetti) .

Con la memoria rerum saranno sicuramente necessarie minori parole chiave, riuscirò pertanto a comprimere maggior materiale informativo in ogni singolo indice sintetico visivo.

Posso poi sfruttare il meccanismo anche solo parzialmente, per memorizzare ad esempio 5 parole a caso: uso il sistema del loco orologio: la prima parola si trasforma in loco a cui associo le altre 4 creando un'immagine unitaria.

Un espediente in estrema sintesi che si presta bene per la creazione di indici visivi, utili per la “moltiplicazione” degli spazi mnemonici.
L’utilizzo del loco verbale in abbinata con altri strumenti mnemonici lo rende inoltre uno strumento molto efficace.

Riporto in conclusione l’esempio dell’israeliano Skard, che invece del sistema del loco orologio da me proposto utilizza una diversa disposizione degli spazi, ma il meccanismo logico rimane il medesimo.

La memorizzazione del verso del vangelo di Matteo 1.1 “Il libro della Genealogia di Gesù, figlio di Davide, figlio di Abramo, si tramuta in una immagine unitaria, in cui il libro - prima parola chiave -diventa il loco di ambientazione di tutto il costrutto mnemonico

snCgzz.

Il sistema dei loci verbali è un "mnemonic tool" da utilizzare singolarmente od in abbinata ad altri espedienti, e rappresenta certamente un modo innovativo di concepire gli spazi mnemonici

Viva
 
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view post Posted on 11/12/2017, 07:03     +1   -1
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Imparare a ricordare

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Ipotizziamo anche che tutti i percorsi usati per memorizzazioni a m/l siano già completamente utilizzati: mi si pone pertanto la problematica di creare nuovi loci, con una certa rapidità

A quanto pare questo sembra essere il punto debole delle mnemotecniche che sfruttano dei costrutti mentali a lungo termine per le memorizzazioni. Quindi ogni tecnica che ha dei punti di partenza distribuiti in modo ordinato come le fermate di uno o più autobus, è limitata dalla sua estensione nel caso di tecnica dei loci o tecniche come li loci temporali, lo schedario visivo, lo schedario alfabetico, ecc.
E' un problema di cui mi sono reso conto almeno una decina di anni fa e il quel periodo le mie abilità mnemoniche e le mie conoscenze teorico pratiche erano appena agli inizi. Muriel a me piacerebbe conoscere (e credo anche ad altri di questo forum), la tua esperienza di quando eri un novizio, un poppante delle mnemotecniche. :)


CITAZIONE
Ogni 12 parole ca (o quello che ritengo opportuno, a seconda del tipo di testo) individuo 5 parole chiave.
Trovo la prima parola chiave – KA-, poi la 2^ parola chiave kb , la 3^ parola chiave kc, , la 4^ parola chiave kd , la 5^ parola chiave ke , e le traduco in "immagini mnemoniche".
......
Determino le 4 parole secondarie: torture, invenzione, nuovo spionaggio, industriale.
Le converto in immagini secondarie (torture = borchie di ferro), invenzione (= lampadina lampeggiante), nuovo spionaggio (= 007 con un uovo in mano ), industriale (=G. Agnelli) .
Con il principio del loco orologio le associo alla parola chiave principale

Nella stanza (KA) degli ospiti , ore 12, delle enormi borchie (kb) spuntano dal muro; ore 15 una enorme lampadina (kc) lampeggia una luce fosforescente; ore 6 James Bond (kd) è incastrato nel muro con la sua pistola; ore 9 il busto di Umberto Agnelli (ke) sfonda il quadro alla parete......

CITAZIONE
Mettere in pratica questo sistema è molto più semplice e veloce che spiegarlo.

Direi che per chi non mastica queste cose da un po di tempo, quello che hai scritto potrebbe apparire come il libro di analisi matematica applicata alla comprensione della filosofia. Non scherzo!
Il tuo post potrebbe essere visto come "tecniche di memoria di livello avanzato", quando di avanzato non c'è nulla una volta compreso il ragionamento.

