La Tecnica di Sostituzione

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Muriel1
view post Posted on 5/11/2017, 10:36     +1   +1   -1




Vorrei condividere un espediente estremamente utile ma ai più sconosciuto: LA TECNICA DI SOSTITUZIONE.
Facile da apprendere, divertente , è estremamente efficace nel migliorare la memorabilità delle immagini e la velocità delle associazioni, favorendo indubbiamente una migliore ritenzione del ricordo.
Di estrema utilità per chi è agli inizi, sicuramente un “acceleratore” per chi già padroneggia su buoni livelli le tecniche di memoria.
Nei libri di autori italiani che ho letto non ne ho mai trovato traccia.
Mi sono imbattuto in questa tecnica per la prima volta leggendo i libri di Harry Lorayne :”Super Memory Super Student”; “ The Memory Book “ e “How to Develop a Super Memory Power” .
L’ho poi ritrovata , in un altro autore straniero, R. Bremer.
A creare i presupposti per l’applicazione di questa tecnica è stato David M. Roth , con il suo lavoro pubblicato nel 1918 : “Roth Memory Course. A simple and scientific method of improving the memory and increasing mental power” .
Vediamo di cosa si tratta.
E’ una particolare modalità con cui posso creare delle associazioni e quindi dei collegamenti tra termini diversi.
L’associazione è un qualcosa di innato nell’uomo; l’uomo tende sempre ad associare qualcosa ad un'altra. Si tende ad associare a qualcosa di noto quello di cui ho bisogno di ricordare in quell’istante
Associare vuol dire alla fine fare un collegamento tra un elemento, inanimato o animato , ed un altro elemento di qualunque specie.
Parlando di collegamento (link) o associazione, possiamo distinguere tre principali metodologie:
1) Il metodo della storia ;
2) La metodologia di Dean Vaughn;
3) Il metodo di sostituzione
, oggetto di questo post.
Diciamo subito cosa non è: il metodo di sostituzione non è il metodo della storia.
Presupposti per una corretta applicazione del metodo:
1) per collegare tra loro termini diversi, come principio associo sempre il termine che devo ricordare a qualcosa di noto e già conosciuto.
2) utilizzo due termini alla volta, in coppia. Considero i primi due; il primo termine è l’elemento noto a cui associo il secondo; poi passo al secondo ed al terzo termine (non considerando più il primo): il secondo termine è diventato l’elemento noto (in virtù dell’associazione precedente) a cui devo associare il terzo termine, che è l’elemento nuovo da ricordare ; poi passo alla successiva coppia (non considero più il secondo termine), che comprende il terzo termine (diventato l’elemento noto) ed il quarto termine che è l’elemento nuovo da memorizzare e così via sino ad esaurimento degli elementi.
Lo schema di una corretta sequenza associativa può quindi essere cosi riassunto:
AB BC CD DE EF FG GH HI IL LM MN NO OP PQ …….
AB sta per prima coppia, BC per seconda coppia dove il primo elemento è l’ultimo della precedente e così via.
DEFINIZIONE: Il metodo di sostituzione , in estrema sintesi, consiste nel sostituire ed utilizzare un termine od elemento al posto dell’altro nell’atto di creare un’ associazione.
Farò diversi esempi concreti che ne chiariranno bene il funzionamento.
Ho testato questa metodologia su mio figlio quando aveva sei anni con risultati davvero sorprendenti.
Tutti possiamo applicare questo metodo con buoni risultati e, soprattutto, con gran divertimento.
Vediamo cosa significa “sostituire ed utilizzare un termine od elemento al posto dell’altro”.
Proporrò diverse associazioni , che ovviamente sono le mie e non le vostre (sicuramente migliori), ma ai fini della comprensione del meccanismo, prendetele per buone; ognuno si scelga poi quella che lo colpisce di più (tra le alternative a, b e c) , una sola per ogni coppia di elementi.
Supponiamo che debba associare i termini SALAME e MOTOCICLETTA;
Salame è il termine noto a cui devo collegare il termine motocicletta
a) Un enorme salame sta guidando una motocicletta;
Una enorme motocicletta è appesa in cantina come un salame
;
Oppure
b)Apro il salame ed esce una gigantesca moto che mi investe;
Oppure
c)Affetto una pesante motocicletta invece del salame;
Guido un enorme salame al posto della motocicletta
.
Altro esempio:
LENTI A CONTATTO e PESCE
Il termine noto è lenti a contatto a cui devo associare il termine pesce
a)Un pesce gigante sta indossando grandi lenti a contatto
Milioni di lenti a contatto nuotano come un pesce

Oppure
b) Apro un pesce e milioni di lenti a contatto mi schizzano in faccia

Oppure
c) Cucino alla griglia migliaia di lenti a contatto invece del pesce
Ancora
CHIODO e FIORE.
Chiodo è il termine noto, fiore è il termine da associare
a)Nel giardino crescono migliaia di chiodi al posto dei fiori
Un enorme chiodo sta innaffiando migliaia di fiori
Oppure
b) Nel fiore ci sono conficcati migliaia di chiodi appuntiti che rimbalzano sul pavimento
Oppure
c) Col martello puntello un grande fiore nel muro invece del chiodo.
Esaminando gli esempi proposti, si possono ricavare i tre seguenti schemi per creare “l’effetto di sostituzione”:
a) Un termine si relaziona con l’altro prendendo la sua azione od il suo ruolo (le lenti a contatto nuotano come un pesce)
b) Un termine è contenuto /relazionato fisicamente con l’altro (nel pesce ci sono milioni di lenti a contatto)
c) Faccio in prima persona qualcosa (o qualcuno fa qualcosa) usando un oggetto al posto dell’altro (guido un enorme salame al posto della moto; nelle associazione compare la locuzione invece di, al posto di, come un… );
Supponiamo ora che debba memorizzare in sequenza i seguenti termini: ORECCHINI- BICCHIERE- AUTOMOBILE- PALLONE- FORCHETTA-ANGURIA-STELLA- ALBERO- BUSTA DELLE LETTERE- AEROPLANO.
Vediamo tutto il procedimento che mi consentirà di ricordare tutti i termini dal primo all’ultimo e dall’ultimo al primo e, successivamente, l’utilizzo congiunto di questa tecnica con altre tecniche di memoria.
Scelgo una sola delle immagini proposte, quella che mi colpisce di più, la visualizzo con l’occhio della mente in modo nitido, dopodiché passo all’associazione successiva. Devo sempre visualizzare bene ogni .l’immagine.
1) ORECCHINI - BICCHIERE
Orecchini è il termine noto (ad es. gli orecchini di mia moglie), Bicchiere è il termine nuovo da ricordare
a) Un bicchiere gigante indossa degli orecchini; oppure migliaia di orecchini bevono da un grande bicchiere
b) Nel bicchiere ci sono milioni di orecchini che girano vorticosamente come trottole
c) Mia moglie indossa un grande bicchiere al posto degli orecchini

2) BICCHIERE- AUTOMOBILE
Il termine noto è diventato bicchiere, a cui devo associare automobile
a) Un enorme bicchiere guida un’automobile in mezzo al traffico
b) Nell’automobile ci sono milioni di orecchini che balzano fuori colpendomi il capo;
c) Guido un grande bicchiere in mezzo al traffico invece dell’automobile

3) AUTOMOBILE – PALLONE
Il termine noto è diventato automobile a cui associo pallone

a) Un enorme pallone sta guidando una grande automobile
b) Nell’automobile ci sono migliaia di palloni che rompono i vetri balzando fuori sulla strada
c) Guido un enorme pallone decapotabile invece dell’automobile


4 ) PALLONE – COLTELLO
Il termine noto è diventato pallone, a cui devo collegare il termine coltello
a) Un grande e lungo coltello rimbalza sul canestro come un pallone;
Un coltello sta affettando un pallone gigante.
b) Nel pallone ci sono infilzati migliaia di affilati coltelli
c) Palleggio dei lunghi e affilati coltelli come un pallone

