CITAZIONE (El Fabuloso @ 17/7/2012, 19:57)
Ciao a tutti,
come già ho scritto nella presentazione, studio medicina. Alle superiori ho fatto il liceo classico, e quindi mi sono sempre dovuto confrontare con una mole notevole di concetti da imparare.
Durante il liceo studiavo praticamente tutto il giorno, tutti i giorni. Usavo il più gettonato dei metodi: leggevo, sottolineavo, schematizzavo/riassumevo, ripetevo. Questo lavoro era aggiuntivo alle lunghe ore passate a tradurre dal greco e dal latino, che quindi rallentava molto il tutto.
Ricordo ancora l'esame di maturità: è stato un vero incubo, mi alzavo alle 6 per studiare e finivo alle 8 di sera, cose da pazzi. Il mio rammarico è soprattutto il fatto che, a conti fatti, tutti questi sforzi non sono serviti molto, visto che non mi ricordo quasi niente di tutta quella roba. Era puro masochismo studiare in quel modo.
In realtà, durante il liceo mi è capitato tra le mani il libro ''usiamo la testa'' di buzan. Lì per lì mi sembrava di aver trovato la panacea di tutti i mali. Ho provato a usare le mappe mentali, ma perdevo un sacco di tempo a fare le mappe, e comunque venivano troppo caotiche, con troppi colori. E soprattutto, almeno per me, non funzionavano come mnemotecniche, nel senso che non mi facevano ricordare di più. Il vantaggio è stato che ho avuto il primo assaggio sulle mnemotecniche.
Per tutto il liceo ho lasciato quindi perdere l'elaborazione di una strategia personalizzata ed efficace per lo studio, rassegnandomi a impegnare tutto il mio tempo e le mie energie nello studio. Ma dopo l'incubo dell'esame di maturità ho avuto come una ribellione interna, mi sono reso conto delle carenze di quel ''non metodo'' . Quindi ho letto molti libri sulle metodologie di studio, sulla lettura veloce, sulle mnemotecniche.
Dopo diversi mesi di incubazione, anzi, dopo un paio d'anni dalla maturità, è quindi nata la strategia che uso adesso.
Si avvale di diverse armi.
Innanzitutto, studio con un cronometro. La mia unità temporale può essere di 50 minuti o di 30 minuti, a seconda del mio stato mentale, della difficoltà della materia, del tempo a disposizione. Generalmente, quando inizio una nuova materia, tendo a fare 50 minuti. Infatti ho visto che è la durata ideale per ''ambientarsi'' al nuovo argomento, senza sforzo eccessivo. Invece, durante le fasi finali, faccio sessioni di 30 minuti, perché in queste fasi la curiosità e la spinta verso la materia vanno via via scemando, e quindi ho bisogno di pause più frequenti perché mi stanco prima. Questo funziona con me, non è una regola e non l'ho letto da nessuna parte, ma è solo frutto di una continua sperimentazione che faccio.
Quando ho un nuovo libro da studiare, innanzitutto dò un'occhiata sommaria a come è fatto, a quante immagini ci stanno, a quanto è lungo, quanto è fitto il testo. Poi vado al sommario e cerco di farmi una vaga idea degli argomenti trattati. Il tutto dura neanche un minuto.
Quando inizio lo studio vero e proprio, in genere prima sfoglio il capitolo in questione, poi inizio a leggerlo, a velocità normale. Infatti ho visto che la lettura veloce iniziale che molti metodi consigliano, è per me perfettamente inutile. Vado subito con la così detta lettura analitica, ovvero concentrandomi sulla comprensione prima di tutto.
Se la prima lettura non è sufficiente alla comprensione, ne eseguo un'altra (in genere la seconda lettura la faccio sempre) e se nemmeno questa basta, un'altra in un altro giorno. E se non basta, un'altra ancora. Spesso non servono tutte queste riletture, ma a volte gli argomenti sono molto complessi e quindi possono essere necessarie. Le riletture diventano sempre più veloci, soprattutto sulle parti già ben comprese, e qui inizio a usare la lettura rapida.
