sebaldar |
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| Ho provato a memorizzare un canto di Dante. La Divina Commedia è stata scritta da Dante con l'intento di essere imparata a memoria. Il suono della lingua è musicale e i versi rispecchiano le cose e sono facilmente associabili ad immagini. Così lo studiavo da ragazzo al liceo e tra le cose che il nostro professore ci faceva imparare a memoria questa era forse la più facile: la prosa era invece praticamente impossibile.
Sebbene quindi Dante si presti ad essere imparato con facilità ho voluto provare ad applicare le mnemotecniche, a modo mio, si intende.
Ho creato un percorso sufficientemente spazioso e lungo in modo da contenere tutte le terzine di un canto, sono una cinquantina.
Per ogni terzina ho memorizzato un identificatore.
Stiamo parlando del V canto, quello di Paolo e Francesca.
La prima terzina inizia “Così discesi del cerchio primaio”.
Ho pensato al Cossovo che mi dà l'inizio e immagino poi una discesa con un cerchio ed un primario dall'altra parte (il primario lo faccio lavorare su un computer della Dell, per ricordarmi che è “del cerchio ..” e non “dal cerchio ..”), “giù nel secondo” mi viene da solo; quindi devo memorizzare il pronome “che”, e anche se la fonetica è differente penso al Guevara e così via.
La seconda terzina non ha storia, già me la ricordo dai tempi del liceo.
La terza inizia con “Dico”, e penso allora di dividere un cesto di mele e pere, le mele da una parte e le pere dall'altra, faccio cioè una dico-tomia.
Ho tralasciato la punteggiatura, anche se si potrebbe associare ad ogni segno un'immagine, la virgola potrebbe essere associato ad una vergine (in latino virgo), il punto esclamativo ad un “bang”, come lo chiamano in slang gli americani e così via.
In famiglia mi dicono che facevo prima ad impararla con semplice ripetizione, ma io non lo penso.
Un saluto a tutti
sergio
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