5) COLTELLO – ANGURIA
Il termine noto è diventato coltello, a cui devo associare anguria

a) Un ‘anguria sta tagliando la bistecca col coltello; oppure un lungo coltello prende il sole nel campo come un anguria
b) Nell’anguria ci sono migliaia di coltelli taglienti al posto dei semi
c) Per dissetarmi mangio un enorme coltello invece dell’anguria

6) ANGURIA – STELLE
Il termine noto è diventato anguria, il termine da collegare è stelle

a) Milioni di angurie brillano nel cielo al posto delle stelle
b) Le stelle sono ricoperte interamente da miliardi di angurie
c) Metto migliaia di stelle nel frigo invece dell’anguria

7) STELLE – ALBERI
Il termine noto è diventato stelle, cui associare alberi
a) Migliaia di alberi splendono in cielo al posto delle stelle;
Migliaia di stelle crescono nel campo come alberi;
b) Gli alberi hanno appese migliaia di stelle sui rami
c) Sego stelle giganti invece degli alberi

8) ALBERI – BUSTE DELLE LETTERE
Il termine noto è diventato alberi cui collegare buste delle lettere
a) Enormi buste delle lettere spuntando dal terreno come alberi
Degli alberi giganteschi spediscono lunghissime buste delle lettere
b) Apro delle buste delle lettere e balzano fuori migliaia di alberi rotolando
c) Metto i timbri su migliaia di alberi invece che sulle buste delle lettere;
Spedisco migliaia di buste delle lettere con dentro degli alberi giganteschi.

A questo punto ho completato le associazioni. Una coppia di termini, un'unica ed istantanea associazione. L’importante è aver visualizzato bene ogni scena, in modo nitido, con l’occhio della mente.
Parto dal primo termine noto: Orecchini, gli orecchini mi faranno venire in mente … bicchiere, il bicchiere .. l’automobile, l’automobile … il pallone, il pallone ..il coltello, … l’anguria, ..le stelle, le stelle ..gli alberi, gli alberi … le buste delle lettere.
Parto ora da buste delle lettere e vado all’indietro, con sorpresa tutti i termini in sequenza torneranno in mente. Se qualcosa non funziona è perché non ho visualizzato in modo nitido l’associazione
Sorprendente e divertente.
Cosa emerge da questi semplici esempi:
a) le immagini che si creano sono paradossali, non plausibili, divertenti, assurde.
Questi sono tutti elementi che concorrono a rendere memorabile un’associazione e quindi più duratura la ritenzione del ricordo;
b) imparato il meccanismo, l’associazione avviene in pochi istanti; poi non devo pensare più a nulla, non devo fare nessuna fatica mentale per pensare e creare una storia; il meccanismo di sostituzione “agisce come un pilota automatico”, lavora per me, creando un’ associazione che è sempre efficace.
c) Senza sforzo e con gran divertimento, riesco a creare immagini d’effetto, in modo fluido.
d) Nel sistema di sostituzione compaiono sempre uno o più dei seguenti elementi : esagerazione , sia in termini di dimensioni (ho usato spesso l’aggettivo gigante, enorme), sia in termini di numero (miliardi di stelle, migliaia di lenti a contatto ecc). Nelle associazioni è incorporata azione e movimento (migliaia di palloni rompono il vetro balzando fuori) ; in automatico viene creata una associazione implausibile, surrreale e divertente (migliaia di angurie brillano nel cielo al posto delle stelle; guido un enorme bicchiere in mezzo al traffico; enormi buste delle lettere spuntano dal terreno come alberi ….)
[/color]e) Questo meccanismo associativo , col tempo, diventa spontaneo e naturale. Se lo impara un bambino di sei anni , davvero tutti possono usare con buoni risultati questa tecnica
Vediamo ora un esempio con termini più complessi e non immediatamente visualizzabili.
Come mi comporto? “Trasformo” semplicemente il termine non immediatamente visualizzabile in qualcosa di visualizzabile tramite: l’assonanza, la metafora, la scomposizione del termine in più elementi , utilizzando una delle trenta regole per la costruzione delle immagini contenute nei libri:
“De Imaginum Compositione”; “Ars Reminescendi”; “Canto Circeo” (entrambi di G. Bruno).
Applico poi la tecnica esattamente con il procedimento illustrato in precedenza
<b>INFLAZIONE/TASSI INTERESSE/MONETA/BANCA CENTRALE/RECESSIONE/STAGNAZIONE
Inflazione = Colazione ;
Tassi d interesse = maglie dell’Inter
Moneta = moneta
Banca Centrale Europea = draghi (il governatore)
Recessione = un wc gigante (il suffisso ione mi richiama sempre qualcosa di grande)
Stagnazione = uno stagno enorme
Applichiamo alla lettera il metodo, associando sempre due termini alla volta.
INFLAZIONE – TASSI DI INTERESSE
Inflazione = Colazione (quella di ogni mattina) è il termine noto cui collegare Tassi di interesse= magliette dell’Iinter
a) Enormi magliette dell’Inter fanno colazione
b) La mia colazione è ricoperta da migliaia di magliette dell’Inter tutte unte
c) Metto in lavatrice la mia colazione calda al posto delle magliette dell’Inter;
TASSI DI INTERESSE - MONETA
Il termine noto è Tassi di Interesse= magliette dell’Inter cui associare Moneta
a) Milioni di monete indossano le magliette dell’Inter; oppure le magliette dell’Inter emettono tutta la moneta nazionale ; oppure in curva a San Siro ci sono migliaia di monete che tifano con indosso le magliette dell’Inter
b) Dalle magliette dell’Inter escono milioni di monete che invadono il campo di calcio
c) Pago la spesa con gigantesche magliette dell’Inter invece della moneta
MONETA – BANCA CENTRALE
Il termine noto è Moneta cui associare Banca Centrale = Draghi
a) Milioni di monete volano in cielo sputando fuoco come un drago
b) Il drago apre la bocca e sputa miliardi di monete che riempiono la nazione
c) Catturo e uccido una moneta gigantesca e incandescente invece del drago