Durante la seconda lettura sottolineo le parole chiave, con una matita. Ho usato per anni gli evidenziatori, ma ho visto che la matita è molto più pratica, anche perché, se devo scrivere un appunto, posso farlo immediatamente.
Scovate le parole chiave, siamo praticamente nell'intimo dello studio. Mi sono reso conto che non esiste un metodo definitivo, almeno per me, avendone sperimentati diversi. Ogni testo ha una diversa ''concentrazione'' di parole chiave. Non solo. Per alcune materie, alcuni concetti chiave sono ''propedeutici'' per quelli che verranno successivamente nel libro. Altre materie invece hanno una suddivisione interna ''a compartimenti stagni''.
Questa considerazione è fondamentale e non l'ho mai letta da nessuna parte. Infatti, penso che spesso chi scrive libri sull'apprendimento non è uno studente e non si rende conto della realtà.
Infatti, a seconda che si tratti di un testo ''a compartimenti stagni'' o un testo costituito da concetti interconnessi che si integrano a vicenda, uso strategie diverse.
Nel primo caso, con i compartimenti stagni, ho necessità di usare la mnemonica in modo massiccio. Infatti, mi sono reso conto del fatto una ricca rete associative tra i concetti del libro è uno strumento mnemonico, nel senso che agevola il ricordo. Se, viceversa, i concetti sono separati e cristallizzati, sfodero il mio arsenale mnemonico fatto soprattutto di loci e schedari. In genere uso dei loci strutturati, che mi permettano la separazione del materiale: ad esempio, per un capitolo uso un centro commerciale, per un altro una palestra, per un altro un supermercato, per un altro un parco, e via dicendo. Non importa se sono luoghi all'aperto o al chiuso, l'importante e chè io possa racchiudere un certo numero di loci in una struttura definita. Le strade vanno meno bene perché non sono separate ma sono un continuo - infatti le uso per memorizzare ad esempio un mazzo di carte, ma non mi sono molto utili per concetti più strutturati. Comunque, in genere scrovo brevemente quali associazioni faccio, magari al margine del libro. Questo agevola i ripassi, ed evita la perdita di qualche associazione che a volte può sfuggire, evitando di stare a crearne di nuove.
Nel caso in cui il testo abbia una solida base logica e associativa di base, in genere non uso i loci. Uso sempre le immagini, ma faccio associazioni tra loro, senza uno sfondo. E comunque non ne faccio mai molte, ma sono molto parsimonioso con questo tipo di libri. Infatti, ho visto che i loci vanno ad appesantire l'architettura generale, che in questo caso già c'è, non la devo dare io con i loci. Inoltre, testi di questo tipo sono generalmente più complessi. Questo significa che le letture che faccio sono di più. Così, leggendo più volte per aumentare la comprensione, aumenta anche il ricordo, proprio perché vedo più spesso quell'argomento. Quindi in questo caso la mnemonica non è essenziale. Invece, faccio degli schemi generalissimi, ma veramente pochi fogli, comprensivi dei processi salienti, estrando il cuore pulsante del libro e avendolo come riferimento. Ma non hanno niente a che vedere con le mappe mentali, che trovo troppo rigide. E' più una rete interconnessa di immagini, spesso riunendo più figure del libro in un disegno fatto da me.
Per quanto riguarda i ripassi, nel primo caso mi basta rileggere le associazioni e riprodurle mentalmente. Nel secondo caso, invece, sono integrati con la fase di studio vero e proprio, visto che la complessità dell'argomento mi porta a rileggerlo più volte (in questo caso infatti comprensione e ricordo vanno quasi di pari passo, mentre nel primo caso l'argomento in genere è più semplice e la comprensione viene molto prima del ricordo). Non ho una tabella precisa sui ripassi, valuto di volta in volta, adattondola alla materia. A volte, un po' per pigrizia, non faccio quella del giorno immediatamente successivo allo studio, anche so mi sono reso conto che è molto utile.