Ho utilizzato un metodo molto simile per memorizzare i principi fondamentali della Costituzione Italiana. 12 articoli.
Ho estratto delle parole chiave da ogni articolo e successivamente ho cercato delle immagini appropriate. Ad esempio per identificare le parole "Repubblica Italiana", utilizzavo quest'immagine:
Repubblica_festeggiamenti_1946

Per "la sovranità appartiene al popolo", utilizzavo l'immagine di una piazza con tante persone: "il popolo" con tutti una corona in testa: "la sovranità". Per la parola "Comuni" ad esempio, utilizzavo l'immagine della mia città dall'alto con tutte le provincie, ecc...
Tutto distribuito in ordine in schedari visivi che possedevo (un po meno di 200 caselle dello schedario fonetico)
Il passo successivo è stato quello di intuire il testo e consolidare la memorizzazione con il vecchio metodo della ripetizione ma ovviamente facilitato dagli agganci visivi che avevo memorizzato.
E' un qualcosa che ho fatto moltissimi anni fà, li ricordo quasi tutti anche se qualcuno non proprio alla perfezione, se gli do una rinfrescata magari anche solo ascoltando il testo credo che mi ci voglia poco per arrivare nuovamente al 100% del testo ricordato. La cosa interessante è che a distanza di tantissimi anni, ricordo il testo come quando studiavo le poesie a scuola ma non ricordo più la quasi totalità delle immagini che avevo utilizzato per memorizzare quei 12 articoli, a parte alcune che hanno avuto un impatto visivo superiore rispetto ad altre. Sto cercando di capire se la mnemotecnica in questo caso è servita solo temporaneamente per consolidare le "tracce audio", o in qualche modo a livello inconscio attiva le memorie che mi permettono di recitare ogni articolo.
Ribadisco che sto parlando di memorizzazioni di almeno un decennio fa e che ancora oggi sopravvivono senza ripassi a parte quelli che ti possono capitare guardando la TV, leggendo i giornali, la radio, o sentire qualcuno che ne parla per caso. (questi possono essere considerati dei ripassi casuali distribuiti in un arco di tempo medio-lungo).
Ma ci sono altri pezzi di frasi che ho memorizzato parecchi anni fa con le mnemotecniche di cose che leggevo che sono rimaste intatte per filo e per segno senza ripassarle. Questo per me è una cosa molto interessante visto che non so il motivo perché mi sono rimaste intatte tutto questo tempo, rispetto ad altri ricordi che ritengo più importanti ma a livello cosciente.

Senza "chiedere" troppo alla mia mnemotecnica, potrei arrivare a memorizzare 3000 parole, come tempo mi prenderei una settimana :D :D :D visto che sono prigro. Ma se le parole da memorizzare fossero 4000 e se utilizzassi la strategia di loci temporanei della tua tecnica, probabilmente la potenzierei con la mia tecnica dei loci temporali.
Quindi:
CITAZIONE
Ho una parola chiave principale – KA - e 4 parole chiave secondarie : kb, kc, kd, ke

Se KA fosse la prima parola da ricordare, il loco uno temporaneo, la lego al pesonaggio uno della mia tecnica dei loci temporali che è Ken, per quanto riguardale parole secondarie: kb, kc, kd, ke, posso creare delle interazione con Ken, assegnandogli la loro naturale successione in cui devono essere ricordate. Considera che dispongo di due blocchi ordinati di 100 personaggi numerati, riutilizzabili come "seconda informazione base"

La fragilità della tecnica dell israeliano SKARD, a parer mio ovviamente, risiede nel fatto che non vengono utilizzati dei ricordi a lungo termine per memorizzare informazioni, in questo modo la memorizzazione rischia di essere molto più precaria e il rischio che molte parole vengano dimenticate, a meno che non si raggiunga un certo numero di ripetizioni, è un qualcosa di molto probabile rispetto a memorizzare con una mnemotecnica strutturata.