BANCA CENTRALE – RECESSIONE
Il termine noto è Banca Centrale = Draghi, cui associare recessione = un wc gigante
a) Un wc gigante vola in aria sputando fuoco come un drago
b) Dal wc schizzano fuori migliaia di giganteschi draghi
c) Invece di sedermi sul wc mi siedo su un enorme drago lanciafiamme
RECESSIONE- STAGNAZIONE
Il termine noto è Recessione = un wc gigante, cui associare Stagnazione= uno stagno gigante
a) Un wc enorme tira l’acqua prosciugando quella dello stagno
b) Uno stagno enorme è ricoperto da milioni di WC
c) Le rane nuotano in un gigantesco wc invece che nello stagno
Rivedo le associazioni e ripartendo da colazione = inflazione rivedo in rapida successione le magliette dell’Inter = tassi di interesse, la moneta, draghi = Banca Centrale, un wc gigante= recessione, uno stagno gigante = stagnazione
Posso avere qualunque elemento da memorizzare ma il quadro associativo che si crea in automatico mi determinerà delle immagini paradossali, assurde, ridicole, quindi memorabili ( per me è impossibile dimenticare la scena di uno che invece di sedersi sul wc si siede su un enorme drago lanciafiamme…). E’ sicuramente più difficile dimenticarla che ricordarla.
La tecnica di sostituzione è dunque un modo alternativo al metodo della storia per creare associazioni in sequenza.
Alternativo non significa che tale metodo escluda quello della storia od un suo utilizzo in abbinata
Nel metodo della storia certi collegamenti possono qualche volta diventare “razionali” , forzati e poco memorabili, in questo caso è l’indugio ripetuto sulla storia che alla fine conduce alla ritenzione del ricordo, non tanto la bontà del quadro associativo creato (questo non vuol assolutamente dire che non esistano storie incredibili con associazioni paradossali e durature).
Nel caso specifico, quale è il rischio del metodo del collegamento? Se dimentico il primo termine, viene meno tutta la catena associativa.
Personalmente , se ne ho la possibilità , cerco di utilizzare una tecnica congiuntamente ad altre, sfruttando quello che è l’effetto sinergico o di auto potenziamento reciproco derivante dall’utilizzo combinato di più tecniche o metodologie
Raramente utilizzo il metodo del collegamento (link) singolarmente, cerco di abbinarlo, ove possibile, alla tecnica dei loci . Il sistema dei loci abbinato al “link “ diventa uno strumento potente ed efficace .
L’americano Dean Vaughn è un vero maestro nell’utilizzo combinato dei loci e del link (per il link utilizza un’altra tecnica ancora, diversa da quella della storia e del metodo di sostituzione) per strutturare il materiale mnemonico.
Supponiamo che all’interno di una stanza abbia deciso di memorizzare il paragrafo dal titolo: STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA e che il contenuto di quel paragrafo sia riassunto dalle parole chiave memorizzate poco fa: INFLAZIONE/TASSI INTERESSE/MONETA/BANCA CENTRALE/RECESSIONE/STAGNAZIONE.
Arrivato all’ingresso di quella stanza, sulla porta vedo l’immagine del paragrafo = Andreotti che suona il sax su una montagna di monete d’oro (strumenti di politica monetaria)
Nel centro della stanza , sulla tavola, c’è un piatto enorme ricolmo di enormi krapfen e pastine alla crema (la mia colazione); sono talmente carichi di crema, che la stessa ha ricoperto di quasi un centimetro in altezza tutta la superficie del tavolo, sfondandola per il peso
Quando con gli occhi della mente entro in quella stanza, vedo subito al centro della stessa la mia colazione che ha sfondato il tavolo; ho il gancio associativo che, con il metodo di sostituzione, mi ricondurrà a tutta la sequenza delle immagini rappresentative delle parole chiave contenute in quel paragrafo. Permane l’espediente, semplice ma efficace, di far interagire il termine da memorizzare con il loco stesso : in questo modo il loco e l’immagine rappresentativa del link si rafforzano a vicenda . L’immagine della colazione con la crema debordante che ha sfondato il tavolo, vivifica di fatto il loco (centro tavola); il loco ancora ed incolla a sè il contenuto mnemonico, che non svanirà nel nulla.
In questo caso si crea un effetto sinergico tra le due tecniche di memoria, loci + link, esprimibile nella formula 1+ 1=3
In un singolo loco quindi posso ricavare diversi elementi informativi , tanti quanti costituiscono la catena associativa precedentemente creata con il metodo di sostituzione
Potrei avere in una stanza 10 oggetti, ognuno dei quali rappresentativo del primo termine noto di una associazione di 10 elementi cadauna creata con il metodo di sostituzione, quindi a quella stanza potrei riferire 100 elementi informativi specifici. Nella stessa stanza potrei avere anche un utilizzo misto dei termini noti: alcuni rappresentativi di collegamenti creati con il metodo di sostituzione, altri con il tradizionale metodo della storia, altri ancora con il metodo di Dean Vaughn.
Alcune ulteriori considerazioni sul METODO DI SOSTITUZIONE
Le cose semplici sono spesso le più efficaci.
Che il metodo di sostituzione sia uno strumento semplice lo dimostra il fatto che anche un bambino di 6 anni lo riesce a padroneggiare molto bene (dai bambini c’è sempre da imparare qualcosa).
Che sia un metodo efficace, basta testarlo un po’. La qualità delle associazioni, che si creano con una facilità e fluidità disarmanti, è indubbia.
Il metodo di sostituzione diventa col tempo un’ abitudine di pensiero, un’ abitudine associativa che aiuta a pensare per immagini con naturalezza.
Basta davvero poco: sono al supermercato ed ordino ad esempio un etto di prosciutto, vedendo i pomodori che ho nel carrello, immagino il banconiere che affetta enormi pomodori al posto del prosciutto . Guardando l’olio e le olive nelle scansie , immagino subito migliaia di bottiglie di olio appese agli ulivi al posto delle olive. Per quel giorno è un esercizio più che sufficiente
Quando sono in macchina con mio figlio, spesso ci divertiamo a fare questo tipo di associazioni insieme, sono diventate un vero gioco ; se gli dico calzoni / pallone, so che mi risponderà “Indosso un grande pallone invece dei calzoni ” “ oppure un pallone si sta infilando enormi pantaloni”…
L’approccio a sostituire un termine al posto dell’altro nella creazione delle associazioni diventa così gradualmente una abitudine quotidiana; questo modo di associare e creare immagini mnemoniche acquisisce nel tempo fluidità e naturalezza.
Il risultato è un netto miglioramento nella capacità di creazione immagini efficaci da un punto di vista mnemonico: davvero quindi un buon punto di partenza
Le cose semplici, usate in modo particolare ed intelligente, consentono spesso di risolvere questioni più complesse.
Perché il Pao funziona? Funziona perché crea in automatico immagini paradossali , associazioni illogiche e ridicole, come avviene con il metodo di sostituzione, senza sforzi particolari (il vero sforzo avviene solo prima, quando devo metabolizzare nel tempo il sistema combinatorio sottostante).
Il Pao, in tante associazioni , è proprio l’incarnazione del metodo di sostituzione
Se ad esempio devo memorizzare 18- 10- 37, corrisponde nel mio sistema ad Adolf Hitler che canta con un mitragliatore
Se uno ci pensa bene , questo equivale alla stessa logica che ho utilizzato negli esempi del punto c del metodo di sostituzione “ Faccio in prima persona qualcosa , o qualcuno fa qualcosa, usando un oggetto al posto dell’altro”. E’ come se associassi uno che canta (in questo caso Hitler) con un mitragliatore al posto del microfono. Associazione paradossale, efficace , fluida nel suo processo di costruzione.
Il metodo di sostituzione viene utilizzato di fatto anche nella memorizzazione di mazzi di carte
Supponiamo che in successione compaiano le seguenti carte: 9 di cuori , 10 di picche e 6 di fiori.
Corrispondono nel mio sistema all’immagine di Arnold Swarzenegger che canta con una scarpa . Un soggetto (in questo caso Swarzenegger) fa qualcosa (canta ) usando un oggetto (scarpa) al posto di un altro (il microfono ) = modalità c del metodo di sostituzione!.
Utilizzando la logica di sostituzione in abbinata alla logica del Peg, ho sviluppato così l’espediente dell’ATTORE PAZZO.
Faccio entrare in campo i 100 personaggi del Dominic System, che rappresentano ognuno un numero da 00 a 99, e li faccio interagire, con il metodo di sostituzione, ai termini che devo ricordare , nello specifico con la modalità c .
I personaggi diventano dei veri e propri attori ( in alcuni casi lo sono già) di questi quadri mnemonici. Dovendo interagire infatti con le cose da memorizzare con la logica c) del metodo di sostituzione, faranno costantemente delle cose allucinanti, surreali e strampalate , proprio da persone “svitate” .
Potrò avere così Babbo Natale che invece di sedersi su un Wc si siede su un drago lanciafiamme, Stanlio ed Ollio che mettono in lavatrice la loro colazione invece delle loro magliette dell’Inter, Barack Obama che scrive lettere internazionali con una scarpa invece di una penna e così via.
I personaggi del Dominic System abbandonano il loro ruolo tradizionale per cui sono stati creati, ossia la memorizzazione di numeri ordinari e di numeri binari, e vengono quindi “ingaggiati” come attori particolari per la memorizzazione di un altro tipo di informazioni.
Gli attori mi richiameranno istantaneamente l’ordine numerico delle informazioni, essendo essi stessi una rappresentazione di un numero, le scene di cui sono protagonisti mi forniranno invece con immediatezza il contenuto delle cose da ricordare.
Il focus di questo espediente è sul contenuto informativo , non sul collegamento -
A questo punto manca ancora un passaggio.
“ …occorre che gli adiecta si applichino ai subiecta non come se venissero buttati su di essi a caso o in modo fortuito, vi si debbono invece riferire come il contenuto al contenitore, l’involucro a ciò’ che è avvolto, ciò che protegge a ciò che è protetto, e siano così connessi gli uni agli altri al punto tale da non poter essere separati l’uno dall’altro…. Dunque gli adiecta siano pensati assieme ai subiecta, e appariranno come lettere scolpite nella pietra” (De Umbris Idearum – G. Bruno).
Adiecta sta per personaggio agente, subiecta per loco.
Inserisco allora questi “attori pazzi” all’interno di un percorso di loci od in una stanza, conferendo una ulteriore “marcatura” numerica alle informazioni.
I loci di riferimento potrebbero già avere una strutturazione numerica ben definita se impostati con il metodo di Dean Vaughn (ad ogni loco di una stanza un numero preciso) o qualora siano già caratterizzati dalla presenza di altre figure attributive, animate o meno, aventi una funzione di coordinata numerica degli spazi.
Gli “attori pazzi” vanno ad integrare o rafforzare ulteriormente la potenza ordinatrice dei loci, compattandosi con la loro struttura, grazie all’interazione immagine/loco.
In questo modo , da qualunque angolazione rivedo le scene create dagli “attori pazzi” con il metodo di sostituzione modalità c, avrò sempre l’immediatezza sia della struttura gerarchica che dell’ordine delle informazioni – garantita dal sistema di loci- sia l’immediatezza del contenuto informativo, in qualunque modo abbia bisogno di recuperarlo, grazie ai “segnali numerici “ rappresentati dagli “attori pazzi” e dalle immagini surreali con cui gli stessi interagiscono. Risulta evidente quindi che il quadro mnemonico diventa granitico o come dice appunto Giordano Bruno, scolpito nella pietra .
Concetto ribadito nel suo sigillo del coltivatore: “Chiamo con il nome di coltivatore quell’anima raziocinante perpetuamente unita al proprio sostrato (loco) e che, comportandosi in modo diverso a seconda delle diverse immagini che sopraggiungono, è adattabile alla produzione di qualsiasi raffigurazione e si offre come gestore dei ricordi molto più efficace del sostrato attributivo da noi in altro luogo introdotto” (“Explicatio Triginta Sigillorum”- G. Bruno)
L’analisi fatta in questo post sulla tecnica di sostituzione conferma in estrema sintesi questo concetto: una tecnica mnemonica, per quanto possa essere apparentemente semplice, può dischiudere applicazioni ed estensioni operative interessanti , in taluni casi innovative, soprattutto se abbinata ad altre metodologie operative. E’ l’arte combinatoria nell’utilizzo degli strumenti mnemonici che consente l’individuazione e l’esplorazione di nuovi sentieri. E’ questa, a mio avviso, davvero la sfida più grande