Spero di essere stato esaustivo xD
Grande post, sono stra esaltato!!! Aggiungo un paio di cose e poi aggiungo il mio metodo come ci siam detti al tel ^^ Similmente a quello che hai detto tu, ti posso aggiungere che per la teoria del flusso, all'inizio per fare un capitolo ci cogliono 3 giorni, nelle fasi finali un capitolo si fa in poche ore!! Forse è anche questo!! Forse per questo fai lo shift 50min poi 30min...o magari un mix tra le cose!
Ti quoto in pieno poi sulla lettura analitica!! Per me la prima letta a tempo perso è un enorme stupidaggine, mi metto a capire da subito come fai tu segnando e confrontando, se serve.
Sul resto, quoto tutto specie la distinzione tra le materie: per esempio fisiologia 2 per come ce l'hanno fatta studiare a noi, era palesemente suddivisa in compartimenti stagni (renale - respiratorio - digerente)!!!
CITAZIONE (El Fabuloso @ 18/7/2012, 08:18)
Il mio sogno sarebbe vedere questi argomenti insegnati nelle scuole. Ma sembra che alla fine l'ignoranza faccia comodo. Dobbiamo provvedere da soli alla nostra emancipazione xD
Certo bisogna mantenere lo status quo!! La società deve rimanere stabile xD!
Ora aggiungo la mia parte, sempre su medicina, e parlerò anche di casi specifichi.
Anzitutto io sono stato da sempre un grandissimo detrattore dello studio sul libro: da quando infatti quel mito del mio prof di filosofia iniziò a caricarci 80 pagine a interrogazione (lol, 80 pagine di Kant me le mangerei in un giorno adesso), fui costretto ad abbandonare la memoria visiva del libro e iniziare a schematizzare il testo su un quaderno. Concetti chiave, scalette, frasi preconfezionate. Tutta l’interrogazione sul foglio. Il problema è che non avevo tempo e voglia di ripeterla, quindi sbirciavo il foglio durante l’interrogazione. Con il primo anno di medicina, ho praticamente applicato lo stesso metodo (contate non conoscevo nulla di mnemotecniche né tantomeno adesso, sono un novizio totale. Sono ferrato in altri ambiti della psicologia, come pnl, dinamiche sociali, comunicazione non verbale e paraverbale, ma ho sempre voluto restare un “puro” sullo studio….moli sempre maggiori di testo mi stanno obbligando a farmi un corso d’aggiornamento
)…stesso metodo dicevo, ma senza più sbirciare. Che fatica…più o meno me la sono cavata, ma è stato durante fisiologia e anatomia che mi sono accorto della magia: basta impararsi a memoria il mio trascritto e il gioco è fatto!! E infatti sono fioccati 30 su 30, molte volte di fila. Il 2011 è stato pazzesco, con un solo 28 a virologia a fine anno, però sticazzi!!! Quali sono i vantaggi: schematizzo tutto il capitolo mediamente in una decina di fogli di quaderno; se il libro è confusionario, studiare sul quaderno mi avvantaggia perché io non copio affatto il libro, ma lo metto in ordine. Inoltre confronto i dati tra libri diversi, su internet, sugli appunti (sempre degli altri: seguire le lezioni frontali, almeno a medicina, non serve assolutamente a nulla se non arrivi già preparato sull’argomento….purtroppo mi sto dovendo ricredere comunque->vedi dopo). Che altro aggiungere..bhe io ho una teoria: che studiare sui propri appunti che sono di fatto un sunto tra libro, lezioni e approfondimenti vari, permetta all’inconscio di studiare con un amico, un conoscente, una persona (il mio quaderno con la mia scrittura) a cui si vuol bene, non un libro scritto da traduttori impazziti. Chiaramente questa teoria funziona eccome, almeno per me. Inoltre grazie a El Fabuloso ho scoperto il fatato mondo dei pomodori, e dopo tante ricerche basate sulla mia esperienza di studio sono arrivato a suddividere il carico di studio in gruppi da 25 minuti.