Personalmente credo che per avere più opportunità associative e opportunità di ricordare una memorizzazione al 100% in al massimo tre ripetizioni (io sono molto contento anche quando memorizzo e imparo tutto a memoria al terzo colpo!, sono modesto!!! :D :D :D ), sia necessario, anzi direi fondamentale, avere sempre dei punti di partenza non noti ma stranoti riutilizzabili senza la minima possibilità di confondersi.

CITAZIONE
Il sistema dei loci verbali è un "mnemonic tool" da utilizzare singolarmente od in abbinata ad altri espedienti, e rappresenta certamente un modo innovativo di concepire gli spazi mnemonici

Non capisco chiaramente cosa intendi per "spazi mnemonici".
 
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view post Posted on 15/12/2017, 22:09     +1   +1   -1

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<< Muriel a me piacerebbe conoscere ( e credo anche ad altri di questo forum) la tua esperienza di quando eri un novizio, un poppante delle mnemotecniche>> (Massimiliano Masala)

Ciao Massimiliano
Come ho già avuto modo di riportare in uno dei miei precedenti post, all’Università, senza saperlo, utilizzavo in modo inconsapevole la tecnica del link e la tecnica dei loci.
Ho scoperto ufficialmente tali tecniche di memoria solo dopo, assieme a tantissimi altri espedienti, trovando per caso in una libreria il libro di Tony Buzan “Usiamo la memoria per ricordare quasi tutto”.

Per rispondere alla tua domanda devo fare un distinguo tra la mia esperienza prima della scoperta di tale libro e dopo.

Madre natura fortunatamente mi ha dotato di una buonissima memoria naturale.
A scuola ho sempre avuto ottimi risultati, accompagnato da una memoria da elefante.
Alle superiori, un insegnante di diritto , mi aveva trasmesso un importante imprinting.
Il diritto è una materia molto particolare, dove bisogna sapere veramente tutto a memoria. Quell’insegnante, per lo sconforto generale della classe, ci aveva detto che pretendeva che noi sapessimo sempre tutto a memoria, utilizzando i termini tecnici propri del diritto, non altri (es. esperire un’azione, inficiare, adire le vie legali ecc.) con riferimenti costanti al codice civile

Ci aveva spiegato che in tale materia un elemento da sfruttare molto è la memoria uditiva
Il leggere e rileggere gli articoli ad alta voce avrebbe creato la stessa musicalità di quando si ascolta passivamente una canzone e poi misteriosamente la ricordiamo.

Ci aveva spiegato di più: leggere a voce alta con una certa velocità di lettura avrebbe evitato distrazioni , con quindi una migliore memorizzazione (è lo stesso principio che funziona per la memorizzazione delle carte: per ridurre gli errori di memorizzazione bisogna aumentare la velocità, sfidando i propri limiti. Il cervello si abitua gradualmente a quella velocità; è lo stesso meccanismo di quando in autostrada parto piano, poi assumo un’andatura a 130 km all’ora, dopo un po’ sembra quasi di non correre più…).

Ci aveva inoltre evidenziato di alternare lo studio silente allo studio ad alta voce, il cui ottimale utilizzo dipende da tantissimi fattori, anche personali

Sono stato quindi buttato a mare nella memorizzazione continua di materiale giuridico, che evitabilmente ha determinato un preciso atteggiamento verso le cose da memorizzare: la cultura di non tralasciare mai alcun particolare o sfumatura.
Un approccio che lentamente è stato travasato alle altre materie di studio

Mi sono accorto che più cose memorizzavo, più facilità avevo a memorizzarne altre , attratte come da una calamita alle cose acquisite (è il principio, che ancora non conoscevo, con cui si associa qualcosa di non conosciuto a qualcosa di noto; maggiori sono le cose note , maggiori sono i ganci mnemonici cui poterle abbinare).

Sono quindi arrivato all’Università con una buona palestra mnemonica alle spalle, basata tuttavia solo sull’utilizzo della memoria naturale, senza nessun tipo di espediente

La prima cosa da comprendere era il diverso modo di affrontare il materiale di studio, non più rappresentato da interrogazioni su micro parti del testo, ma su libri interi.
Mi si poneva quindi il problema di trovare un metodo che consentisse sia una visione di insieme ma altresì una estrema profondità conoscitiva.