Viva
 
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view post Posted on 8/11/2017, 13:04     +1   -1
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CITAZIONE
Il metodo di sostituzione diventa col tempo un’ abitudine di pensiero, un’ abitudine associativa che aiuta a pensare per immagini con naturalezza.

E' un qualcosa che facevamo continuamente e in modo spontaneo da piccoli, il problema è che da adulti siamo limitati dall'istruzione che abbiamo ricevuto e che ha specializzato il pensiero logico-concettuale.

CITAZIONE
Risulta evidente quindi che il quadro mnemonico diventa granitico o come dice appunto Giordano Bruno, scolpito nella pietra .

Lui come altri mnemonisti di centinaia di anni fa non avevano il problema di "information overload" che abbiamo oggi, in questo nuovo secolo. Le menti del passato credo che avessero una capacità di concentrazione superiore rispetto a quella che abbiamo oggi, la loro mente non era martellata continuamente da stimoli audio-visivi.
Oggi le tecniche di memoria del passato risultano essere per conseguenza esterna molto più fragili, richiedendo in questo modo sforzi mentali superiori rispetto al passato. Hai presente concentrarsi con un fastidioso brusio di sottofondo?
Ho visto in alcune presentazioni per promuovere corsi di memoria, gente memorizzare poche parole o pochi numeri invitando il "pubblico" a fare silenzio, entrando successivamente in trans ipnotica ad occhi chiusi.

Muriel sai che apprezzo moltissimo il tuo lavoro di ricerca e di sperimentazione ma credo che tu sia un po troppo ottimista nella memoria del prossimo. Lo dico per esperienza diretta che ho avuto negli ultimi dieci anni con realmente migliaia di persone che si sono interessate a questi argomenti.

CITAZIONE
L’analisi fatta in questo post sulla tecnica di sostituzione conferma in estrema sintesi questo concetto: una tecnica mnemonica, per quanto possa essere apparentemente semplice, può dischiudere applicazioni ed estensioni operative interessanti , in taluni casi innovative, soprattutto se abbinata ad altre metodologie operative. E’ l’arte combinatoria nell’utilizzo degli strumenti mnemonici che consente l’individuazione e l’esplorazione di nuovi sentieri. E’ questa, a mio avviso, davvero la sfida più grande

Coltiviamo sullo stesso terreno, io annaffio, concimo e aspetto i frutti da anni metaforicamente parlando.

Attualmente sto "giocando", o forse "arricchendo" la mia mnemotecnica: un luogo-un personaggio-5 immagini chiave in successione, ogni giorno con zero impegno e sforzi (nel senso che ci penso quando mi capita nella giornata), aggiungendo un oggetto, qualcosa con cui sono quasi sempre a contatto. Senza seguire un ordine preciso di scelta ne una logica, seguo l'ispirazione, la casualità. Tra qualche giorno, tra un settimana, tra un mese, potrei decidere che nel loco 44 dove ci sono i soldati di Cassandra, di associare un oggetto dimenticato che casualmente si trova nel mio campo visivo mentre mi trovo in cantina a cercare del nastro isolante, ad esempio. Nella mia cantina c'è un casino pazzesco, se chiudi la porta rischi di non trovare più l uscita!!! :D :D :D

Ad esempio nel luogo uno dove c'è Ken, ho "inserito" un accendino di colore verde che nella realtà ha una collocazione precisa: un cesto di vimini sotto un mobiletto in cucina dove ci sono mazzi di chiavi, una bomboletta per ricaricare gli accendini, un altro accendino a forma di maialino. Nel luogo due dove c'è Giulia, ho inserito il mio contenitore di tabacco, sono un fumatore ma fumo molto poco (un paio di pacchetti al mese). Al terzo posto nel luogo dove c'è Shin, l'ho immaginato mentre tagliava delle siepi con la forbice che uso spesso e che tengo in un cassetto in cucina.
Nel quarto loco dove c'è Bart ho messo il mio portafoglio, nel quinto luogo ho immaginato Lin con due mazzi di chiavi in mano che le agita come fossero due campane: un mazzo c'è la chiave dell'automobile, nell'altro il set di chiavi: portone, casa, cassetta della posta. Sto proseguendo in una memorizzazione non proprio quotidiana ma la mia intenzione è distribuire 100 oggetti con cui sono a contatto tutti i giorni nella mia tecnica.

A cosa mi serve questa memorizzazione?

Per prima cosa voglio vedere quanto la mia tecnica ne risulterà potenziata una volta che questi cento oggetti saranno "anima e corpo" con ogni luogo-personaggio dove li ho "fusi".
Per secondo sto cercando di capire dove mi portano le associazioni spontanea utilizzando, o meglio ricordando cose che esistono realmente nella mia realtà, a differenza del ricordarsi solo numeri, parole, mazzi di carte, ecc..
Praticamente è una comune memorizzazione di oggetti in modo casuale ma distribuita in un lungo arco di tempo,

La strada che sto seguendo si ispira a delle intuizioni che ho avuto negli anni nel ripassare la mia tecnica che mi consente di ricordare ancora oggi, le prime 3000 cifre del Pi greco, senza sforzi. Ho notato che nel ripetere si sono create delle associazioni spontanee che hanno (ispirandomi ad un tuo termine) associato "granificando", alcuni parti parecchio distanti tra loro.
Ad esempio, se prendiamo la decina nove:

8628034825

e la confrontiamo con la decina centoventisei:

9448255379

poi facilmente comprendere la differenza e in cosa non è differente. Ce ne sono altre decine che hanno caratteristica simile. Non so se tu sei più abile di me nel trovare questo tipo di associazioni nel Pi greco ma io le ho scoperte nel tempo e non subito, nonostante le avessi sempre"davanti agli occhi". Ovviamente su un numero di tremila cifre non è proprio immediato riuscire a notare certe somiglianze.

