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| Allora, facendo seguito a quanto premesso nel post di presentazioni volevo riassumervi il mio tentativo di memorizzazione attraverso i loci, facendo presente che non ho seguito alcun corso, non ho esperienze pregresse di alcuna mnemotecnica, sono un esordiente totale e ho letto solo il De Oratore di Cicreone e il manuale di Matteo Ricci. Ho usato il metodo (o quello che è) a inizio anno (poi ho dovuto interrompere) con il primo capitolo riferito alle fonti del diritto amministrativo (circa 120 pgg.) e con alcuni argomenti di diritto privato (una 50ina di pagg.). Ho usato il metodo non perché dimezzerebbe il tempo di studio (non sono all'università e studio paragrafi per circa 10 pgg. al giorno, non ho fatto corsi per la memoria, non vado dietro alle pubblicità del web), ma perché voglio che quello che studio rimanga. Scrivo perché in effetti ho verificato che quanto studiato con la mnemotecnica (salvo alcuni loci scomparsi) è rimasto.
Ciò premesso, ho iniziato a studiare diritto amministrativo e a costruire il palazzo immaginario della materia utilizzando come esterno il palazzo Spada (sede del Consiglio di Stato). Ho poi tirato giù un elenco di case e fabbricati da me conosciuti e ho cercato di combinarle con i vari capitoli del manuale in base all'uguaglianza nr. sottocapitoli = nr. stanze e in modo che fosse rispettata anche la condizione nr. loci stanza = nr. paragrafi Pensavo di progettare bene il palazzo, ma poi mi sono detto "tutto sto lavoro e poi magari non funziona... comincia e poi costruisci man mano". Quindi, entrati in Palazzo Spada, c'è sul corridoio che va a sinistra un primo portone con sopra inciso un "acquario" stile segno zodiacale ed è il titolo del primo capitolo e cioè le fonti del diritto. Entrando nel portone c'è un piccolo disimpegno che apre su due stanze: quella a sinistra è della mia collega e ha appesa una bandiera dell'Europa sopra la porta, (fonti europee), mentre sopra la porta del mio studio c'è una bandiera dell'Italia (fonti nazionali).
Comincio dunque dallo studio della mia collega e individuo 7 loci interni alla stanza. Partendo da destra c'è una libreria a vetrinetta (1), poi sul lato attiguo una mensola in alto (2) e una piccola scrivania contro il muro (3). Proseguendo sullo stesso lato c'è uno schedario (4) poi, passata la finestra, c'è un angolo con una scrivania con computer sempre contro il muro (5), al centro la scrivania principale (6) e infine sul lato opposto alla finestra un divano (7). Bene, penso, che ci metto qui dentro? Non lo so, cominciamo a studiare e poi vediamo.
Il paragrafo 1. del primo sottocapitolo tratta del primato del diritto comunitario su quello nazionale. Lo studio bene e mi limito a sottolineare i passi fondamentali che mi ricordano il ragionamento che è necessario seguire. Approfondisco e faccio un minimo di ricerca su argomenti sempre dati per scontati. Realizzo uno schema del paragrafo e poi mi fermo perché a quel punto è passata un'ora ed è scaduto il tempo a mia disposizione. La sera sono sul letto con mio figlio che non vuole dormire e comincio a pensare alle immagini da mettere nel luogo. L'affermazione del primato del diritto comunitario su quello nazionale è avvenuta in 4 fasi e per me, che sono stato educato all'Italia campione del Mondo e alla sovranità del popolo, è come una descensio ad inferos... quindi penso a una scalinata di quattro gradini. Sarà una scalinata giocattolo con dei pupazzi sopra, perché dentro la libreria una scala vera non c'entra... andrà bene? Non lo so.
Sul primo gradino in alto ci sono due donne fianco a fianco: l'Europa sulla sinistra, vestita di blu, fisico perfetto, portamento sussiegoso, come sarebbe la seducente antagonista in qualche film di azione. In testa ha un cappuccio da monaco largo ai lati che lascia in ombra il volto, il che significa che propende per la teoria monista (cappuccio-monaco-monista) e cioè che gli ordinamenti comunitario e nazionale non sono distinti ma un ordinamento unitario integrato. Il viso in ombra è una mia riflessione sulla scarsa propensione alla rappresentatività degli organi comunitari rispetto al popolo europeo. A destra c'è l'Italia, una classica chiassosa e simpatica signora in carne, molto goffa, con un vestito bianco e con striature rosse e verdi e che si fa aria con due liste della spesa, perché lei propende infatti per la tesi dualista (due ordinamenti distinti che si influenzano con diversa intensità).