Spontaneamente, senza che nessuno me lo avesse insegnato, il mio primo imprescindibile step era questo:
programmare ex ante il programma di studio.
Quindi: individuare il numero di pagine di cui si componeva il libro/libri, definire il tempo a disposizione per preparare tale esame, per arrivare quindi ad una pianificazione giornaliera del numero di pagine da studiare ogni giorno, avendo cura di impostare una tabella di marcia sostenibile e contemplante anche giornate di non ottimale performance.

Il secondo step era sempre di sfogliare materialmente l’intero materiale, pagina per pagina, guardandolo proprio visivamente
A quel tempo non avevo cognizione delle mappe mentali per aiutarmi a fissare il contenuto dell’indice, che imparavo solo blandamente per avere una idea generale del libro, il cui approfondimento lo demandavo nello studio dei singoli capitoli-

L’approccio nello studio di ogni capitolo era poi il seguente - terzo step
Per prima cosa, leggevo silente senza penna e matita in mano l’intero capitolo. Questa lettura mi conferiva sempre una visione molto generica dell’argomento.

Quarto step, per me la cosa più importante: sottolineare .
L’abilità nel sottolineare sta nel cogliere le cose importanti, nessuna esclusa, tralasciando le cose inutili e ridondanti. Una volta sottolineato però’ non rileggevo più il materiale scartato. Questo è un passaggio chiave

Quinto step, il perno del mio metodo, la cosiddetta scala 1:10.
La scala 1:10 consiste nel trasferire lo stesso contenuto informativo sottolineato e presente in 10 distinte pagine, in un unico foglio, sfruttando il seguente ragionamento.
Supponiamo che il primo paragrafo da studiare sia di 10 pagine; nella prima pagina ho 4 righe sottolineate, sparse qua e là nella pagina stessa, nella pagina due ho 7 righe sottolineate, distribuite in maniera non uniforme nella stessa pag. 2; nella terza ho 15 righe sottolineate, nella 4^ 9 righe e così via, si comprende bene che per ricordare quel materiale sparso in modo frazionato, la mente deve fare sforzi sovraumani per ricordare la sequenza del testo; devo ricordarmi che nella prima pagina ci sono 4 righe diversamente distribuite , nella seconda 7 ecc... Questa modalità può essere gestibile per piccole frazioni di testo, come avviene alle superiori, ma su un libro intero non può essere certamente un meccanismo efficace ed efficiente

Con la scala 1:10 le righe sottolineate nelle 10 pagine del libro vengono trasferite in un unico foglio, in un'unica pagina, con una disposizione non lineare, evidenziando con colori parole chiavi, punti cruciali.
Senza saperlo utilizzavo un mix tra le mappe mentali e le mappe concettuali.

Tutto il materiale era tuttavia contenuto, e non riassunto, in tale foglio. Leggendo un foglio di fatto leggevo l’equivalente di 10 pagine del libro, che però non toccavo più

L’applicazione della scala 1:10 semplifica enormemente lo studio: per memorizzare un testo sottolineato di 100 pagine, in realtà ne devo studiare 10, con un diverso impatto anche a livello inconscio
Il materiale informativo , anziché in 100 pagine, è compattato in 10 singoli fogli aventi una disposizione spaziale delle informazioni sempre diversa.
Questa disposizione spaziale rappresenta un ulteriore gancio visivo , che evidenza con chiarezza la struttura delle informazioni .
In altri termini quello che ho sempre chiamato lo scheletro del libro, fondamentale per padroneggiarne il contenuto

Poi studiavo con la stessa profondità che ci aveva insegnato il professore di diritto delle superiori, alternando sia lo studio silente che quello ad alta voce, anche a seconda delle giornate, in modo spontaneo ed istintivo. Memorizzavo in prima battuta così.