Cercare le strade che percorre il meccanismo associativo inconscio, o intuitivo, è uno dei miei obbiettivi, se stiamo cercando la "tecnica perfetta" quella che ti permette di memorizzare nello stesso modo in cui leggi e scrivi, dobbiamo per forza provare utilizzare strade trasversali. Per questo motivo ho perso quasi completamente l'interesse per un certo tipo di memorizzazione, soprattutto per quel tipo di memorizzazioni di livello agonistico che nella vita pratica non servono poi ad un granché (senza ovviamente togliere meriti a nessuno).

A me non interessa più di tanto ricordare un testo, grosse quantità di numeri, parole, carte, immagini, nomi e visi, ecc., a me interessa capire come fidarmi della mia memoria quando ne ho bisogno e dopo anni credo che l'unica via possibile, sia quella che ha a che fare con le nostre routine quotidiane che determinano i nostri limiti.

Spero di non aver dimenticato qualche pezzo ma è estremamente difficile "parlare" e "descrivere" quando si "lavora" e si mette alla prova la propria memoria visiva a 360 gradi.
 
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view post Posted on 14/11/2017, 03:09     +1   -1

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Piccolo appunto (fatto a memoria perchè non ho controllato): quella di cui scrive muriel, in maniera impeccabile, è il link method (collegamento); descritta da Lorayne nei suoi libri.

La tecnica della sostituzione, sempre descritta da Lorayne, si riferisce alla riconducibilità di parole ad altro.
Lo descrive Muriel nella seconda parte del suo post quando parla di parole non visualizzabili; che poi sarebbe la vera e propria sostituzione.
In pratica: sostituisco il termine che non riesco a visualizzare con qualcosa che ci somiglia(per scomposizione, metafora, assonanza ecc.).

Trovo davvero interessante la creatività con la quale si siano create tante tecniche sfruttando il medesimo principio.
Il che è affascinante perché sono proprio i principi su cui si basa il funzionamento del cervello.

Una cosa importante che mi sento di dire riguarda la creazione di immagini illogiche.
Sin dall'antichità si è battuto molto su questo criterio; perchè si considerava questo come meccanismo per rendere le immagini più memorabili.

Alla luce della ricerca scientifica sappiamo invece che non ha alcun fondamento: logico o illogiche non fa alcuna differenza.
 
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view post Posted on 14/11/2017, 10:20     +1   -1
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Una cosa importante che mi sento di dire riguarda la creazione di immagini illogiche.
Sin dall'antichità si è battuto molto su questo criterio; perchè si considerava questo come meccanismo per rendere le immagini più memorabili.

Alla luce della ricerca scientifica sappiamo invece che non ha alcun fondamento: logico o illogiche non fa alcuna differenza.

Non conosco questa ricerca scientifica ma tra il voler ricordare un pensiero logico e un pensiero illogico, sono più che certo che quello illogico ha più opportunità di essere ricordato. A livello livello visivo il pensiero logico è estremamente precario, rispetto all'illogicità di costrutti visivi creati sul momento per ricordare qualcos'altro.

Comunque mi sembra di aver capito, spero che Muriel mi corregga nel caso sia in errore, che tutti questi mnemonisti e sviluppatori di metodi per ricordare di ieri e di oggi, puntavano e puntano esclusivamente, nella maggior parte dei casi, alla conversione e memorizzazione dei suoni fonetici in visivi, più che alla memorizzazione delle immagini pure e semplici.

Edited by Massimiliano-Masala - 14/11/2017, 11:56
 
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view post Posted on 14/11/2017, 15:36     +1   -1

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CITAZIONE (Massimiliano-Masala @ 14/11/2017, 10:20) 
Non conosco questa ricerca scientifica ma tra il voler ricordare un pensiero logico e un pensiero illogico, sono più che certo che quello illogico ha più opportunità di essere ricordato. A livello livello visivo il pensiero logico è estremamente precario, rispetto all'illogicità di costrutti visivi creati sul momento per ricordare qualcos'altro.

In realtà è esattamente il contrario.
Se ci pensi un attimo è estremamente logico ricordare meglio qualcosa che si conosce bene.

Pensiamo all'uomo primitivo, se dovessi andare in cerca di cibo o di sfuggire ad eventuali pericoli, cosa ti farebbe più comodo ricordare, quello che conosci come pericolo o combinazioni strane mai viste?

Inoltre è anche un meccanismo psicologico naturale, lo attuiamo tutti in maniera inconsapevole.
Questo, però, gli antichi non potevano saperlo.
Lo stiamo scoprendo da poco.

CITAZIONE
Comunque mi sembra di aver capito, spero che Muriel mi corregga nel caso sia in errore, che tutti questi mnemonisti e sviluppatori di metodi per ricordare di ieri e di oggi, puntavano e puntano esclusivamente, nella maggior parte dei casi, alla conversione e memorizzazione dei suoni fonetici in visivi, più che alla memorizzazione delle immagini pure e semplici.

Si e no.
Il principio al quale mi riferisco è quello base, cioè l'associazione, qualsiasi tecnica ha come principio questo.

Quello a cui puntano invece è un codice, una maniera di codificare qualcosa; che sia il pao, la conversione di Liebinitz, il numero forma, il codice per la memorizzazione delle parole, tutte puntano ad un codice.
Se ci pensi una attimo, anche le ruote di Giordano Bruno, con le images agents sono codici.

Anche il sistema dei colori inventato da te è un codice. :)
 
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view post Posted on 14/11/2017, 22:48     +1   -1
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CITAZIONE
In realtà è esattamente il contrario.
Se ci pensi un attimo è estremamente logico ricordare meglio qualcosa che si conosce bene.

Io mi riferivo all'abilità cognitiva nel ricordare "a comando" o comunque avvicinarcisi, un qualcosa che fai in uno stato mentale in modo volontario.
Quando metti in gioco la memoria visiva, il pensiero logico-concettuale è estremamente difficile da memorizzare. Puoi suddividere tutto in immagini, ricostruire il ricordo e successivamente rielaborare il concetto, o il ragionamento logico che volevi ricordare come se fosse un rebus. Ma non puoi ricordare un ragionamento "secco" con una mnemotecnica, cosi come non puoi ricordare per filo e per segno le parole che hai letto sino ad ora dall'inizio di questo post.

CITAZIONE
Pensiamo all'uomo primitivo, se dovessi andare in cerca di cibo o di sfuggire ad eventuali pericoli, cosa ti farebbe più comodo ricordare, quello che conosci come pericolo o combinazioni strane mai viste?

Non credo che questo esempio sia appropriato ma concordo con il fatto che i ricordi più potenti sono quelli che già possediamo ed è sulla combinazioni di questi che punto per ricordare, più che sulla creatività.

CITAZIONE
Quello a cui puntano invece è un codice, una maniera di codificare qualcosa; che sia il pao, la conversione di Liebinitz, il numero forma, il codice per la memorizzazione delle parole, tutte puntano ad un codice.
Se ci pensi una attimo, anche le ruote di Giordano Bruno, con le images agents sono codici.

Si anche io penso questa cosa.


