CITAZIONE
Assolutamente no! Sono convinto che Andalon possa avere più risposte di me su questo argomento, lui è già "la pratica", ora siete in due con un fine comune di "erudizione mnemonica" , se riuscite nella vostra impresa sarò più che lieto di imparare da voi.
Ok, eventualmente nulla vieterebbe in futuro di lavorare tutti assieme ad un progetto sull’erudizione mnemonica, magari facendo un libro a tre voci.
Rogan, anzitutto dovresti definire meglio il tipo di conoscenza che vorresti possedere. Fino al 18° secolo, un dotto poteva ancora ambire a possedere tutto lo scibile umano, oggi è pressoché impossibile. Gli ultimi due secoli hanno visto un’impressionante accelerazione della conoscenza e delle scienze umane. Oggi, nel XXI secolo, l’erudizione può essere soltanto specialistica, non ha più senso cercare di riproporre l’uomo universale del Rinascimento. Faccio degli esempi concreti. Se fino al primo dopoguerra, uno storico delle religioni poteva scrivere opere enciclopediche su tutte le religioni del passato e del presente, oggi lo stesso individuo deve scegliere se specializzarsi in indologia, islamologia, africanistica, ecc. Per studiare tutte le religioni australiane, ad esempio, non bastano sette anni. Per l’africanistica non basta una vita. Ecco perché già si creano le prime sottospecializzazioni all’interno dei campi del sapere: uno studioso di buddhismo deve scegliere se dedicarsi a quello tibetano o cino-giapponese.
Quindi, la prima cosa che devi fare è definire un centro, un fulcro dei tuoi interessi. Un lapis philosophorum da porre al centro del labirinto, intorno a cui costruire il labirinto della memoria semantica. Il palazzo della memoria deve essere costruito da nozioni e conoscenze affini fra loro.
Un altro problema con cui si deve fare i conti è la sovraesposizioni d’immagini. Se le immagini e le nozioni devono rimanere nella memoria a lungo termine, a mio avviso, si devono ridurre il numero dei palazzi a disposizione. Io preferisco utilizzare sempre lo stesso palazzo, creando un numero limitato d’immagini-chiave da posizionare nei loci per passaggi abbastanza articolati. Per me funziona, ma come abbiamo più volte scritto, non è detto che funzioni anche per te.
Esempio:
LOCUS 1: IMMAGINE-CHIAVE 1
La globalizzazione annulla le differenze per fonderle in una soggettività anonima e amorfa. Il sincretismo separa la scorza, la buccia (religioni mondiali) dal nocciolo spirituale (filosofia perenne). Tuttavia, non si deve vedere nella filosofia perenne altro che un ideale regolativo kantiano, un segnavia heideggeriano in grado d’indicare una direzione, e nulla più. Un’utopia cui aspirare e niente più, fuori dalla nostra portata. Per noi uomini e donne della modernità liquida è indispensabile mirare più in basso, limitandoci a pensare al sincretismo.
IMMAGINE-CHIAVE 2
Il sincretismo non è soltanto una chimera filosofica per un manipolo di pochi eletti o un fenomeno attinente alla filosofia indiana. Nella civiltà mediterranea, il sincretismo è esistito veramente prima di venire spezzato via dall’intolleranza religiosa.
IMMAGINE-CHIAVE 3
Pensiamo ad Alessandria d’Egitto, fiorente città dell’epoca XXX, autentico laboratorio culturale, crocevia delle principali correnti filosofiche e religiose eredi della gnosi ellenica, ebraica e cristiana. Alessandria famosa per la sua magnifica biblioteca. Alessandria, città natale della scienziata e filosofa neoplatonica Ipazia, barbaramente trucidata e massacrata dal fondamentalismo religioso, sulla cui figura e vicenda è uscito recentemente un film, molto ostacolato dalla Chiesa Cattolica.
IMMAGINE-CHIAVE 4
In questa splendida e ridente città si diffonde insieme al neoplatonismo, alla mistica ebraica, allo gnosticismo, a scienze sacre come l’alchimia e l’astrologia, una corrente esoterica e filosofica di cui vi parlerò oggi: l’ermetismo alessandrino.
ECC, ECC.
Articoli/libri/conferenze sono salvate su file e sul cartaceo all’interno di classificatori. Quando devo parlare in pubblico, circa 21-30 gg. prima inizio a ripetere i passaggi 1-2 volte al giorno. Finora non mi è mai successo di rimanere in panne, ed io di solito parlo in pubblico 3-4 volte al mese. Capita a volte, viceversa, di ricordarsi prima la definizione semantica della relativa immagine-chiave. Esempio: richiamando la parola “archetipi” (junghiani), immediatamente mi viene in mente la definizione “strutture simboliche inconsce”.
Naturalmente non si deve esagerare con la ricerca della cultura, cercando di conciliare con la vita sociale ed affettiva.
A disposizione per chiarimenti.