Avevo poi imparato ad estrapolare alcune parole chiave, che evidenziavo. Quindi i mi costruivo delle piccole storie che legavano queste parole chiave sottolineate.
Se in prima battuta si studia senza tecniche particolari, bastano poi poche parole chiave per richiamare visivamente ampie porzioni di testo, che sono proprio visualizzabili all’occhio della mente.
Queste storie assurde inizialmente le scrivevo e basta . Poi è sopraggiunta l’intuizione di collocare l’immagine iniziale di quelle storie in punti delle mie stanze (non conoscevo ancora la strutturazione di Dean Vaugh o quella ancora più articolata di Gregor von Feinagle)
Nell’ingresso della camera mettevo l’immagine del titolo del capitolo.

A quel tempo non avevo la più pallida idea di come adattare gli spazi mnemonici al testo da memorizzare e di come collegare i loci tra di loro, anche se fisicamente non contigui -il principio dell’impaginatore-
Il contenuto del capitolo era compresso con il meccanismo della scala 1:10.
La memorizzazione in prima battuta era affidata alla sola memoria naturale.
Il richiamo del testo era poi facilitato con poche parole chiave legate insieme da quello che non sapevo essere il link versione classica. La sequenza delle storie e quindi del materiale era fissato con quello che non sapevo fosse il loci – link, ossia il collocare la prima immagine di una storia in un loco per dare un ordine ed una sequenza alle storie e quindi al materiale informativo.
La sera prima di addormentarmi, rivedevo sempre in pochi istanti quelle storie , rappresentate da poche parole chiave, senza ripetere nulla. Le storie mi richiamavano proprio visivamente ogni pezzo di materiale informativo contenuto nelle pagine compresse, che quindi di fatto ripassavo visivamente
Il giorno seguente in primis ripetevo quello che avevo studiato il giorno prima e consolidato con la visualizzazione delle storie. Era il buon senso che mi spingeva a fare così

Nulla sapevo a quel tempo della curva di Ebbinghaus e del famoso “Rules of five “ coniato da Dominic O’Brien per le ripetizioni scadenziate, che ho invece concretamente applicato ad esempio nella memorizzazione delle 4110 cifre del pi greco.
Quando ripetevo, facevo finta di spiegare le cose come di fronte ad una platea, a voce alta, mimando quello che dicevo.

L’approccio di “studiare per spiegare” è un qualcosa di completamente diverso dallo studiare semplicemente per ripetere.
Lo studiare per spiegare ti fa cogliere l’essenza delle cose ed i giusti collegamenti, dando concretezza ai ragionamenti

Se il ripetere a voce alta mi aiutava a ricordare, quando dovevo studiare in prossimità degli esami lo facevo invece sempre silente, quasi in tranche e con una concentrazione assoluta

A chi non è mai capitato quando studiava di dire: vedo quello che c’è prima, quello che c’è dopo, mi manca giusto quel punto. Il metodo del link mi dava certezze granitiche di richiamo in caso di amnesie

Arrivato alla fine del capitolo, ad esempio di 5 paragrafi, avevo quindi 5 storie, collocate in qualche stanza, con una conoscenza perfetta del materiale , sfruttando in primis la memoria naturale, cementata poi dal link e dal loci link

Alla base di buoni risultati , in qualunque campo, penso debba esserci sempre un metodo.

Il mio metodo di studio, creato spontaneamente, mi ha accompagnato nell’affrontare ogni esame, con leggere varianti a seconda della materia, ma con risultati costanti e ottimali.

Pianificazione dello studio, trasformazione del sottolineato con la scala 1:10, memorizzazione naturale, creazione di storie per fissare i punti chiave, inserimento delle storie nei loci per dare ordine ai capitoli ed ai paragrafi, rivisitazione delle storie come ganci per la visualizzazione delle porzione del testo compattato, revisione del materiale e ripetizione dello stesso.

Quando ho scoperto Tony Buzan , usavo loci e link senza una loro conoscenza teorica ( i loci tra l’altro li usavo parzialmente, solo per strutturare la sequenza dei capitoli e dei paragrafi ).