CITAZIONE
Anche il sistema dei colori inventato da te è un codice. :)

In effetti è un codice per numerare gli oggetti e ciò che vediamo nel mondo circostante ma a differenza delle altre mnemotecniche, credo che la tecnica dei colori sia la tecnica più elementare che si potesse inventare e a differenza delle altre tecniche di memoria che partono da suoni fonetici, o costrutti visivi, la tecnica dei colori ha come radice sempre un colore. Il potenziale associativo è un qualcosa di realmente illimitato, ovviamente visto dalla mia prospettiva.
 
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Muriel1
view post Posted on 16/11/2017, 23:26     +1   -1




Citazione
“Alla luce della ricerca scientifica sappiamo invece che non ha alcun fondamento: logico od illogiche non fa alcuna differenza" (Iramian, post del 14.11.2017)

Ciao Iramian.
Vorrei esporti le mie considerazioni che , su questo punto specifico, mi vedono in posizione diametralmente opposta alla tua. La tua opinione è sicuramente rispettabilissima, anche perché in campo mnemonico vige sempre una grande alea di soggettività. Per quanto mi riguarda però, in tema di ricordo di immagini illogiche od ordinarie, non c’è il minimo dubbio sulla maggiore qualità e durata del ricordo delle prime rispetto alle seconde. Le mie argomentazioni trovano il loro fondamento in : ricerche ed evidenze empiriche estese su un orizzonte temporale di oltre trent’anni; insegnamenti e precetti derivanti dall’arte classica della memoria artificiale; utilizzazione di questi principi in ambiti diversi da quello prettamente mnemonico; la mia personale esperienza .
A)Vi sono importanti ricerche, studi ed analisi, sviluppate in un arco temporale ultra trentennale :
Defining and measuring vividness – A- Ahsen, “Prologue to Vivideness Paradox”, Journal of Mental Imagery;
D. Resiberg, L. Culver, F. Heuer and D. Fischman “Visual Memory: When Imagery Vividness Make a difference”, Journal of Mental Imagery;
Images, Organisation and Discriminative Process, Canadian Journal of Psychology;
Imagery Instruction and the Organisation of Memory;
Image Detail and Recall: evidence for whithin – Item Elaboration, “Journal of Experimental Psychology: Human Learning and Memory”.
Richardson, “The Voluntary Use of Memory Imagery as an Aid to Learning and Performance;
Paired associates – G. H. Bower, “Mental Imagery and Associative Learning”, in Cognition in Learning and Memory;
List of words . P. S. Delin, “Learning and Retention of English Words with Successive Approximations to a Complex Mnemonic Instruction”, Psychonomic Science;
Individual Differences in the Control of Imagery Processing: Knowing How, Knowing When, and Knowing Self ;
Why Never Forgetting a Face Matters: Visual Imagery and Social Memory, “Journal of Personality and Social Psychology
Gli studi citati, unitamente a molti altri che non ho riportato, si sono posti come obiettivo l’individuazione dei principali elementi che favoriscono associazioni efficaci , con una conseguente migliore ritenzione del ricordo
Il quadro emerso è così riassumibile:
1) Un immagine forte, chiara distinta, ha come elementi caratterizzanti :

Movimento//Sostituzione//Esagerazione, sia come dimensione sia come numero di elementi//Dettaglio//Familiarità.
Una associazione illogica incorpora da sola diverse di queste caratteristiche, mentre una associazione logica ne incorpora sicuramente di meno
2) Interazione particolare (tra gli elementi da memorizzare)
La tecnica di sostituzione, ad esempio, che è l’emblema dell’illogicità, crea per definizione una interazione assurda e fuori dal comune
Lo stesso dicasi per il metodo del collegamento utilizzato da Dean Vaughn (terza tipologia di link)
3) Unicità, originalità, stranezza
Un’ immagine strana, illogica e implausibile assume il carattere dell’unicità.
E’ risaputo ormai che l’unicità aiuta la memoria .
B)In merito agli insegnamenti del mondo classico sulla natura delle immagini, mi limito a riportare un passo illuminante dell’Ad Herennium (90 A.C.), ripreso in “L’arte della memoria “ di Frances A. Yates.
<<..ma se vediamo qualcosa di eccezionalmente basso, vergognoso, inconsueto, grande, incredibile o ridicolo, siamo soliti ricordarcene a lungo….. Non potrebbe essere così se non perché le cose abituali scivolano via facilmente dalla memoria, mentre quelle eccitanti e nuove si fissano più a lungo nella mente..Un’ aurora, il corso del sole, un tramonto non sono sorprendenti per nessuno perché accadono ogni giorno. Ma le eclissi di sole sono fonte di meraviglia, perché avvengono di rado… Così la natura mostra che essa non è turbata da eventi comuni e consueti, ma è scossa da un avvenimento nuovo e straordinario. L’arte dunque imiti la natura… la scelga a sua guida… fissiamo immagini efficaci -immagini agentes-, assegnando ad esse eccezionale bellezza o bruttezza, … oppure attribuendo alle immagini qualcosa di ridicolo, poiché anche questo ci permette di ricordarle più facilmente..>>
Immagini insolite, impressionanti, belle o disgustose, oscene o comiche suscitano di fatto degli urti emozionali che “impressionano “ maggiormente la nostra memoria
C) In campo pubblicitario, il postulato di una maggiore memorabilità delle immagini ed associazioni illogiche, e conseguentemente di un loro migliore ricordo, viene spesso sfruttato
Mi viene in mente uno spot “cult” degli anni ’80: la pubblicità del “ grande pennello cinghiale”. Penso che nessuno della mia generazione abbia dimenticato la scena dell’imbianchino in sella ad una bici, di fatto un enorme pennello, che viene fermato da un vigile…
Se mi chiedessero: quale animale di una pubblicità ti viene in mente? Io guardo poca Tv, ma l’immagine della mucca viola di una famosa cioccolata ha colpito la mia immaginazione e, penso, anche quella di tanti altri…
D) Tutto deve essere contestualizzato alla propria esperienza concreta.
La mia esperienza personale mi conferma senza dubbio alcuno una maggiore qualità mnemonica delle immagini illogiche ed inusuali rispetto a quelle logiche
Le numerose ricerche ed evidenze empiriche, i fondamenti dell’arte classica della memoria , le prove sul “campo”, le applicazioni del postulato al di fuori del campo mnemonico, mi allineano perfettamente con l’affermazione di Massimiliano [color=blue]“..tra il voler ricordare un pensiero logico e un pensiero illogico, sono più che certo che quello illogico ha più opportunità di essere ricordato (Massimiliano Masala, post del 14.11.2017
)
Citazione:
Lo descrive Muriel nella seconda parte del suo post quando parla di parole non visualizzabili; che poi sarebbe la vera e propria sostituzione. In pratica : sostituisco il termine che non riesco a visualizzare con qualcosa che ci somiglia (per scomposizione, metafora, assonanza ecc) - Iramian, post del 14/11/2017
-
La scomposizione, metafora , assonanza , non sono la tecnica di sostituzione. E’ vero che sostituiscono l’immagine di una cosa non sensibile con qualcosa che lo è , ma rappresentano lo strumento per rendere “visibile” uno od entrambi gli elementi che, con la particolare modalità associativa di “sostituzione”, genereranno poi il costrutto mnemonico paradossale ed inverosimile.
Prima quindi rendo percepibile agli occhi della mente quello che non lo è, sarà poi la particolare interazione associativa tra questi elementi resi sensibili , detta appunto tecnica di sostituzione, che sfocerà in un immagine inusuale ed illogica.
La tecnica di sostituzione , come già specificato, rappresenta una delle tre possibili varianti del link method.
Quello di cui parli è il “Substitute word”, il metodo sistematico usato da Lorayne per convertire il termine da memorizzare in un immagine di qualcosa avente il suono similare. Questo passaggio è propedeutico poi all’applicazione della tecnica di sostituzione.
E’ una differenza sottile ma ci tenevo a questa puntualizzazione
Esempi: devo convertire il cognome “Smolenski”, con il substitute Word diventa: “small lens skiing”; <<krakowitz>> diventa “cracker witz”; <<esposito>> diventa “expose a toe”-
La fonetica anglosassone aiuta questo tipo di espediente , nella lingua italiana è più difficile applicare l’assonanza in modo sistematico, sia convertendo la parola in un altro termine, sia scomponendo la parola in uno più’ termini visualizzabili.
Dean Vaughn chiama questo espediente <<audionym>>(“it’ a sound name for a word you want to remember”) e rappresenta il secondo step del suo sistema di memoria (il primo step è la creazione di loci strutturati ). Il collegamento poi tra l’”Audionum” (che è il termine noto dell’associazione) ed il termine da memorizzare, viene effettuato dall’autore americano utilizzando una metodologia di collegamento o link che si distingue sia dal metodo della storia, sia dal metodo di sostituzione
[color=blue]Citazione
….tutti questi mnemonisti e sviluppatori di metodi per ricordare di ieri e di oggi, puntavano e puntano esclusivamente, nella maggior parte dei casi, alla conversione e memorizzazione dei suoni fonetici in visivi, più che alla memorizzazione delle immagini pure e semplici (Alessandro Masala, 14/11/201