A questo punto comincia la discesa. Il primo gradino della scalinata è un capitello allungato spaccato (l'immagine del capitello è utilizzata da sempre nei codici del sole24ore per indicare l'incostituzionalità) e con esso mi ricordo che in un primo tempo il diritto comunitario aveva valore di legge (perché veniva recepito con legge ordinaria) e pertanto era equiparato al diritto italiano prodotto dalle fonti primarie (legge). In seguito, la Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale la normativa italiana in contrasto con quella comunitaria, ricordo il richiamo fatto agli artt. 10 e 11 Cost. e tutte le riserve espresse dalla dottrina etc… Dunque entrambe le figure scendono il gradino e l’Italia si sbilancia e quasi si inginocchia.
La fase successiva è costituita dalla Sentenza Granital della Corte Cost. con la quale è stato stabilito il controllo diffuso, ad opera dei giudici e non della Corte Costituzionale, del rispetto del diritto comunitario da parte del diritto nazionale in virtù dei principi di effetto utile sancito dal primo. Tutto questo mi è ricordato dal gradino di Granito nel quale l’Italia inciampa e cade in ginocchio, tenendo strette però le sue due liste della spesa. Così mi ricordo che nonostante gli approdi della giurisprudenza costituzionale il panorama nazionale non era ancora propenso ad aderire alla tesi monista.
Infine, nell'ultimo gradino l’Italia rovina a terra ai piedi dell’Europa. Sul gradino è inciso un aereo F117, che mi rappresenta la modifica dell’art. 117 Cost., che ora espressamente stabilisce che la potestà legislativa è esercitata nei limiti imposti dall’ordinamento comunitario. Le due liste della spesa svolazzano via e diventa subito evidente la conseguenza del passaggio alla tesi monista. La pubblica amministrazione, infatti, sta prendendo appunti osservando anche l’Europa, dato che anch’essa ora è suo parametro diretto di legittimità.
A questo punto la scena si sposta a lato della scalinata, dove la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, una donna con il vestito rigonfio nella gonna e una specie di cesta sulla testa (si, credo che inconsciamente mi sia ispirato alle banane), completamente azzurra nel vestito tempestato di stelle, si lascia andare e, sotto una ridente e soddisfatta Europa, comincia a frustare un tizio che assomiglia a una persona che conosco, molto trasandata e triste. La frusta ha alle estremità dei dolorosissimi lucchetti. Il tizio è una persona che tutti giudicano male, è il Giudicato e ha un impermeabile che apre e chiude come un esibizionista. Sotto ha solo dei mutandoni alla Fantozzi e un salvagente da guardia costiera sul quale pende un cartellino pubblicitario della Omnitel. La scena l’ho costruita per dire che la CGUE, nella sentenza Lucchini, è arrivata ad affermare che il primato del diritto comunitario è in grado di travolgere il giudicato. Cosa assurda per gli ordinamenti nazionali perché il giudicato (cioè ciò che è deciso e non può più esser messo in discussione se non in casi gravissimi) è fondamentale per la certezza dei rapporti giuridici. Quindi con la successiva sentenza Omniclub (in immagine Omnitel) la Corte ha ridimensionato la precedente decisione stabilendo che il giudicato contrario al diritto comunitario, nel caso Lucchini, riguardava aiuti di stato (il salvagente) e dunque invadeva le competenze della Commissione Europea, mentre per il resto rilevava la differenza tra giudicato interno ed esterno (impermeabile aperto e chiuso) e tutte le conseguenze che ne derivano e che non vi sto a spiegare altrimenti ci vogliono 10 gg.
Arriva a questo punto un Consigliere di stato, personaggio fighissimo che non sto a nominare, che prende per il bavero dell’impermeabile il giudicato e lo sbatte davanti a tre strutture fluttuanti con ognuna un vecchio giudice sopra. È la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. Il Consiglio di Stato, ispirato dalla sentenza Lucchini, ha infatti rilevato l’incostituzionalità della disciplina che non consente la revocazione straordinaria del giudicato, in seguito a eventuale sentenza della CEDU, nelle materie civili e amministrative. La Corte Costituzionale (identica alla CGUE ma con vestito interamente bianco con due bande una rossa e una verde) si presenta con una bilancia e un triangolo e scuote la testa. La disciplina per la Corte non è incostituzionale perché le materie civili e amministrative hanno un peso diverso sulla libertà della persona rispetto a quella penale (bilancia), poi con il triangolo ricorda che al giudizio presso la CEDU partecipano solo lo Stato e il soggetto ricorrente. Il terzo angolo, l’altro soggetto che ha partecipato alla vicenda, resterebbe senza possibilità di difesa… e da qui milleduecento ragionamenti che automaticamente si formano intorno alla questione.
Con questo ho finito il primo luogo nel quale ho riassunto in questo modo tutta la questione relativa al primato del diritto comunitario sul diritto interno, con l’aggiunta di alcune recenti considerazioni in riferimento alla sua estensione anche alla res iudicata e conseguenti dibattiti giurisprudenziali e dottrinali.