Nulla sapevo del peg, del sistema della forma con numero, del sistema alfabetico, della conversione fonetica, del Sem al cubo , di come moltiplicare e strutturare i loci, di come abbinare diverse tecniche tra di loro con l’approccio combinatorio, che ho scoperto solo molto dopo imbattendomi in Giordano Bruno.

Mi ricordo nitidamente di essere rimasto “ folgorato”, in quel tempo, nel vedere memorizzare in tv un lungo numero che copriva la superficie di una intera lavagna. Mi chiedevo come fosse possibile una cosa così straordinaria e quale razza di tecniche incredibili utilizzasse quella persona

Avrei fatto di tutto pur di “entrare” nella testa di quell’uomo per vedere effettivamente come faceva a memorizzare tutti quei numeri ( saranno stati 200 numeri circa).
Non potevo minimamente immaginare che un giorno quella performance la poteva fare in 5 minuti ; non potevo nemmeno pensare che un giorno , senza sforzi particolari, avrei potuto memorizzare 4110 numeri del pigreco ( la mia partecipazione è stato un modo per testare l’efficacia del mio sistema , la “scientificità” dei ripassi programmati e scadenziati in modo rigoroso secondo “the rule of five”; quest’anno certamente non replicherò tale esperienza , non è nei miei programmi ).

Inizialmente, quando ho scoperto la conversione fonetica, (in quegli anni la si chiamava “sistema superiore”), mi sembrava una delle cose più straordinarie per memorizzare piccole sequenze di numeri. Averla avuta a disposizione alle superiori avrebbe facilitato di molto la memorizzazione degli articoli del codice civile per il diritto o le date per la storia.

Per circa un anno e mezzo dalla scoperta del libro di Buzan sono rimasto tuttavia in un limbo di immobilità, giochicchiavo con le tecniche, non in modo costante e senza andare troppo in profondità.
La svolta mnemonica c’è stata quando mi sono finalmente deciso a memorizzare un mazzo di carte, che era la cosa su cui ero molto in difficoltà.

Per memorizzare un mazzo di carte uno deve padroneggiare tante tecniche in contemporanea: la prima è quella dei loci ( vanno costruiti dei percorsi dedicati ), poi bisogna trovare il sistema per codificare le carte in immagini, quindi va trovato un sistema per associare efficacemente le immagini delle carte tra di loro e con i loci ecc.-

Ho incominciato quindi ad andare in profondità ed a sviluppare il cosiddetto pensiero laterale, fulcro del famoso modello dei sei cappelli pensanti di De Bono., non solo per le carte ma in generale
I cappelli metaforicamente incarnano diversi punti di vista, anche quelli più lontani dalla nostra indole. Quando dovevo analizzare qualche metodo, “indossavo un cappello” alla volta per vederlo sempre da punti diversi.
Questo ci libera dagli schemi creati dalla posizione e dal carattere, permettendo agli ottimisti di esprimere pensieri negativi o ai razionali di provare ad essere creativi.
I cappelli, per chi non li conosce, esprimono 6 modi di pensare e vedere le cose:
bianco : ragionamento analitico e imparziale, riporta i fatti come sono;
rosso: espressione dell’intuizione ed emotività;
nero: rileva gli aspetti negativi, le ragioni per cui la cosa non può andare;
giallo:rileva gli aspetti positivi, i vantaggi e le opportunità;
verde: indica sbocchi creativi, nuove idee, visioni insolite
blu: stabilisce priorità, pianifica, stabilisce le regole del gioco.

Di fronte a tante tecniche, il cappello che più mi ha intrigato è sempre quello verde,
La visione insolita, nuova, creativa , mi ha letteralmente spinto ad estendere il mio interesse verso tanti autori stranieri, il materiale in italiano era praticamente inesistente in materia
Questo approccio e questa visione delle cose mi ha dato lo spunto per approfondire ogni tecnica od espediente.
Guardare le cose nella loro completezza, analizzando punti di vista sempre diversi, è questo il mio mantra mnemonico, che mi ha consentito e mi consente tuttora di acquisire nuove conoscenze

CITAZIONE
<<e’ un qualcosa che ho fatto moltissimi anni fa, li ricordo quasi tutti anche se qualcuno non proprio alla perfezione..>> (Massimiliano Masala)

Devo dire che è una performance notevole, complimenti davvero Massimiliano!!!