Ciao Massimiliano
Sono d’accordo con quello che affermi. Giustamente hai precisato nella “maggior parte dei casi”.
A questo punto vorrei portare un contributo a completamento del ragionamento
Il punto di partenza è la distinzione tra “Memoria Rerum “ e “Memoria Verborum”.
La prima attiene alla memorizzazione di idee, cose concetti, la seconda alla memorizzazione verbale, o parola per parola . La memoria Verborum è sicuramente più complessa di quella Rerum
Per il primo tipo di memoria è più agevole ricorrere a immagini “sensibili” ossia direttamente visualizzabili senza ricorrere in maniera intensiva alla assonanza o somiglianza fonetica con il termine da memorizzare.
Per la memoria verborum invece è richiesto un maggior ricorso a parole che la memoria ricerca in virtù della loro somiglianza fonetica con le parole da ricordare .
Tale stratagemma è stato suggerito in primis nell’”Ad Herennium “ , quando si propone l’aggancio <<domizio>> per ricordare il termine “domuitionem”; l’autore del testo incoraggia inoltre l’applicazione della memoria verborum, sicuramente di maggiore difficoltà, ma per questo con effetti benefici in termini di potenziamento della memoria per le cose.
Questa impostazione poi è stata sostanzialmente mantenuta nel tempo: nel medioevo l’ars memoria classica sopravvive rifugiandosi nei monasteri; l’Ad Herennium, Cicerone, Aristotele , Quintiliano, permangono i suoi capisaldi. Con gli scolastici Tommaso D’Aquino e Alberto Magno i precetti classici rimangono pressochè immutati tranne lievi caratterizzazioni
E’ nel 1400 tuttavia che iniziano a delinearsi le prime novità per quanto concerne la memoria verborum: nascono i primi alfabeti visivi: immagini organizzate la cui iniziale del nome coincide con la lettera da memorizzare, oppure oggetti la cui forma ricorda la lettera stessa , come ad esempio un compasso per la lettera A.
Sistemi del genere presentano molti elementi di rigidità, a cui Pietro da Ravenna tenta di dare una prima soluzione, elaborando un metodo per la memorizzazione delle prime lettere di una parola , con la funzione di ganci mnemonici per richiamare la parte restante della parola stessa con l’ausilio della memoria naturale. Pietro da Ravenna introduce una novità assoluta: non più un luogo per ogni immagine, ma più immagini all’interno dello stesso loco, andando a definire precise regole per ordinare le collocazione delle immagini stesse e consentirne il corretto recupero in una fase successiva .
Per la prima volta viene introdotta la regola di avere sempre una persona come immagine principale a cui connettere gesti ed oggetti in qualità di immagine secondaria
Altri autori famosi quali Romberch, Publicio, Rosselli, non aggiungono molto a quanto detto se non la costituzione di liste di immagini <<pre –confezionate>> per gli alfabeti visivi.
La svolta radicale in tema di memoria Verborum è rappresentata dalla comparsa di Giordano Bruno.
Il nolano introduce un principio rivoluzionario per l’epoca:l’associazione arbitraria.
Questo è un passaggio cruciale: in virtù di tale principio non viene più richiesto che la prima lettera del nome o dell’agente o dell’azione stessa sia la stessa che si vuole esprimere.
Il principio di arbitrarietà e soggettività delle associazioni lo slega in maniera definitiva dallo schema degli alfabeti visivi: il focus dalla “fonetica” passa “all’immagine”.
La cura per le immagini diventa una delle caratteristiche peculiari di Giordano Bruno. Come ho già avuto modo di accennare in precedenti post, redige in maniera organica e rigorosa, “ trenta regole” per la costruzioni delle immagini mnemoniche, contenute, con leggere variazioni, in tre libri : 1)Canto Circeo; 2) Ars Reminescendi; 3) De Imaginum Compositione-
Giordano Bruno poi si spinge oltre: quando l’applicazione delle trenta regole non è sufficiente, entrano in campo gli insegnamenti e le sofisticate tecniche combinatorie contenute nel De Umbris Idearum.
L’opera è focalizzata proprio sulla memoria verborum.
Il nolano riesce in quello che nessuno era riuscito prima: memorizzare in un unico loco ogni tipo di parola di qualunque lingua, tramite una immagine unitaria, che non risente dell’entropia del sistema causata dagli alfabeti visivi, che portavano a collocare e ricollocare sempre le stesse immagini con il rischio di confusione nel recupero del materiale mnemonico.
Il suo sistema combinatorio è un qualcosa a dir poco imponente, avendo potenzialmente 75,9 miliardi di possibili immagini mnemoniche (150*150*150*150*150= 75,9 miliardi)
Le immagini vengono sempre concepite come un tutt’uno con il loco “[color=blue]i subiecta diano ordine alle immagini oppure siano ordinati da esse, ciò infatti porta ad avere memoria delle stesse immagini”.
Vengono inoltre utilizzate in modo innovativo e poliedrico: fisse o mobili, animate o meno, vanno a vivificare gli spazi, concorrono all’ordinamento ed alla strutturazione dei loci, si fanno portatrici di contenuto informativo articolato su diversi livelli, acquisendo di fatto una nuova dimensione
Le immagini diventano “ombre delle idee”, la loro scomposizione in diversi “momenti visivi” derivanti dall’arte combinatoria fa acquisir loro contenuti informativi sempre nuovi.
Nelle sue opere Giordano Bruno richiede sempre la soluzione di Enigmi e “l’apertura di Sigilli” o segreti (ovviamente mnemonici), dove le immagini hanno un ruolo di assoluta centralità. La risoluzione e comprensione degli stessi, cosa mai immediata e semplice, porta poi a vedere quelle stesse immagini con un altro occhio, a cui si dischiudono successivamente particolari, significati e contenuti prima “celati”
La correlazione tra Personaggio (agens) ed azione è un’ulteriore invenzione di Giordano Bruno in tema di immagini.
All’agente viene sempre accostata una specifica azione, in tal modo <b><<agens >>ed “actio” si rafforzano a vicenda compattando ulteriormente il sistema mnemonico.
L’immagine di memoria viene concepita sempre come un insieme di parti tra loro collegate. Ad ogni personaggio viene riferito uno strumento (artificio questo peraltro già introdotto da Pietro da Ravenna) un tratto distintivo o stato dell’essere dell’agente, un elemento circostante o di sfondo.
L’elemento di sfondo rappresenta una novità assoluta , anche per oggi, costituendo di fatto un secondo piano all’interno dell’immagine stessa , che acquisisce quindi una logica tridimensionale ed una “profondità spaziale”
L’elemento di sfondo o circostante, che non va mai ad interferire con l’immagine principale, possiede a sua volta una propria strutturazione: queste scene circostanti sono scandite da ben precise sequenze visive: un protagonista, con una condizione dell’essere o connotazione emotiva, un azione ed un elemento compresente (alcuni esempi: sullo sfondo ascende un uomo nero , di smisurata statura, con occhi ardenti, col volto austero, cinto da un mantello bianco//Un uomo di colore rossiccio, vestito di abiti gialli, con la testa cinta d’oro, con un gallo nella mano destra a cavallo di un leone//Una fanciulla che tiene nella sinistra uno scudo rotondo e scaglia un dardo con la destra, seduta sopra un coccodrillo//Una donna cornuta a cavallo di un delfino, con un camaleonte nella destra e dei gigli nella sinistra//Un uomo di colore fulvo vestito di abiti rossi che porta un pesante scettro di ferro ed è a cavallo di un lupo//Un giovane che abbraccia una fanciulla di cui si è invaghito e accanto a loro due pavoni che lottano//Un uomo armato a cavallo di un leone, il cui elmo è beccato da un avvoltoio. //Un fanciullo alato coi capelli più brillanti dell’oro; le penne sono tutte variopinte, il fanciullo lancia dardi infuocati//Un uomo dal volto di cervo sopra un drago tiene nella destra un gufo che sta ingoiando un serpente//Un uomo nero con piedi di cammello, seduto su un drago alato, con un ramo di cipresso nella mano destra)//Un uomo sdraiato a terra che scosta a caso un bastone, pallido in viso e coi vestiti sporchi; vicino a lui c’è un maiale che scava manate di terra)
Un ulteriore importante passaggio : le immagini delle prassi bruniane, utilizzate per la memorizzazione delle parole (memoria verbo rum) in virtù di un articolato sistema combinatorio sottostante, possono poi a loro volta svolgere la funzione di loci per le immagini di memoria rerum, grazie alla articolata strutturazione insita in esse. Diventano esse stesse oggetti mnemonici
Potremo così abbinare un primo elemento informativo all’agente, un secondo riferito all’azione, un terzo allo stato dell’essere, il quarto allo strumento , il quinto all’elemento circostante, che a sua volta consente ulteriori sottoripartizioni del materiale informativo
In merito agli elementi di sfondo, di cui in precedenza ho fornito qualche esempio, Giordano Bruno fornisce forti immagini in senso mnemonico: sono immagini dei decani dello zodiaco , dei diversi pianeti, delle case astrologiche, delle posizioni lunari ; immagini diffuse e conosciute da parte di tutti i lettori del tempo, quindi ben presenti nell’immaginario collettivo.
Non sono assolutamente immagini magiche, con influssi astrali o celanti particolari segreti ermetici, come erroneamente aveva ipotizzato la Yates; l’insigne studiosa inglese, che con le sue opere ha fornito un monumentale contributo alla comprensione e studio dell’arte della memoria, in merito alle ruote mobili di Giordano Bruno ha preso una cantonata pazzesca; la cosa del resto non mi sorprende più di tanto, in quanto certe cose o le sperimenti concretamente o rimani invischiato in pericolose “trappole teoriche”.
Le famose ruote mobili altro non sono quindi che l’immagine del suo sofisticato sistema combinatorio finalizzato alla memorizzazione delle parole, quindi alla memoria rerum. Le immagini proposte hanno semplicemente la finalità di lasciare un imprinting mnemonico per un loro migliore utilizzo, che nulla ha a che vedere con aspetti ermetici, magici e cabalistici
Continuando nell’analisi, abbiamo quindi un’immagine strutturata potenzialmente su diversi livelli, che si accompagna ed interfaccia a sua volta con un sistema di loci , anche esso strutturato, con diverse modalità e livelli.
I luoghi “accolgono” queste immagini fantastiche, visibili con l’occhio della fantasia, che possono essere apposte, tolte o rese mobili e vaganti dentro i luoghi mnemonici, con diversi gradi di subordinazione; immagini di agenti che a loro volta possono avere un’organizzazione interna gerarchica, immagini che possono ricoprire anche un ruolo solo accessorio di creazione di segni mnemonici negli spazi loci, quale veicolo per la generazione di ulteriori informazioni.
Gli spazi loci vengono comunque sempre costruiti a misura di immagine.
Nulla impedisce a Giordano Bruno di usare un portacenere come un loco; poiché possa fungere da scena , da contenitore dell’immagine, deve però essere ingrandito sino quasi alle dimensioni di una stanza o in modo tale da consentirne al suo interno una rappresentazione visiva.
Anche questo è un modo diverso da parte di Giordano Bruno di concepire la combinazione immagine- loco
Questa attenzione e cura quasi maniacale nella formazione e costruzione di diversi e complessi costrutti mnemonici, sempre mutevoli, purtroppo non ha avuto un seguito significativo.
Ai giorni nostri, soprattutto nei Paesi di matrice anglosassone , il principio della corrispondenza fonetica tra materiale da memorizzare e sua immagine rappresentativa viene molto sfruttato.
Si è persa la “focalizzazione verso le immagini”, verso quelle “ombre delle idee” che hanno determinato tuttavia un nuovo ed innovativo modo di concepire il loco e, di conseguenza, l’immagine stessa di memoria