Poi, secondo luogo, la mensola, e secondo paragrafo. Il paragrafo successivo riguardava più strettamente le fonti di produzione del diritto comunitario, (regolamenti, direttive e decisioni) e ho immaginato sopra la mensola una miniatura di una fontana (tipo fontana di Trevi) con dentro tre personaggi, uno a sinistra, uno al centro e l’altro a destra. Non sto a scrivervi tutto, ma vi dico che la Direttiva (che è l’elemento normativo che ha comportato maggiore interesse e problematiche applicative) è rappresentata da una ragazza dalle forme fantastiche che emerge dalla fontana con una maglietta bianca (!) sulla quale è scritto 4-0, risultato che indica con la mano con fare sbarazzino (il concetto della direttiva è indicare l’obbiettivo da raggiungere…).
Proseguendo velocemente, sul luogo n. 3 ho posto un carcere in miniatura (simile a quello che si trova sull’isola di Melee nel videogioco di Monkey Island) il quale rappresenta l’argomento Responsabilità dello Stato per mancata trasposizione della direttiva. Purtroppo, ricordo al suo interno solo un signore che conoscevo di nome Franco, sentenza fondamentale Francovic. Davanti a lui avevo messo alcune immagini ma che non ricordo. Ora che ci penso non erano legate a lui da nessuna storia. Al lato destro interno alla cella del carcere c’era un Kobo (lettore di epub) antropomorfizzato che mi mostra alcuni oggetti che anche non ricordo (Kobo rappresenta Kobler, la sentenza che ha esteso la responsabilità dello Stato anche nel caso di esercizio della funzione giurisdizionale in violazione del diritto comunitario). Questo luogo è stato molto fallimentare, non ricordo quasi nulla delle immagini. Gli argomenti sottesi invece li so in linea di principio, ma non mi è facile scendere in dettagli.
Altro luogo, lo schedario (4). Sopra lo schedario ho messo un ring in miniatura dove l’Europa prende a pugni un provvedimento amministrativo (tizio con gli occhiali scuri in giacca e cravatta, tipo il cattivo di Matrix). Il paragrafo riguarda le sorti del provvedimento amministrativo contrario al diritto comunitario (ovviamente viene meno e pertanto è preso a pugni). Questo luogo lo ricordo bene e, ora che ci penso, anch’esso è strutturato come una storia che si svolge tra diversi personaggi. Alla base del ring ci sono 3 giudici che rappresentano le 3 tesi che individuano le sorti del provvedimento e ognuno, seduto al tavolo sotto il ring, fa qualcosa di particolare.
Gli altri luoghi sono il 5, un enorme capitello spaccato (provvedimento fondato su legge incostituzionale) sopra al tavolo del computer contro il muro, il 6 uno stealth F117 sulla scrivania centrale (approfondimento sulla riforma dell’art. 117 Cost.) e 7 sul divano un lanciamissili da contraerea (i controlimiti che impediscono in alcuni casi il primato del diritto comunitario e di quello internazionale vincolante). Interessante il fatto che sul divano, che è a tre piazze, ricordo benissimo le tre figure che vi sono sedute e gli argomenti ad esse collegati; non ricordo però gli oggetti che avevano ai loro piedi o che erano loro vicino. Probabilmente non li avevo legati alla figura principale in maniera consistente.
Non proseguo con l’altra stanza perché già vi ho annoiato abbastanza. A questo punto, tirando le somme, ho detto che per me è sbalorditivo il fatto di ricordare molto bene e nei particolari un argomento studiato molti mesi fa (es. il luogo 1). Inoltre, non stiamo parlando di argomenti di interesse quotidiano, sono cose che una volta studiate si accantonano, cioè sai come funzionano ma non è necessario ricordarne i particolari; il problema è che dopo un po’ si dimenticano del tutto e rimane solo il principio “primato del diritto comunitario sul diritto nazionale”, d’altra parte ricordare l’argomento nei particolari aiuta tantissimo nell’assimilare strutture di ragionamento che ampliano lo sguardo e quindi anche la capacità e possibilità di risolvere problemi. Dopo aver costruito i luoghi ho ripetuto l’argomento a cadenze regolari, registrate tramite il promemoria dell’Iphone, dopo 24 ore, 7 giorni, 30 giorni e 90 gg.. Degli argomenti dove i luoghi non sono rimasti nella memoria, riguardando lo schema fatto, ho notato che avevo tralasciato molte cose nel ripetere. Inoltre, dove i luoghi sono rimasti scolpiti, richiamare gli argomenti è un’operazione molto più veloce, mentre nelle altre ipotesi devo scavare un po' e sforzarmi di ricordare. Ora vi chiedo cosa voi ne pensiate in generale di quello che ho fatto e degli errori che posso aver commesso. Grazie e scusate se vi ho ammorbato
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