CITAZIONE
<<…ricordo il testo come quando studiavo le poesie a scuola ma non ricordo più la quasi totalità delle immagini che avevo utilizzato per memorizzare quei 12 articoli, a parte alcune che hanno avuto un impatto visivo superiore rispetto ad altre. Sto cercando di capire se la mnemotecnica in questo caso è servita solo temporaneamente per consolidare le tracce audio o in qualche modo a livello inconscio attiva le memorie che mi permettono di recitare ogni articolo>> (Massimiliano Masala)

Le immagini mnemoniche sono come le impalcature quando si costruisce una casa.
Se la casa non è stabile (quello che devo ricordare), le impalcature mi aiutano sempre a stare in equilibrio e a non cadere (ossia a ricordare) , usando un’altra metafora sono anche una sorta di pilota automatico che si attiva quando guidando perdo l’orientamento (ossia il ricordo)

Normalmente, quando il materiale da memorizzare si è trasformato in conoscenza, è come se le immagini evaporassero (anche se non proprio del tutto), lasciando spazio solo al ricordo delle cose.

<<once the information is etiched into your mind, when it become knowledge, the original associations or picture fade, you no longer need them >> ( Super Memory Super Student- How to raise your grades in 30 days. Harry Lorayne)

Un altro elemento importante a mio avviso da tenere in considerazione è il momento dell’originario processo di memorizzazione.

Ci sono diversi studi che evidenziano come una metodologia piuttosto che un ‘altra faciliti il passaggio ed il fissaggio del materiale informativo nella memoria a m/l.
Tale considerazione mi ricorda questo episodio, che ho già avuto modo di citare.
Più di due anni or sono ho imparato a memoria una poesia, con la tecnica dei loci, ripetendo a voce alta durante la memorizzazione i versi stessi, gesticolando e mimando le immagini che via via si formavano.

La cosa incredibile è che quella poesia non riesco proprio a dimenticarla.

La scorsa settimana è stato pubblicato uno studio dell’Università di Waterloo che riporta come memorizzare ad alta voce favorisca il trasferimento del materiale nella memoria a m/l.

Lo studio mostra come la doppia azione del parlare ed ascoltare se stessi amplifichi questo ’impatto sulla memoria a m/l.
Tale studio ha testato 4 metodi per studiare informazioni scritte: leggere silenziosamente; ascoltare qualcun altro che legge; ascoltare una registrazione di se stessi; leggere e studiare a voce alta
La cosa più interessante di tale lavoro , più che il suo risultato, è secondo me la conferma che nel primo momento della memorizzazione possono innescarsi dei meccanismi, che a livello cosciente magari non percepiamo, che possono attivare aree celebrali più ampie, conferendo poi una diversa e più profonda marcatura del ricordo.

Nel tuo caso a mio avviso deve essere scattato un qualcosa di simile, una serie di meccanismi potrebbero aver attivato aree celebrali più ampie, con una maggiore forza dell’inprinting mnemonico.
Di quella poesia che so perfettamente, non ricordo invece più alcuna immagine, tranne una, sono tutte “evaporate” e sostituite completamente dalla conoscenza acquisita, ossia il testo della poesia .

CITAZIONE
… e se utilizzassi la strategia di loci temporanei della tua tecnica, probabilmente la potenzierei con la mia tecnica dei loci temporali. (Massimiliano Masala)

Non comprendo cosa vuoi dire in questo passaggio, in particolare quando parli di loci temporanei , che non so cosa siano

CITAZIONE
<< La fragilità della tecnica di SKARD, a parer mio ovviamente, risiede nel fatto che non vengono utilizzati dei ricordi a lungo termine per memorizzare informazioni>> (Massimiliano Masala)

Dipende a mio avviso da come viene usata la sua tecnica.
Nell’esempio che ho fatto, se la stanza degli ospiti, la prima parola del primo verso, che diventa il luogo di ambientazione delle parole “torture”, “invenzione”, “nuovo spionaggio”, “industriale”, diventa la stanza degli ospiti di casa mia, quel loco è un qualcosa di perfettamente radicato nella mia memoria a m/l.