Viva
 
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view post Posted on 17/11/2017, 15:13     +1   -1
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Mi viene in mente uno spot “cult” degli anni ’80: la pubblicità del “ grande pennello cinghiale”. Penso che nessuno della mia generazione abbia dimenticato la scena dell’imbianchino in sella ad una bici, di fatto un enorme pennello, che viene fermato da un vigile…

Figuriamoci se non ti ricordi questa pubblicità:

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Muriel quando quoti, o metti una citazione, seleziona la parte che vuoi citare e utilizza il tasto "quote", in questo modo diventa più semplice separare le parti a livello visivo durante la lettura.

Nella finestra dove componi il post ti diventerà così
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[QUOTE]Muriel quando quoti, o metti una citazione, seleziona la parte che vuoi citare e utilizza il tasto "quote", in questo modo diventa più semplice separare le parti a livello visivo durante la lettura.[/QUOTE]

per ottenere poi:
CITAZIONE
Muriel quando quoti, o metti una citazione, seleziona la parte che vuoi citare e utilizza il tasto "quote", in questo modo diventa più semplice separare le parti a livello visivo durante la lettura.

CITAZIONE
tra il voler ricordare un pensiero logico e un pensiero illogico, sono più che certo che quello illogico ha più opportunità di essere ricordato

Io mi riferisco esclusivamente alla memorizzazione eseguita volontariamente, io però utilizzo prevalentemente una strategia per memorizzare che tende a ricombinare memorie che già possiedo e che conosco già bene, in questo modo risparmio energie mentali e rendo più semplice la memorizzazione, ovviamente per me.
Non ho idea da quanti anni metti alla prova alla tua memoria seriamente, io da almeno un decennio; ho notato che l'illogicità, i paradossi, l'esagerazione possono avere un effetto dirompente sulla memorizzazione ma questo tipo di "ragionamenti" sono tendenzialmente precari in un arco di tempo molto breve, due o tre giorni, rispetto al ricombinare memorie a lungo termine che già si possiedono.

CITAZIONE
Il principio di arbitrarietà e soggettività delle associazioni lo slega in maniera definitiva dallo schema degli alfabeti visivi: il focus dalla “fonetica” passa “all’immagine”.
.....
Le immagini vengono sempre concepite come un tutt’uno con il loco
.....
la loro scomposizione in diversi “momenti visivi” derivanti dall’arte combinatoria fa acquisir loro contenuti informativi sempre nuovi.

C'è da considerare un po di cose quando ci si riferisce all'era medioevale e al dopo era medioevale. Da Guttember il modo di ricordare è cambiato. Si è passati dal leggere i manoscritti ad alta voce, al leggere delle opere stampate mentalmente. Il modo di ricordare è cambiato di parecchio ed oggi ci troviamo ad un nuovo tramonto quello di Guttemberg dovuto all'era digitale in cui viviamo e che si sta evolvendo.
La mia prospettiva nel sviluppare le mnemotecniche, prende molto in considerazione i cambiamenti culturali, il passaggio dalla cultura orale, a quella scritta e per ultima a quella digitale.
 
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