Vi voglio riempire di dati: una pagina di quaderno appuntata in maniera medio-densa si sa a memoria in 25 minuti, in maniera perfetta. L’optimum sono 10 pagine di quaderno al giorno, corrispondenti per me ad una cinquantina di pagine di libro (prendiamo come esempio il libro di Fisiologia Umana di Fiorenzo Conti, oppure l’Abbas di Immunologia). Chiaramente, alla bisogna, il lavoro può essere raddoppiato: scoprii infatti che non solo potevo fare 2 pagine in 25 minuti e dunque 20 pagine a fine giornata (certo con più stress), ma soprattutto che la memoria non peggiorava!! Infatti obbligare il mio cervello a fare meno ripetizioni rendeva di fatto la mia memoria più efficace: in realtà sbagliavo prima, perché è inutile ripetere tutto il carico dopo 5 minuti dall’ultima ripetuta, è memoria a breve termine!! Qui forse mi sono spiegato male ma se avete domande posso chiarire ^^
Ho scoperto inoltre che si possono ripassare 3-4 pagine di quaderno in 25 minuti, per un optimum di 40 al giorno, se le si era ripetute bene fino a dieci giorni prima (a questo proposito aggiungo che mentre studio le mie 10 pagine al giorno, ad un certo punto ho come un sensore di insicurezza interno che mi dice: ricomincia a ripetere da capo!! Va da sé quindi che lo studio giornaliero non è di 250 minuti ma molto di più). Ripasso teoricamente illimitato (l’unico limite è la vostra pazienza) se ogni blocco giornaliero viene ripetuto i giorni successivi. Il giorno prima di immunologia credo di aver ripetuto 250 pagine di libro a memoria, il mio sogno è arrivare ad un esame ripetendo il giorno prima tutto il programma!! Il mio problema, strettamente associato al mio metodo, è la gestione dei tempi. Sono un procrastinatore convinto (talmente convinto che sono convinto che procrastinare faccia bene, perché comunica al cervello che lui è talmente intelligente che ce la farà uguale) e studiare come faccio io porta a sapere benissimo l’80% delle cose, ma avere buchi paurosi, con relativo rischio annesso di deprimersi e non dare gli esami. Inoltre avere una media alta non è tutto rose e fiori, anche El Fabuloso è bravissimo e lo saprà, ho incontrato periodi in cui mi sono letteralmente auto sabotato pur di non “vincere” un’altra volta e sentirmi ancora più oppresso dalle responsabilità. Insomma c’è stata voglia di perdere, quasi un toccasana, perché all’esame successivo torni più carico che mai!!
Detto questo sottolineo un paio di problemi: anzitutto la mole di studio sta aumentando sempre più. Riassumere più di 500 pagine di immunologia è un lavoraccio e i miei appunti lineari non permettono troppi collegamenti (ad esempio tra pag.1 e pag.10), qualora ce ne fossero. Per questo mi sto affacciando alle mappe radianti di Buzan e all’uso più corretto dei colori, per adesso mi trovo bene!! Inoltre il vero grande problema è il tempo di ripetuta dei concetti, ho come l’impressione che ne faccio troppe e che sia un lavoro inutile…un po’ come quando ho scritto che studiare venti pagine al giorno di quaderno anziché dieci permette di ricordarle QUASI meglio per motivi che potete immaginare: cervello più allenato, meno ripetizioni che sfruttano la memoria a breve termine, meno ripetizioni in generale ma più capaci di creare solide connessioni nella mente, boh altro..non saprei!!
Ciò che sto sperimentando adesso per patologia è un approccio misto tra il mio classico e la mappa radiante di Buzan: la mia mappa è più densa della sua, ma non credo sia un problema perché io non ricordo la scritta in sé bensì l’immagine che mi creo di quella scritta, sto cercando di capire quindi se scritte più piccole (nei limiti dell’ordine e della decenza) mi possano essere utili!! Boh chissà, vedremo!! Vi faccio sapere!!!
Complimenti agli admin per il bellissimo forum..qualsiasi osservazione è ben accetta, soprattutto El Fabuloso dimmi se ho scritto qualche cazzata e cerchiamo di risolvere una volta per tutte il metodo definitivo ahahah
ps sai che ho come l'impressione che più andiamo avanti con gli anni più i prof se ne fregano del testo e vogliono sentirsi dire ciò che hanno spiegato a lezione!?