Lo stesso dicasi per il campo di prigionia. Se quel film per me riveste un particolare significato emotivo, se l’ho visto diverse volte, è un ricordo a m/l perfettamente stabile come qualunque altro loco che abbia un particolare significato personale ed emotivo.

La vera abilità nell’uso della tecnica di Skard è secondo me riuscire a trasformare la parola , oggetto di ambientazione delle scene, in un loco che abbia una valenza emotiva , che sia ancorata a dei ricordi stabili o sia esso stesso un ricordo stabile.

Se la porta con la rete è la porta di calcio dove mi allenavo con la squadra giovanile di calcio (ho giocato sino a 17 anni, sfiorando un provino con una squadra professionistica) , quella porta è per me personalmente un ricordo solidissimo a m/l ; se penso a quella porta mi affiorano alla mente una miriade di ricordi, personalmente sarebbe un gancio mnemonico stabile e potente.

Se il libro diventa non un libro generico ma il libro che mi ha regalato la morosa o che mi è stato regalato il giorno della laurea, non è un’immagine qualunque, ma un qualcosa di perfettamente radicato nella mia memoria a m/l.
Nei casi in cui il loco non abbia un ‘immediato ancoraggio con ricordi a m/l termine o di fatto sia un loco “nuovo”, creato con l’immaginazione sul momento “tu cur”, è inevitabile che dovrò ripercorrerlo con maggiore frequenza per fissarne il contenuto.

E’ come se stessi parlando di un loco artificiale.

In questi casi illuminante è però il passaggio di Giordano Bruno << Cosa impedisce all’immaginazione di sostituire i “subiecta” vecchi con altri costruiti da sè’? Tuttavia questi non vengono posseduti con la medesima facilità con cui vengono formati; ad essi bisogna applicarsi con il pensiero, tanto da farli diventare così consueti da non differire in nulla da quelli veri>>

CITAZIONE
<<. ..non capisco chiaramente cosa intendi per “spazi mnemonici” (Massimiliano Masala)

Il sistema dei loci verbali può essere interpretato come un sistema di loci variabili/mobili

Non esiste in tale sistema una sovra struttura pre costituita, ma viene creata al momento della memorizzazione con il loco rappresentativo della prima parola chiave da memorizzare.

L’abilità sta nel trovare un loco ancorato ad un ricordo a m/l o esso stesso un ricordo a m/l.
L’attributo variabile /mobile va a codificare la costante varietà, intesa come struttura mnemonica.
Tali loci poi sono interconnessi l’uno con l’altro grazie ad una sequenzialità spaziale questa si pre definita a priori.
Lo spazio mnemonico viene quindi ad essere sempre esploso o dettagliato, con un visione spaziale che va ad abbracciare distintamente sempre un sopra, un sotto, un fianco , un lato, un dietro. Questo aspetto è tanto più marcato quando il loco è una persona; un modo quindi attivo di concepire gli spazi
L’ordinamento dei vari loci e quindi degli spazi mnemonici nel sistema di Skard è determinato in prima battuta dalla loro interconnessione circolare ad orologio, ripetuta, per essere rafforzato poi ad un ulteriore livello dalla struttura di loci ordinari in cui vado a collocare gli indici visivi rappresentativi dei loci mobili interconnessi fra di loro

In un certo senso è il loco che si adatta, o meglio che assume sovrastrutture sempre diverse. Non è il materiale che va ad adattarsi ad una struttura mnemonica già precostituita.
E’ una sfumatura davvero sottile e non facile da cogliere ma che si inserisce un po’ nella visione di Giordano Bruno, dove il loco, inteso come struttura, viene sempre adattato al materiale da memorizzare

Viva
 
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2 replies since 10/12/2017, 21:03   1131 views
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