CITAZIONE
Ci sono esperienze che confermano che con il tempo, tutto questo discorso visivo: la Opel ASTRA di mio zio che passa all'AZIONE con un ciack sul set del nuovo film..., non viene più percepito a livello cosciente.
L'informazione "viene servita" già bella pronta alla coscienza.
Dovresti preoccuparti di più del percorso per arrivare al consolidamento effettivo di quello che vuoi tenere a mente, invece che farti tutte queste domande a cui ogni risposta è solamente ipotetica.
Quoto quanto detto da Max.
CITAZIONE
Secondo me vale lo stesso discorso per tutti i concetti: dovrebbero insegnarceli (i nostri genitori, la scuola, ecc.) facendoci collegare stabilmente e univocamente un'immagine mentale specifica (che può essere nostra, non uguale per tutti), ma non ripetuta per altri concetti. Ci costruiremmo un dizionario mentale visivo.
Se per concetti intendi solamente le parole del dizionario e i numeri allora forse una cosa del genere potrebbe anche essere possibile in teoria, ma in realtà quello che vogliamo fare è associare immagini a concetti che si esprimono con più di un parola (vedi l'esempio del'ippoterapia) e che in genere quando studiamo incontriamo per la prima volta (tua figlia non potrà mai associare un immagine al concetto di tensore di deformazione finché non avrà capito cos'é). Inoltre non sopravvalutiamo la mente dei bambini: anche se hanno più plasticità e memoria degli adulti, per contro hanno più difficoltà con l'astrazione. Per esempio per insegnare alcune parti un po' più astratte del programma di matematica (come il calcolo simbolico) la regola è di aspettare le superiori perché prima la mente (in linea generale) non è in grado di gestire il concetto.
Col casellario fonetico (o quello dei colori, o il sistema egineg, o il mazzo di carte o con la scacchiera visiva di cui si parla adesso) l'obiettivo è di creare una serie di immagine che rappresentino una particolare struttura finita, come i numeri da 1 a 100 (o anche 1000 volendo), le 52 carte del mazzo etc. Creare uno schedario per tutte le parole del dizionario non mi sembra (ma forse mi sbaglio) un'impresa possibile, e a dire il vero, nemmeno utile, a meno che tu non voglia imparare testi a memoria.
Quello che ti servirebbe è uno schedario con un immagine mentale per tutti i concetti realizzabili, i quali sono decisamente troppi, e vanno ben oltre ai concetti espressi da "quindi", "astratto" etc. Ripeto, ciò in cui consiste l'ippoterapia è un concetto esso stesso, espresso con molte parole. È più veloce memorizzare direttamente il concetto rispetto a tutte le parole formanti la definizione.
Quindi l'unica possibilità è quella di sviluppare la capacità di creare immagini efficaci rappresentanti i vari concetti che via via ci capita di incontrare. Inoltre il processo stesso della creazione dell'immagine costituisce un ricordo, e aiuta a recuperare le informazioni.
Col tempo, finirai col rappresentare lo stesso concetto sempre con la stessa immagine, e così otterrai un "dizionario visuale" dei concetti che incontri più spesso, basato sul tuo modo di ragionare.
Ricorda sempre che è importante che il metodo sia personalizzato, anche per questo motivo non possiamo aiutarti più di tanto. Scendendo nei dettagli io e Max ti daremmo risposte diverse e contrastanti, questo nonostante frequentiamo lo stesso forum e seguiamo quindi più o meno la stessa linea di pensiero in generale.
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Secondo me vale lo stesso discorso per tutti i concetti: dovrebbero insegnarceli (i nostri genitori, la scuola, ecc.) facendoci collegare stabilmente e univocamente un'immagine mentale specifica (che può essere nostra, non uguale per tutti), ma non ripetuta per altri concetti. Ci costruiremmo un dizionario mentale visivo.
Ripeto, i concetti non sono solo le parole del dizionario. Inoltre considerando che nella pratica si fa fatica a insegnare le tabelline penso che il tuo resti comunque un progetto troppo ambizionso. Sono però d'accordo che bisognerebbe introdurre i bambini alle tecniche di memoria già a scuola, e per farlo ci vorrebbero degli insegnanti preparati sull'argomento. Per i miei ricordi, che risalgono a circa una decina di anni fa, gli insegnanti si limitavano a far imparare poesie a memoria, sottolineare, scrivere riassunti e fare mappe concettuali.
In particolare ho un brutto ricordo delle mappe concettuali, spesso infatti dovevano seguire schemi particolari e per farle perdevo un sacco di tempo senza che questo mi aiutasse nel memorizzare o capire la materia.
Trovo ridicolo dover andare a scuola 13 anni per poi scoprire all'università che non si possiede ancora un metodo di studio efficace.